E al sabato tutti indiscoteca

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 novembre 2000 14:20
E al sabato tutti indiscoteca

Hanno venduto milioni di dischi (due milioni solo con i singoli Open Your Eyes e Lord of the Boars), hanno ricevuto premi da Comet, Echo e Mtv, ed hanno passato ben diciotto mesi in tour tra Europa e Stai Uniti. Sono i tedeschi GUANO APES, nuovo fenomeno del rock mondiale, in concerto domenica 12 novembre al Tenax (ingresso dalle ore 19, inizio spettacolo ore 20, biglietto 30.000 lire) per la presentazione dell’ultimo album Don’t Give Me Names. Una formazione che annovera anche in Italia folte schiere di fans, come dimostra la caccia al biglietto in atto in questi giorni per il concerto fiorentino (a proposito: prevendite ancora disponibili).

La tranquilla campagna danese non sembra essere il posto ideale per ospitare una delle rock bands più popolari in Europa. Eppure, è stato proprio questo il posto che i Guano Apes hanno scelto per ritrovare creatività ed energia. Come spiega Henning Ruemenapp, il chitarrista del gruppo, il bisogno di isolarsi era davvero molto sentito: "Dopo diciotto mesi di concerti, eravamo esausti e dovevamo superare un vero e proprio blocco creativo". La Danimarca è stata la panacea, come ricorda Henning: "All'improvviso, abbiamo ripreso a suonare e a improvvisare proprio come all'inizio, abbiamo collaborato in maniera fantastica e le canzoni nate in maniera così spontanea sono diventate la spina dorsale del nuovo album".

Ora torniamo indietro nel tempo: nel 1998 i Guano Apes hanno vinto un gran numero di premi del mondo della musica: in tutte le "nomination" era presente il gruppo di Goettingen. Ad oggi, in tutto il mondo, gli Apes hanno venduto quasi due milioni di copie dei singoli "Open Your Eyes" e "Lord Of The Boards", entrambi tratti da Proud Like A God, il loro primo album, lo stesso che è stato proclamato "l'album di debutto in inglese da parte di un gruppo rock tedesco che ha venduto di più. "Mentre il mondo della musica cominciava a conoscere Sandra Nasic, Henning Ruemenapp, Dennis Poshwatta e Stefan Ude, i Guano Apes dal canto loro cominciavano a conoscere tutto il mondo.

La qualità dei loro concerti e la quantità degli spettatori hanno contribuito ad incrementare la vendita dei dischi. I quattro si sono spinti negli angoli più remoti dell'Europa e in Polonia, al termine di un concerto memorabile, la folla entusiasta ha inseguito la band per ottenere degli autografi. "Per un momento ci sembrava di essere delle vere pop stars!" Naturalmente, la Polonia non è stato l'unico paese a reagire in questo modo. "E' sempre difficile scegliere un solo concerto, ma - dichiara Henning - ricordo in maniera particolare un concerto in Portogallo, in un anfiteatro davanti a diecimila persone.

Dal primo accordo, i ragazzi sono completamente impazziti.
Proprio davanti al palco hanno cominciato a ballare "pogo" e sono andati avanti per tutto il concerto. Non so alla fine chi era più esausto: loro o noi!"
Dopo l'Europa gli Apes sono partiti alla conquista dell'America, cosa non facile per una band tedesca. Tuttavia, il loro primo album, pubblicato negli Stati Uniti ell'ottobre del 1999, ha riscosso un buon successo e il singolo "Open Your Eyes" ha raggiunto la quarta posizione della classifica di "alternative rock".

La partecipazione, come gruppo spalla, ai tour dei Creed e dei Sevendust, gruppi che hanno venduto milioni di copie, è stata importante per la credibilità delle loro esibizioni live e ha permesso ai Guano Apes di tenere un tour americano di otto settimane con i P.O.D. Nel corso di questi tour non sono mancati episodi curiosi, come quando i Guano Apes hanno dovuto terminare un concerto prima delle otto di sera, perché il locale doveva ospitare una serata danzante o come l'incontro con una "rodie" che, dopo aver dichiarato di sapere il tedesco, ha messo al tappeto i componenti del gruppo parlando in maniera incomprensibile! Ora torniamo ai nostri giorni.

