Freni Ricerche Sociali e di Marketing: seconda lettera aperta all’Assessore Gianni Biagi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 agosto 2002 16:04
Freni Ricerche Sociali e di Marketing: seconda lettera aperta all’Assessore Gianni Biagi

"Se i risultati del sondaggio sul progetto di Isozaki sono quelli presentati questa mattina da Razzanelli, la maggioranza dei fiorentini gradisce la Loggia di Isozaki per l'uscita dei Nuovi Uffizi". E' stato questo il commento dell'assessore all'urbanistica Gianni Biagi dopo la presentazione dei risultati del sondaggio commissionato da Mario Razzanelli all'Istituto Freni. "Mi chiedo - insisteva l'assessore Biagi - quale sia l'attendibilità di questo tipo di sondaggi che in precedenza hanno dato risultati ben diversi da quelli emersi da vere consultazioni".

Il riferimento diretto è ai due sondaggi commissionati sempre da Razzanelli all'Istituto Freni sul progetto del centro commerciale Coop all'ex Longinotti.
"Egregio Assessore -risponde Vincenzo Freni- nella mia prima lettera aperta a lei, che risponde al suo comunicato stampa per il sondaggio sulla Loggia Isozaki, non ho deliberatamente fatto riferimento alle sue dichiarazioni di confutazione, se non proprio di dileggio, sul lavori commissionati a suo tempo dal Dott. Razzanelli circa l’insediamento Ipercoop.
Certamente ricorderà che nel comunicato, che unisco alla presente per sua memoria, lei riporta delle frasi virgolettate, estraniate dal loro contesto naturale, per affermare il suo ironico giudizio di mancato pronostico referendario.
Nella mia prima risposta mi sono limitato a replicare sulla validità professionale del sondaggio Isozaki, accantonando l’altro argomento, essenzialmente per due motivi: il primo perché l’argomento Ipercoop non era quello in discussione; secondo perché credo che davanti a critiche maliziose su aspetti squisitamente tecnici della ricerca, occorra confrontarci direttamente, apertamente e pubblicamente, di più e meglio documentati.
Pertanto:
a.

La invito cordialmente ad un breve scambio di idee, civilissimo e garbato, alla presenza di un metodologo della ricerca scientifica in modo da consentirmi di confutare, se potrò, le sue dichiarazioni pubbliche. Esse riguardano un Istituto di ricerca da me diretto, in attività da vent’anni, membro da tanti anni di associazioni qualificate, nazionali e internazionali e che merita rispetto, così come lo merita lei. L’Università degli Studi di Firenze conta tra i migliori esperti della materia tra i quali lei è libero di scegliere, così come la prego di indicare l’ora, la data e il luogo che le sono più convenienti, ed io mi adeguerò.
b.

La invito altrettanto cordialmente sin d’ora ad un Convegno organizzato dall’Istituto Freni, sull’importanza del sondaggio demoscopico nell’amministrazione democratica di una città, da tenersi in Inverno. Lo spunto che lei mi ha offerto col suo comunicato stampa è estremamente interessante: conoscere molto attentamente il rapporto tra i desideri e le aspirazioni degli amministrati e le scelte degli amministratori, quale che sia il loro orientamento politico. Credo che il suo comunicato stampa, a mio avviso indicativo di una certa resistenza alla realtà, sia uno dei protagonisti e credo sia giusto che lei possa, in un ambito tecnico e da addetti ai lavori, spiegare alla platea questo suo testo e le sue motivazioni.
Del resto, Egregio Assessore, so bene che tra noi c’è una sostanziale e legittima differenza di ruoli: lei è un uomo eletto da una parte politica.

Io invece, da ricercatore e da responsabile a pieno titolo accademico dell’Istituto Freni, ho per base del mio lavoro l’assoluta e gelosa indipendenza di giudizio che è un elemento costitutivo del mio e nostro lavoro di ricerca, a disposizione di qualsiasi Committente purché nell’ambito della normativa di legge.
Mi sono sempre concesso uno e un solo lusso, in politica: quello di esprimere le mie preferenze soltanto all’interno della cabina elettorale.
Comprenderà così anche la necessità per me, di allargare questo dibattito non solo in un contesto nazionale tra tutti i ricercatori professionisti italiani che operano nei circa 80 Istituti di Ricerca Sociali e di Marketing, ma anche alle Associazioni Internazionali di cui l’Istituto fa parte, per comunicare quello che per me è e resta un segnale inquietante, non professionale, non democratico, attinente al nostro lavoro quotidiano e socialmente utile.
Resto in attesa dell’esito dei miei inviti per poter, dopo la pausa estiva, procedere a questi incontri chiarificatori e assolutamente inderogabili.

Nel caso, che l’esito fosse negativo, permetterà quanto meno a me e ai miei interlocutori professionisti di trarne, pubblicamente così come pubblico è stato il suo comunicato stampa, le debite conclusioni".

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