Venerdì 28 marzo (ore 21,30) all'Auditorium Flog, Firenze, Frederic Galliano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 marzo 2003 19:22
Venerdì 28 marzo (ore 21,30) all'Auditorium Flog, Firenze, Frederic Galliano

Un approccio “intelligente” al dancefloor: sono in molti a dichiararlo, ma pochi possono avere i titoli che Frederic Galliano ha accumulato negli anni per poterlo fare. Titoli veri, progetti concreti. Galliano nasce come pianista e batterista jazz, intrecciando l’attività di musicista con quello di scultore. Circa dieci fa entra nel mondo dell’elettronica prima come dj e successivamente come produttore, diventando subito una delle stelle dell’etichetta di F Comm di Laurent Garnier, autentico crocevia della migliore elettronica francese da dancefloor.

Il suo debutto, “Espaces Baroques”, è datato 1997 e fa subito gridare la stampa specializzata al capolavoro, con la sua house ammantata di venature jazz; il successo di critica e di pubblico viene doppiato l’anno successivo con “Live Infinis”, inciso col suo Electronic Sextet. A questo punto la carriera artistica di Galliano subisce un’ulteriore svolta: il suo lavoro di ricerca, lavoro sia teorico che pratico, va più in profondità, si indirizza verso suoni che ha sempre amato, quelli africani.

Ma Frederic non si accontenta di risuonare nei suoi dj set i vecchi successi afrobeat di Fela Kuti e Salif Keita: intraprende un viaggio in Africa, incontra suoni e sensazioni, dà vita al progetto Frikyiwa, ri-creando materiale musicale del Mali, portandolo dalla tradizione alle sfide dell’elettronica attraverso una sapiente opera di remixing. Ma questo è solo l’antipasto a “Frederic Galliano & African Divas”, esaltante ed ambizioso doppio cd uscito nel 2002 che racchiude il french touch della house più raffinata col pulsare poliritmico dell’Africa profonda, l’eleganza ieratica dei sintetizzatori con le calde voci nere cantate live.

Il tutto sorretto da uno stringente impianto teorico (a parlare con Galliano, o a scorrere i titoli dei suoi brani, ci si imbatte spesso in riferimenti filosofici, come quelli sulle monadi leibniziane) e da una inarrestabile, appassionata curiosità (quella che lo porta a viaggiare, ad andare incontro alle cose per immergercisi dentro…). Un autentico intellettuale della musica, sospeso fra il pulsare dell’house e la vertigine della ricerca.

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