Il titolo del nuovo album "Don't Give Me Names", è legato alla volontà del gruppo di non essere inserito in nessuna nicchia o categoria e di non riconoscere nessuna frontiera musicale. La complessità del lavoro conferma questo bisogno. Proprio come in quella dell'album precedente, nella copertina di Don't Give Me Names c'è l'immagine di un insetto terribile. Inoltre, la frase che dà il titolo all'album è inserita anche nel testo di "Living In A Lie", che ricorda "Proud Like A God". Il gruppo è maturato, impegnandosi a perfezionare la scrittura e la produzione delle canzoni.

Wolfgang Stach e Ronald Prent, che avevano già spinto il gruppo a dare il meglio in occasione del debutto, hanno collaborato anche questa volta, producendo Don't Give Me Names con l'aiuto di Fabio Trentini. Questi conosce il gruppo da sempre e ha curato la registrazione del loro primo demotape. Don't Give Me Names è ricco di energia e diventerà sicuramente parte della storia del rock. "Innocent Greed", la prima canzone, è uno dei momenti più belli del repertorio "live" della band. In questo brano colpiscono la forza del riff, la profondità del groove e l'interpretazione vocale di Sandra Nasic, che ricorda quelle delle cantanti storiche del rock.

"No Speech" ha un ritornello che rimane impresso per mesi, mentre "Heaven" è una ballad accattivante. "No Fillers, Just Killers..."
Continuano i Nobody’s Perfect del Tenax, i nuovi appuntamenti del sabato all’insegna della cultura “house”. Una grande kermesse, un’entità in continua evoluzione, senza schemi o formule definite. Ospite d’onore dell’appuntamento di sabato 11 novembre sarà RICKY MORRISON, tra i più acclamati Dj della scena house inglese. Un artista abituato a calcare le scene di locali come Ministry of Sound, Hard Times, Southport Dance Weekenders, ovvero i templi del nightlife d’Oltremanica, locali dove nel week-end si ritrovano migliaia e migliaia di giovani.

La carriera di RICKY MORRISON inizia nella prima metà degli anni ’80: il debutto avviene nell’ambito delle celebri Dance Wicked Nites dell’Arches, dove MORRISON riesce subito a mettersi in mostra. Di lì a poco MORRISON approda alla consolle di locali quali il Garage City e il The Satellite Club, continuando, di giorno, a fare il tecnico di computer. Nel 1991 la svolta: nel quartiere londinese di Soho, MORRISON apre i battenti del “Catch a Groove”, un negozio di dischi, ma anche uno studio discografico ed un punto di incontro per gli amanti dell’house sound: nel giro di pochi mesi “Catch a Groove” diventa quindi un luogo fondamentale per la diffusione dell’house americana in tutta Europa.

Intanto MORRISON continua con successo l’attività di Dj: il suo stile innovativo e le capacità tecniche lo impongono all’attenzione del grande pubblico, facendogli guadagnare la stima di molti colleghi americani, in particolare di Little Louie Vega - uno dei padri dell’house a stelle e strisce - con cui MORRISON instaura una stretta collaborazione. Non a caso, proprio al Dj inglese viene affidata la consolle del Camden Palace di Londra e del Liquid di Miami durante le ultime due feste di compleanno di Vega.

Il resto è storia dei giorni nostri: tra una session e l’altra, RICKY MORRISON mette in piedi (insieme a Fran Sidoli) l’M&S Studio, dando vita ad uno dei più importanti laboratori di remix del Regno Unito. Al fianco di MORRISON, nelle vesti di resident Dj, sabato prossimo sarà di scena anche Alex Neri, uno dei Dj/musicisti italiani più apprezzato all’estero, un artista che con le sue uscite discografiche ha sfondato il tradizionale muro di diffidenza verso le produzioni italiane, contribuendo a creare un’inversione di tendenza che ha portato il nostro paese ad assumere un posto di primaria importanza nel mercato della musica house.
Techno-hard/house-and electronica sabato anche al Club Imperiale di Tirrenia e al Fitzcarraldo di Terranuova Bracciolini.

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