E' crisi anche per la componentistica a Livorno

Redazione Nove da Firenze
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17 gennaio 2005 22:51
E' crisi anche per la componentistica a Livorno

Summit a Livorno sulla crisi della componentistica per auto. La III Commissione regionale , presieduta da Loriano Valentini dei Ds, si è recata oggi a Livorno per un incontro, nella sala del Consiglio comunale, a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, dei sindacati, delle associazioni di categoria. Lo scopo era fare il punto sulle difficoltà vissute dal settore e cercare le possibili soluzioni a livello regionale. Il settore produttivo della componentistica automobilistica interessa tutta la provincia di Livorno, e, in particolare, i comuni di Livorno e Collesalvetti.

La realtà locale vede la presenza di sei stabilimenti principali, che occupano oltre 2400 lavoratori. Il sistema della componentistica si è sviluppato a partire dal processo di scomposizione della filiera auto preesistente, soprattutto della realtà Fiat, da cui hanno avuto origine diverse aziende di dimensione medio-grandi, quasi tutte oggi controllati da grandi multinazionali. Il settore ha risentito ultimamente della concorrenza dell’est europeo e, ancora di più, della Cina, così come della crisi Fiat, con una sensibile diminuzione negli acquisti di componenti.

Analizzando i motivi della crisi durante l’incontro, tutti sono stati concordi che tra i maggiori problemi che il comparto registra sul territorio ci sono la scarsa presenza di imprese di subfornitura sufficientemente qualificate, la scarsa capacità di ricerca e di innovazione delle imprese, l’assenza di interazione tra i diversi settori produttivi. Il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, ha in particolare sottolineato la difficoltà delle piccole imprese a supportare l’attività delle grandi aziende, e le difficoltà generate anche dalla politica industriale nazionale.

“Noi ci stiamo impegnando con forza – ha spiegato – per creare un circolo virtuoso che possa favorire lo sviluppo del settore. Siamo pronti a cogliere, incrociando le nostre azioni con quelle provinciali e regionali, la ripresa che si attende per il 2006”. A Livorno è già attivo da qualche anno un osservatorio sulla componentistica, che ha il compito di monitorare il settore per rilevarne bisogni e criticità. E il sindaco di Collesalvetti, Nicola Nista, ha insistito sull’urgenza di puntare sull’innovazione e la ricerca, appoggiandosi alle università presenti sul territorio, in modo da rilanciare il settore.

Da parte degli industriali, per cui ha parlato il direttore di Confindustria Livorno Umberto Paoletti, sono state avanzate alcune richieste precise: l’approfondimento dei requisiti di accesso per poter godere degli incentivi regionali, dato che ad oggi per le loro dimensioni le aziende livornesi della componentistica sono escluse dai finanziamenti erogati dall’Unione europea; una verifica dei beni e servizi che possono costituire base di sviluppo per il comparto; una politica dei trasporti e delle infrastrutture che renda appetibile il territorio per le grandi multinazionali.

Un’analisi, questa, su cui concordano anche i sindacati. Fabio Verdiani della Uilm Uil, Maurizio Strazzullo della Fiom Cgil e Sergio Fondi della Fim Cisl, nei loro interventi, hanno messo in rilievo la necessità di un’attenzione da parte della Regione sulla questione, e il bisogno di una maggiore operatività degli interventi. “Non siamo d’accordo con chi afferma che la componentistica è un settore maturo – ha detto Maurizio Strazzullo -. I margini di crescita ci sono. Certo se si pensa che l’unica strada sia quella di ridurre il costo del lavoro, qui i margini non ci sono più.

La salvaguarda del settore può avvenire in altri modi, con l’innovazione dei prodotti e servizi migliori”. L’assessore provinciale Marcello Canovaro ha ribadito che uno dei maggiori problemi è quello del difficile utilizzo delle piccole industrie a subfornitura delle aziende principali. “Per superare il problema una soluzione è potenziare gli strumenti a disposizione” ha detto Canovaro, ricordando che è in piedi un progetto per creare un centro servizi per le aziende della componentistica.

Progetto che peraltro, ha puntualizzato l’assessore comunale Alessandra Atturio, non ha ricevuto ad oggi finanziamenti regionali. Virgilio Simonti, consigliere regionale livornese dei Ds, ha spiegato di avere sollecitato l’incontro livornese della III Commissione per due motivi: “Da un lato – ha detto – la Regione ha e può avere un ruolo ancora maggiore nello sforzo di creare una governance, di fare sistema sul territorio affinché si creino le condizioni per soddisfare le aziende senza intervenire sul costo del lavoro; dall’altro si rischia la perdita del profilo industriale dell’intera regione, e per questo è necessario recuperare un’interlocuzione con i grandi gruppi a livello regionale e non solo locale”.

A conclusione dell’incontro, il presidente Loriano Valentini ha spiegato in che modo la Regione intende farsi carico della questione. “Il motivo della nostra visita – ha commentato Valentini – è che vogliamo regionalizzare il problema della componentistica livornese. Qui avete fatto già un buon lavoro, perché avete costruito una visione delle soluzioni condivisa da tutti gli attori in campo”. Per questo la III Commissione presenterà nelle prossime settimane al Consiglio regionale una risoluzione che riassume gli obiettivi indicati durante l’incontro, e che stabilirà un percorso che potrà essere seguito anche dal nuovo governo regionale.

Inoltre Valentini ha spiegato che la Regione ha cercato di rimodulare il proprio intervento in economia, riflettendo sugli strumenti più adatti per allocare le risorse. Per questo sono stati privilegiati i bandi per l’innovazione e la ricerca ed è stato varato un progetto speciale triennale per la componentistica a due e a quattro ruote che ha già impiegato nove milioni di euro, e che ne ha a disposizione altri sei. “Occorre dunque – ha detto ancora Valentini – attrezzarsi per sfruttare queste possibilità, e riflettere su come migliorare l’uso di questo progetto.

Certo possiamo agire per migliorare un’idea di complementarietà fra le grandi imprese, intervenendo sulle condizioni di contesto, e per far crescere le pmi. Possiamo, su questa base, lavorare sulle risorse pubbliche, sull’innovazione e la ricerca”. (cem)

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