Una Finanziaria che ci fa perdere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 ottobre 2005 19:24
Una Finanziaria che ci fa perdere


di Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana

Venerdi 14 ottobre la Toscana - tutte le istituzioni insieme alle forze sociali ed economiche - presenterà la sua proposta sulla legge finanziaria 2006. Certo parleremo anche delle conseguenze di questa finanziaria sulla realtà regionale, ma ci concentreremo soprattutto sugli aspetti propositivi. Chiederemo un confronto urgente con il governo. Voglio essere chiaro: le istituzioni toscane sono disponibili a fare la loro parte per il risanamento della finanza pubblica, ma a condizione che nella finanziaria vengano inserite garanzie per il mantenimento dei servizi e vere misure per favorire la ripresa dello sviluppo.

E’ questa una necessità inderogabile, altrimenti il rischio è quello di dover ridurre i trasferimenti agli Enti locali, le iniziative di sostegno alla nostra economia, le risorse per la sanità e le politiche sociali fino al punto di essere costretti a ricorrere ai licenziamenti. In queste condizioni è difficile lavorare per rilanciare, come vorremmo, la competitività della Toscana. Mi ha molto colpito la scarsa attenzione che in Italia viene dedicata a questo problema che invece considero vitale.

Mi meraviglia che quasi nessuno si preoccupi di quello che è il termometro del nostro futuro: la competitività. Da essa dipende la possibilità di mantenere e accrescere il benessere, la qualità della vita. Eppure l’Italia dal 2001 ad oggi è scesa dal 26° posto al 44°, è ultimissima tra i paesi industrializzati e al penultimo posto in Europa. Siamo davanti solo alla Polonia. I risultati sono evidenti: in questi ultimi nove mesi la produttività industriale è continuata a scendere e lo stesso andamento della nostra quota di commercio mondiale è in calo vistoso.

Questa è la situazione: negli ultimi 5 anni la nostra economia è crollata. La causa è da ricercare nel peggioramento dei conti pubblici, nell’incapacità del governo di tenere sotto controllo la spesa (la spesa corrente primaria è cresciuta in questi 5 anni di ben 30 miliardi di euro). Gli altri paesi hanno fatto meglio di noi, hanno migliorato l’efficienza delle loro amministrazioni, hanno saputo diffondere l’uso della tecnologia e aumentare il tasso di innovazione. In Italia, invece, si taglia.

Alla cieca.

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