"Ritirate le truppe dall'Iraq": domani pomeriggio presidio davanti alla Prefettura
A Siena Lectio Magistralis del "Nobel alternativo per la pace" sulla risoluzione pacifica dei conflitti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 aprile 2004 19:04
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Via i militari italiani dall'Iraq. Il Comitato di Firenze Fermiamo la Guerra rinnova l'appello al Governo italiano a ritirare le truppe dal territorio iracheno e promuove per domani alle 17,30 un presidio di pace davanti alla sede della Prefettura in via Cavour.
"La guerra devasta l'Iraq: decine di morti e centinaia di feriti nelle ultime ore - sottolinea Eros Cruccolini presidente del Quartiere 4 -. Questo sangue è il frutto di una guerra illegittima, della guerra preventiva, dell'occupazione militare dell'Iraq.

I soldati italiani a Nassiriya hanno sparato su ordine del comando angloamericano per sgomberare un ponte occupato da milizie irachene, hanno fatto almeno 15 morti e a loro volta hanno riportato 12 feriti. Così è caduta la favola di una presenza italiana pacifica e pacificante: le truppe italiane sono truppe di occupazione impegnate in operazioni di guerra. Questa è una delle tante menzogne che ci hanno raccontato in questi mesi in sintonia con il governo Bush, in spregio del dettato costituzionale.

Per uscire dalla spirale di guerra che sta soffocando l'Iraq e il mondo c'è una sola via di uscita reale: il ritiro delle truppe di occupazione".

«La guerra in Iraq è un furto fatto in nome della democrazia. L'Occidente conosce solo la lingua della violenza: basti pensare che negli ultimi cinquant'anni gli Stati Uniti hanno messo in atto oltre 70 interventi militari, uccidendo 16 milioni di persone». Così Johan Galtung, uno dei più autorevoli studiosi di moderazione dei conflitti, ha spiegato la guerra dello scorso anno durante la sua Lectio Magistralis tenutasi nella Sala San Pio del Santa Maria della Scala.

La conferenza, presieduta dal presidente della Provincia di Siena Fabio Ceccherini e moderata dall'editorialista del Corriere della Sera Paolo Franchi, ha chiuso l'iniziativa "Terre di Siena per la pace" promossa dall'Amministrazione provinciale.
«Quando si analizza un contesto conflittuale, è necessario conoscere la storia delle popolazioni coinvolte e dei rapporti internazionali che si sono creati nel tempo». Secondo il "Nobel alternativo per la pace", dunque, «non si può parlare di arabi e Medio Oriente, puntando il dito contro la religione musulmana, senza sapere ad esempio, che sono morti milioni di islamici durante le crociate.

Una civiltà che ancora oggi deve fare i conti con antiche ferite».
Ha concluso l'incontro, il presidente della Provincia Fabio Ceccherini, sottolineando la necessità di formare al più presto una Europa politicamente forte, capace di negoziare soluzioni alternative alla guerra.

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