Mucca pazza: laboratorio di analisi a Pisa o Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 gennaio 2001 15:33
Mucca pazza: laboratorio di analisi a Pisa o Firenze

I test rapidi per accertare l'eventuale presenza di encefalopatia bovina spongiforme (BSE), pi— nota come sindrome ùdella mucca pazza, saranno effettuati anche in Toscana, in un laboratorio che verr… individuato a Firenze o a Pisa dall'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana. "In questo senso - precisa l'assessore regionale alla sanità Enrico Rossi - ho già dato specifiche disposizioni all'Istituto affinch‚ provveda nei tempi più rapidi possibili".

La nota dell'assessore fa seguito alla notizia comparsa su alcuni quotidiani secondo la quale sarebbe impossibile fare i test in Toscana. "E' necessario precisare - aggiunge Rossi - che i ritardi nell'avvio del sistema non sono imputabili alla Regione Toscana né all'Istituto zooprofilattico delle due Regioni, bensì ad una difficoltà oggettiva a reperire le attrezzature di laboratorio ed i kit diagnostici, non avendo trovato nelle ditte fornitrici una immediata corrispondenza alle richieste".
Il decreto ministeriale che prevede i test rapidi per l'accertamento dell'encefalopatia bovina spongiforme stabilisce che i materiali specifici a rischio BSE prelevati ai fini diagnostici debbano essere testati esclusivamente presso gli Istituti zooprofilattici sperimentali.

"E' opportuno sottolineare - scrive ancora l'assessore Rossi - che l'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana è tenuto, a termini di legge, all'erogazione delle proprie prestazioni in modo uniforme sia per le richieste provenienti dalla Regione Toscana come per quelle provenienti dalla Regione Lazio. Ciò significa che non ci sono n‚ ci devono essere difformità, ritardi o problemi nell'erogazione del servizio nei confronti degli operatori del settore zootecnico tanto toscani quanto del laziali".
Per la sola Toscana, sono stimate in circa 5.000 le richieste di test annuali, che si riferiscono al numero di animali per la cui tipologia le norme in vigore prevedono l'obbligo di essere sottoposti a test.
"Nel corso di una riunione tenutasi il 4 gennaio scorso - aggiunge Rossi - sono state inoltre affrontate le problematiche riguardanti l'identificazione degli animali, il prelievo dei campioni, il loro conferimento alle sedi provinciali dell'Istituto zooprofilattico sperimentale, l'esecuzione dei test e la loro refertazione.

Ai servizi veterinari delle Aziende U.S.L. Š stato richiesto specificatamente di sviluppare stretti contatti con gli operatori del settore, per poter intervenire e gestire le situazioni contingenti fino al raggiungimento della piena messa a regime del sistema".

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