Alta velocità ferroviaria: una questione di accenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 luglio 2003 08:06
Alta velocità ferroviaria: una questione di accenti

TAV SpA, nata nel 1991, è la project company del Gruppo Ferrovie dello Stato per la realizzazione delle linee veloci. Non ci sono dubbi che almeno dall'apertura dell'inchiesta giudiziaria sui cantieri della tratta Bologna-Firenze, temi come la trasparenza, i rapporti con i partner industriali, con le istituzioni centrali e locali e la gestione finanziaria siano questioni delicatissime.
Dovendosi confrontare con realtà territoriali caratterizzate da un'alta urbanizzazione e da un inestimabile patrimonio naturale e storico-artistico, TAV non si sente sufficientemente garantita dalle pubbliche relazioni dei giornali.
Così, abitualmente, acquista pagine di comunicazione pubblicitaria sulle testate locali per controbattere le notizie diffuse sui rischi connessi alla realizzazione delle nuove linee veloci.
L'ultima inserzione, pubblicata in questi giorni, ci da conto dei tempi di realizzazione ipotizzata per le gallerie che attraversano la Toscana.

Nessun cenno sui tempi complessivi (dall'inizio ad oggi), sui costi (e il loro incremento progressivo), sui tempi per la messa in esercizio dell'opera. Sappiamo solo che presto i tunnel saranno completati.
Tuttavia la società di consulenza che cura la redazione delle pagine, e che probabilmente non ha sede in zona, non conosce bene il territorio. E nonostante che il redazionale debba servire per rassicurare i lettori su quanto stia a cuore a TAV la salvaguardia dell'ambiente locale, un errore esilarante ne confessa involontariamente l'ignoranza toponomastica.
La lunga galleria che collega l'area fiorentina al Mugello viene ribattezzata per distrazione Sesto Fiorentino-Paternò.

L'autore, certo non toscano, non può immaginare che il nome del paesello mugellano sia Paterno. Così "corregge" quello che sembra un aggettivo e lo trasforma in una cittadina siciliana.
Ecco che il tunnel diventa improvvisamente il più lungo della storia, da 8 a 800 km., e questo forse giustifica i tempi e i costi, e avvicina nella sorte l'opera ai destini del Ponte sullo Stetto. Ma forse è giusto così: non sembra anche a voi che sui cantieri ferroviari sia sceso un velo di siciliana omertà?

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