A Firenze forniti gasolio agli ospedali e gruppi elettrogeni ai pazienti assistiti a domicilio
L'energia è tornata, ma i Consumatori ora vogliono chiedere i danni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 settembre 2003 23:25
A Firenze forniti gasolio agli ospedali e gruppi elettrogeni ai pazienti assistiti a domicilio<BR>L'energia è tornata, ma i Consumatori ora vogliono chiedere i danni

(28 settembre 2003) - La sala operativa dell’Olmatello della Protezione civile della Provincia e del Comune di Firenze di Firenze è stata attivata fin dai primi minuti del black out. Il lavoro è iniziato alle 3.35 ed è proseguito per tutta la giornata in stretto rapporto con le organizzazioni del volontariato e con gli ospedali.
I primi problemi affrontati sono stati quelli della fornitura di gasolio per i gruppi elettrogeni agli ospedali e ad altre strutture pubbliche e del soccorso a pazienti assistiti a domicilio con macchine alimentate elettricamente.
In particolare 10.000 litri di gasolio sono stati forniti all’ospedale fiorentino di Careggi.


Un gruppo elettrogeno è stato portato alla periferia di Firenze per consentire il funzionamento di un polmone d’acciaio che tiene in vita una signora e lo stesso è avvenuto per altri pazienti dipendenti da apparecchiature elettromedicali in più parti della provincia.
Nelle aree settentrionali della Toscana il ritorno della corrente elettrica ha consentito la ripresa della circolazione dei treni regionali e interregionali di lunga percorrenza. L'alimentazione elettrica e' inoltre ripresa lungo la linea Tirrenica fino a Civitavecchia.

E' possibile informarsi sulle condizioni della circolazione telefonando al numero di Fs Informa, 892021, raggiungibile da telefono fisso.
“Quello di oggi – ha rilevato l’assessore provinciale alla Protezione civile Mirna Migliorini - è stato un significativo test per la nuova centrale operativa integrata di Provincia e Comune di Firenze presso la quale hanno operato in modo coordinato fin dai primi minuti dell’emergenza i volontari di ANPAS, Misericordie, Vab, che insieme ai responsabili provinciali e comunali della protezione civile hanno fronteggiato l’emergenza in stretto raccordo con la Prefettura.

Anche le aziende di pubblico servizio, attraverso la Società Techset di Cispel, hanno fatto la loro parte e hanno monitorato dalla centrale la situazione dell’erogazione del servizi e predisposto l’impiego delle autobotti e l’invio di gruppi elettrogeni agli impianti rimasti fermi”.

"Mentre l'Italia sta tornando grossomodo a regime -afferma Vincenzo Donvito, presidente Aduc- e' bene essere subito chiari sulle responsabilita' dando il massimo della collaborazione a chi sta operando per il ritorno a questa normalita'.

Nel contempo deve essere altrettanto chiaro che la responsabilita' e' dell'inefficienza del nostro sistema attuale e non della dipendenza energetica dallo straniero, o dall'assenza di centrali sufficienti. Chi adduce questi ultimi motivi si rende -consapevolmente o meno poco importa- insabbiatore del centro del problema: la gestione monopolista che, invece di rispondere a logiche di efficienza, si croggiola sulla sua esistenza. Infatti al problema del minuscolo black-out francese, che ha comportato una micro interruzione in quel Paese e comprese la citta' di Ginevra e il Canton Ticino in Svizzera, mentre queste ultime hanno ripristinato il servizio rispettivamente in 50 minuti e 15 minuti, in Italia, alle 13 (dopo quasi 10 ore dall'interruzione), la situazione e' risolta solo nelle regioni del nord + la Toscana, ma in alto mare al centro e nel sud.
Questo vuol dire che l'organizzazione non funziona, e siccome si tratta -pur nel suo gioco delle scatole cinesi della cosiddetta liberalizzazione e privatizzazione italiane dove tutto e' sempre riconducibile al capitale pubblico- di un monopolio, e' su questo assetto pachidermico che bisogna intervenire.

Certamente i responsabili di cio' che e' successo andranno individuati e rimossi, ma il problema e' che al loro posto non c'e' alcuna garanzia che potranno arrivare persone affidabili, perche' verrebbero sempre da una struttura che guarda a se stessa e non ai consumatori e al mercato.
Dubitiamo che gli attuali governanti del nostro Paese abbiano voglia di prendere in considerazione questa analisi, ma dalla parte del consumatore non ci sembra che ci siano altre possibilita' per auspicare il cambiamento.
Il resto sarebbe solo sopravvivenza agli attuali livelli, infarciti anche dagli inutili neo-nuclearisti.
Nel frattempo i consumatori devono farsi valere rivendicando cio' che gli spetta ed organizzandosi per non subire ancora danni.
Nel primo caso (farsi rivalere) ricordiamo che per norma il gestore dell'erogazione del servizio, in caso di interruzione dello stesso per guasto oltre 90 minuti, deve corrispondere ad ogni utente l'importo di euro 25,82 da accreditare sulla bolletta successiva.

Sara' bene che ogni utente lo ricordi al suo gestore (Enel, Acea, Aem, etc..) inviandogli una raccomandata cui puo' aggiungere, in caso ci fossero danni e si fosse in grado di documentarli, la richiesta di risarcimento degli stessi, riservandosi, in caso contrario e se non dovesse rispondere entro 15 giorni, di adire le vie legali.
Nel secondo caso -organizzarsi per non subire ancora danni- il Governo, che sta stilando proprio in questi giorni la Finanziaria, potrebbe defiscalizzare l'acquisto dei generatori di emergenza, in modo che ogni condominio, ogni piccola azienda che gia' non lo abbia e ogni esercizio commerciale, ne sia avvantaggiato nell'acquisto e, a i futuri black-out -da guasto o programmati-dei prossimi mesi (la situazione sicuramente non si risolvera' nel giro di pochi mesi e anni), potra' ovviare con un piccolo investimento".

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