La Rappresentanza Sindacale Unitaria del Comune di Firenze interviene sulla Società della Salute

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 dicembre 2003 11:07
La Rappresentanza Sindacale Unitaria del Comune di Firenze interviene sulla Società della Salute

La scelta di costituire la SdS ha provocato gravi preoccupazioni fra i dipendenti per le prospettive future. Secondo la Rappresentanza Sindacale Unitaria è necessario che l’amministrazione, anche nell’ambito del confronto sindacale, confermi l’impegno a non mutare, anche in fasi successive all’attuale, la forma di gestione della SdS in senso privatistico. Su questo punto la RSU ribadisce la propria assoluta contrarietà ad ogni scelta diversa, che rimetta comunque in discussione il carattere pubblico sia della forma di gestione della SdS, sia del rapporto di lavoro del personale interessato.

Il trattamento giuridico, economico, previdenziale e di quiescenza di tale personale non potrà quindi far riferimento ad altro che non siano i relativi contratti nazionali di settore e i contratti integrativi aziendali.
Nel caso comunque che in futuro si propongano scelte diverse da quanto sopra indicato – durante, al termine o successivamente alla fase sperimentale - con conseguenti modifiche della forma giuridica della SDS e /o del rapporto di lavoro, la RSU rivendica fin da ora un diritto di “opzione” per il personale del Comune di Firenze, che permetta a ciascuno di scegliere se restare o meno alle dipendenze dell’A.C.
Le crescenti difficoltà economiche che le Amministrazioni incontrano nel garantire un livello adeguato di servizi, la presenza di rigidi vincoli di bilancio per il nuovo soggetto, nonché una riflessione su passate esperienze di gestione unitaria dei servizi sociali e sanitari, ci inducono ad ulteriori preoccupazioni sulle prospettive per i servizi sociali e sul rischio di una loro subalternità rispetto al peso ed al ruolo che assumeranno nella SDS il settore sanitario e i gruppi di interesse ad esso legati.

Per questo è indispensabile un impegno esplicito dell’A.C. a garantire un’adeguata tutela ed un sostegno del settore sociale, sia in termini di investimenti che di condizioni generali del personale assegnato.
Per quanto riguarda l’aspetto salariale, è noto che i CCNL del comparto sanità e delle Autonomie Locali mantengono a tutt’oggi significative differenze di trattamento per il personale, a parità di qualifica. Si tratta di una situazione evidentemente incompatibile con il progetto di integrazione e di gestione unitaria della SdS.

La RSU ritiene quindi indispensabile una immediata e completa omogeneizzazione salariale a parità di qualifica fra personale del Comune e quello dell’ASL, da raggiungere tramite un assegno ad personam e con risorse economiche aggiuntive a quelle già previste per la contrattazione integrativa.
Accanto al problema salariale è altrettanto forte la necessità di definire concordemente un quadro normativo, giuridico, organizzativo certo su tutti gli aspetti del rapporto di lavoro, che affronti fin dalla fase di sperimentazione i molteplici nodi problematici e con l’obiettivo del conseguimento delle migliori condizioni possibili, anche in confronto con la situazione del personale di provenienza ASL.
Una parte significativa del personale comunale interessato alla SdS (assistenti sociali e addetti socioassistenziali) si avvicina a questa scadenza con un carico rilevante di problemi, incertezze professionali ed organizzative, rivendicazioni irrisolti.

È evidente questo non può che aggravare i rischi e le preoccupazioni di questi lavoratori e della stessa RSU rispetto a tutta l’operazione in corso. Del resto ci pare anche in palese contraddizione con l’intento, più volte dichiarato dall’A.C., di voler portare in dote alla nuova SdS servizi forti e funzionanti, ed un gruppo di lavoratori professionalmente motivati. Diventa quindi indispensabile una soluzione rapida e positiva delle vertenze e dei problemi relativi a queste figure professionali, che sgombri il campo da ulteriori motivi di perplessità e di conflitto.
Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dal ruolo che si intende far assumere nel sistema dei servizi sociali ai cosiddetti “Poli” (ex-Ipab), al terzo settore e dal loro rapporto con la SdS.

C’è il rischio, a nostro giudizio, di avviare processi non molto trasparenti nella conduzione complessiva dei servizi e di introdurre forme pericolose di ibridazione fra pubblico e privato nella gestione del sistema. Un chiarimento in tale senso è quindi necessario, anche per definire con certezza il rapporto fra i lavoratori del Comune e questi soggetti.
È infine indispensabile che questi temi e quanti altri emergeranno in futuro siano al centro di un tavolo di confronto permanente fra RSU e A.C., che permetta di affrontare preventivamente tutti i problemi connessi alle varie fasi di attuazione della SDS e le eventuali trasformazioni organizzative che via via si determineranno.

Questo tavolo, a nostro parere, dovrà attivarsi ogni qualvolta una delle parti lo richieda e comunque avere una cadenza minima collegata a quella della verifica quadrimestrale indicata dall’OdG del Consiglio Comunale del 17 novembre 2003.

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