Accordo multilaterale in materia di investimenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 1999 01:47
Accordo multilaterale in materia di investimenti

La VII Commissione della Provincia di Firenze, presieduta da Riccardo Gori, dopo aver discusso due ordini del giorno presentati l’uno da Mirna Migliorini e Pietro Zecca, consiglieri provinciali del Pds, e l’altro dal consigliere dei Verdi Alberto Di Cintio, ha presentato al consiglio provinciale, che lo ha approvato all’unanimità, un ordine del giorno con il quale si invita la giunta a farsi interprete presso il Parlamento e il Governo della contrarietà al progetto Accordo multilaterale in materia di investimenti, una sorta di "costituzione dell’economia globale" che mira a mettere ordine negli oltre 1800 accordi bilaterali conclusi fra i vari Paesi in relazione all’enorme aumento di investimenti diretti esteri (cosiddetti Ide), in gran parte fatti dai Paesi europei.
Il consiglio provinciale stigmatizza "il deficit di trasparenza con cui si sono svolte da parte dei Governi nazionali le trattative sul Mai" e impegna il Presidente della Giunta "a chiedere al Parlamento, al Governo e a tutti gli eletti nelle varie sedi istituzionali con i voti dei cittadini della Provincia... di contrastare l’Accordo multilaterale sugli investimenti nella stesura odierna, in qualsiasi sede internazionale esso venga riproposto".
Il ‘Mai’, elaborato in sede europea ma contestato anche nel Parlamento continentale, in sintesi contratta senza condizioni gli investimenti nei Paesi in via di sviluppo.

Investitori nazionali e stranieri sono messi sullo stesso piano ed è proibito esigere dagli investitori stranieri determinati requisiti (come esportazione, acquisto di materie prime, assunzione di manodopera) come condizioni per l’approvazione di un investimento o la concessione di incentivi economici.
Per il consiglio provinciale la questione della protezione degli investimenti deve essere esaminata in un quadro davvero multilaterale "che comprenda l’insieme dei Paesi in via di sviluppo e che l’esame di tale questione da parte dell’Organizzazione mondiale del commercio integri i risultati delle conferenze delle Nazioni Unite, in particolare per quanto riguarda l’ambiente e la dimensione sociale".

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