Nuvole di polvere dal cantiere per il nuovo casello A1 di Barberino di Mugello

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 giugno 2005 14:09
Nuvole di polvere dal cantiere per il nuovo casello A1 di Barberino di Mugello

Risale al 6 dicembre 2004 il primo esposto - accompagnato da numerose fotografie - che Idra ha inviato all’ARPAT dopo che era stata segnalata e documentata all’associazione ecologista fiorentina una preoccupante situazione di inquinamento sia atmosferico sia del fiume Sieve nell’area in cui si sta costruendo la rotonda per la viabilità del nuovo casello autostradale A1 a Barberino di Mugello.

Idra scriveva: “Del materiale bianco che viene disteso sul terreno a strati e ricoperto via via da altri strati di terra andrebbe a inquinare in maniera palese l’aria circostante le lavorazioni e le acque del fiume, poche centinaia di metri a monte della sua immissione nell’invaso di Bilancino.

Chiediamo che la circostanza venga verificata e siano eventualmente adottati i provvedimenti del caso, inclusi quelli necessari a far cessare immediatamente l’inquinamento paventato”. Il “materiale bianco” segnalato era calce viva, si è saputo successivamente: viene utilizzata per costruire il massiccio terrapieno su cui dovrà essere ospitata la rotonda. Ma le tecniche adottate per spargerla e consolidarla si sono rivelate nel tempo costantemente invasive. Non solo le acque della Sieve si sono intorbidate a poche centinaia di metri dall’invaso di Bilancino.

Una nuvola di polvere abbastanza densa e ampia da poter essere agevolmente fotografata (vedi foto 1-4 allegate) ha invaso per mesi l’ambiente circostante il cantiere, provocando disagi e, si paventa, possibili conseguenze sulla salute di chi ha dovuto respirare quell’aria. Gli esposti si sono succeduti con estenuante regolarità, insieme alle foto che continuavano ad aggiornare su quello che accadeva.

Il 16 dicembre 2004 l’ARPAT ha risposto a Idra facendo sapere che accertamenti erano stati già effettuati in zona, in relazione ai lavori che si svolgevano lì accanto per la realizzazione del centro commerciale “Barberino Factory Outlet”.

A ottobre 2004 era stato appurato che “il transito degli automezzi di carico sulla viabilità pubblica in località Scopicci provoca l’innalzamento di una notevole quantità di polvere”, che “i mezzi in transito risultano privi di copertura”, “il manto stradale risulta completamente ricoperto di polvere” e “il deposito dei cumuli non pare sufficientemente attrezzato per garantire una adeguata bagnatura della superficie”. In località Cavallina, inoltre, si era accertato che “in prossimità del ponte posto sulla strada provinciale che conduce alle Croci di Calenzano il fiume Sieve presentava acqua sporca di fango”.

Gli esiti di questi accertamenti, e le indicazioni fornite dall’ARPAT per evitare ulteriore inquinamento, compresa “una organizzazione della cantierizzazione in grado di salvaguardare l’ambiente in generale e, in particolare, le acque del Lago di Bilancino”, erano stati comunicati al Sindaco e alla Polizia Municipale di Barberino, all’Assessore all’Ambiente della Provincia, all’ASL e alle imprese impegnate nei lavori. A dicembre 2004, la stessa ARPAT aveva comunicato ai medesimi destinatari gli esiti di un ulteriore controllo, presso il ponte di Latera: “E’ stato constatato che il fiume Sieve mostrava una torbidità elevata”, e che “dai successivi accertamenti è emerso che si stanno effettuando i lavori di risistemazione delle sponde del Fiume Sieve per la realizzazione del complesso “Barberino Factory Outlet”.

Le lavorazioni avvengono senza la benché minima precauzione per salvaguardare il corso d’acqua”.

Il 23 dicembre 2004 Idra trasmetteva all’ARPAT altre 26 foto, che documentavano la persistenza delle nubi di polvere nel mese di dicembre nell’area dei lavori per il nuovo casello autostradale.

Il 31 dicembre, Idra spediva all’ARPAT anche una copia della lettera con cui il Comune di Barberino, il 23 dicembre 2004, “a seguito di segnalazioni pervenute da parte di cittadini ed associazioni, circa la elevata presenza di polveri, e il possibile intorbidamento delle acque del fiume Sieve, a seguito dell’inizio dei lavori di costruzione del nuovo svincolo di Barberino”, chiedeva all’Osservatorio Ambientale per la Variante di Valico, alla SPEA (la Società di servizi di ingegneria del Gruppo Autostrade) e (curiosamente) all’associazione Idra “di conoscere i dati del monitoraggio ante-operam” e “di voler fornire i dati più recenti disponibili ovvero, qualora non vi siano dati sufficientemente aggiornati, di voler disporre una misurazione ad hoc in corso d’opera”.

