Domenica 1 aprile (alle 16) I Pupi di Stac in "Il Prode Orlandino" al Teatro della Limonaia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 marzo 2001 18:48
Domenica 1 aprile (alle 16) I Pupi di Stac in

Compagnia storica, che dalla nascita ad oggi ha visto un passaggio di testimone felicissimo dal fondatore, Carlo Stacciali (da cui il nome del gruppo), a Laura Poli prima e al figlio Enrico Spinelli poi, I pupi di Stac propongono a Firenze in Italia ed Europa il loro teatro di figura basato su bellissime marionette senza fili, animate dal basso. Le marionette vivono nelle baracche, veri e propri teatri in miniatura, attrezzati con sipari, quinte e fondali; il dialogo con il pubblico ed il ritmo teatrale assai serrato sono alla base del successo del gruppo, che è presente in Perline 2001 con ben due appuntamenti.

Questo primo lavoro è uno degli spettacoli più fortunati della compagnia, creato nel 1985, e narra, per bocca di una nonna, una antica novella. Alla corte del re arriva un ragazzino in cerca di fortuna. Per l'invidia dei servitori è costretto a fronteggiare un orco terribile, ma il lieto fine è in agguato. Per il Prode Orlandino i Pupi abbandonano i classici burattini di legno e fanno protagonisti della loro narrazione delle marionette in lattice, gomma piuma e fibra di vetro, appoggiandosi anche sul linguaggio straordinario del teatro delle ombre e le loro infinite suggestioni.
Alle 18 "A caccia d'orsi" di Lev Nikolaevic Tolstoj, in due spazi diversi del teatro due versioni della stessa fiaba presentate in contemporanea dal Laboratorio Nove.
Un nobile cacciatore d'orsi si ritrova più volte, insieme ai suoi servitori, faccia a faccia col medesimo orso, colpito ma non ucciso durante una battuta di caccia.

Seguire "traccia traccia" le orme dell'orso attraverso un bosco fitto, bianco immacolato, abitato dal silenzio, stando immersi nella neve fino al busto ed esposti al gelo non è semplice, soprattutto se l'orso comincia a ingegnarsi inventando una serie di veri e propri "trucchi", e mettendo in campo una straordinaria furbizia in un lavoro di vero e proprio depistaggio dei cacciatori!! Una fiaba in cui Tolstoj ci racconta la magia del bosco, mondo bianchissimo, accecante, in cui gli alberi, nella foschia della sera, sembrano le colonne d'avorio di enormi palazzi incantati, dove tutto pare irreale e le stelle, camminando, ti sembrano migliaia di lucine che ti vengono incontro.

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