In un libro la Fiorentina, il suo Capitano e la Firenze degli anni '70 e '80

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 novembre 2005 14:20
In un libro la Fiorentina, il suo Capitano e la Firenze degli anni '70 e '80

La storia del Campione, il suo legame indissolubile con la maglia viola, la grande sfortuna, insieme alle gioie e alle delusioni di una città che lo ha consacrato, accanto a Michelangelo e Brunelleschi, amandolo ancora dopo quasi venti anni dal giorno in cui ha lasciato il calcio giocato

Quattro giornalisti de «La Nazione» raccontano per la prima volta in modo esaustivo la storia della Fiorentina, del suo Capitano e della Firenze negli anni Settanta e Ottanta in un libro intitolato Antognoni.

Firenze e il suo campione. Ricco di notizie e aneddoti, corredato dalle foto memorabili e dalle schede di tutte le partite che hanno segnato la carriera del grande giocatore, il volume (ed. Polistampa, pp. 120, euro 10) sarà in libreria dalla seconda metà di novembre.

Nato il primo aprile 1954 a Marsciano, un piccolo paese in provincia di Perugia, Giancarlo Antognoni ha mosso i primi passi in una realtà semplice, con il padre agricoltore, come il nonno, e la madre che in casa accudiva lui e suo fratello Viscardo.

Intorno, la campagna umbra e una vita scandita dagli orari scolastici. Dopo la scuola però subito andava a correre su un campetto in terra battuta finché non faceva buio: è lì che è iniziata la sua storia, la carriera di un ragazzino gracile, ma che col pallone faceva quello che voleva.

Per le sue doti, le sue qualità calcistiche, Antognoni avrebbe avuto più volte l'occasione di cambiare maglia, accettando le offerte di squadre quali la Juventus o la Roma dell'allora presidente Viola (come del resto hanno fatto e continuano a fare molti altri giocatori), ma il Capitano ha sempre deciso di restare.

Dignitoso e coerente nelle scelte, ha sempre saputo superare gli ostacoli e non ha mai rinnegato le strade percorse.

Per gli autori del libro (Luigi Caroppo, Paolo Chirichigno, Marcello Mancini e Duccio Moschella) parlare della Fiorentina di quegli anni è inevitabilmente parlare di Antognoni, perché il legame tra il calciatore e la città è unico e indissolubile. Un legame basato sull'amore per la maglia, sulla voglia di riemergere anche dopo le sconfitte, sul lottare spesso contro un destino avverso e implacabile.

L'affetto di Firenze per Antognoni, o 'Antonio', come era stato ribattezzato, è diventato d'altra parte qualcosa di molto profondo, non un semplice e doveroso tributo al campione e alle sue gesta calcistiche.

Idolo senza scudetto, campione del mondo senza aver giocato la finale, Antognoni è la prova vivente che non bastano i titoli vinti a creare un campione: ci vuole cuore, onestà e rispetto. Tutte doti che il Capitano ha sempre mostrato e per le quali la gente di Firenze continuerà ad amarlo.

Francesca Leoncini

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