Il 18 gennaio 2005 l’ARPAT scriveva alla Regione Toscana e al Comune di Barberino per riferire sul sopralluogo effettuato l’11 gennaio e per chiedere “la documentazione relativa al cantiere” e “le eventuali opere di mitigazione previste dall’istruttoria VIA, sia per quanto concerne l’inquinamento atmosferico, da emissioni diffuse, che l’inquinamento idrico”, e al responsabile dell’Area VAS, VIA, GIM “che vengano comunicati gli accertamenti eventualmente svolti, sia direttamente dall’Area o dall’Osservatorio Ambientale, per la verifica del cantiere” .

Alla Società Autostrade, infine, l’ARPAT chiedeva altre notizie sulle lavorazioni in corso, e “quali provvedimenti di mitigazione sarebbero stati eventualmente adottati”.

Una risposta datata 31 gennaio parte il 7 febbraio dal Comune di Barberino: nell’allegare le comunicazioni inviate dalla Segreteria dell’Osservatorio Ambientale e Socio-Economico della Variante di Valico e da SPEA, il Comune spiega che “poiché non risultano ancora disponibili dati sulla campagna di monitoraggio in corso d’opera, il Comune provvederà a chiedere conto alla Segreteria dell’Osservatorio ed a SPEA, invitando a fornire i dati richiesti ovvero alla immediata attivazione della campagna di monitoraggio”.

Il documento dell’Osservatorio allegato alla lettera del Comune fa sapere che un solo punto di rilievo è previsto per il monitoraggio dei principali parametri atmosferici, e che su quello “sono disponibili sul sito web i dati relativi ai quattro rilievi ante operam svolti dal IV trimestre 2002 al III trimestre 2003”, ma “non sono previste misure in corso d’opera, secondo quanto stabilito dal PMA [il Piano di Monitoraggio Ambientale?, ndr]”.

Si prevedeva forse che tutto dovesse filar liscio? Così non è stato (e tuttora non è), ma nessuno strumento ha potuto misurare l’inquinamento.

Quanto al monitoraggio della qualità delle acque, il documento riferisce che almeno in alcuni siti “è stata eseguita una campagna in corso d’opera nel corso del IV trimestre 2004”, ma che i dati “non sono stati ancora consegnati”.

Che fine abbia fatto l’invito del Comune alla “immediata attivazione della campagna di monitoraggio” non ci è dato sapere.

Ma sappiamo bene che le nubi di polvere hanno continuato tranquillamente a imperversare, anche nei mesi successivi.

Infatti l’8 febbraio 2005 Idra tornava a scrivere all’ARPAT allegando nuove foto.

E il 4 marzo l’ARPAT riprendeva carta e penna per indirizzare un’altra nota al sindaco di Barberino e alla Regione Toscana, che venivano informati del nuovo sopralluogo effettuato il 9 febbraio dal “Servizio sub-provinciale Mugello - Piana di Sesto” dall’ARPAT presso il cantiere, nel corso del quale si era constatato che “dalla lavorazione, in particolare dal mescolamento, si forma effettivamente una polvere fine”.

Il Servizio fa notare che “come più volte abbiamo fatto presente, sia nella corrispondenza trasmessa che durante le riunioni, in questo momento il Servizio non è a conoscenza delle autorizzazioni effettivamente rilasciate”. Non solo: a proposito del monitoraggio “si chiede che i dati vengano messi a nostra disposizione, per le problematiche di competenza” e “si chiede che venga trasmesso (...) il piano di monitoraggio (...) con le indicazioni dei parametri, frequenze, fase di cantierizzazione a cui questo si riferisce”.

Per finire, “si rimane in attesa della documentazione e delle informazioni, richieste e non pervenute”: ci si riferisce, sembra di capire, alla lettera inviata quasi due mesi prima.

Ancora il 24 marzo 2005 Idra tornava a chiedere all’ARPAT un intervento urgente visto il perdurare dell’emergenza-polvere. E sette giorni dopo, il 31 marzo, l’ARPAT rispondeva a Idra: “Si comunica di aver registrato la segnalazione inviata e di avere dato avvio al procedimento ed agli accertamenti di nostra competenza, che purtroppo, per il carico di lavoro del Servizio, non potranno avvenire in tempi brevi (...).

Dal momento che vi potrebbero essere aspetti relativi all’impatto ambientale, la Sua segnalazione verrà trasmessa anche all’Osservatorio Ambientale della Variante di valico”.

Ecco infine cosa riporta l’ultima lettera inviata dall’ARPAT a Idra l’8 giugno 2005: “In relazione alle numerose richieste di informazioni sugli esiti degli accertamenti effettuati a seguito delle segnalazioni relative alla diffusione di polvere nella realizzazione del nuovo svincolo di Barberino di Mugello (...) il problema è all’attenzione dell’Osservatorio (...).

Pertanto, eventuali ulteriori informazioni potranno essere richieste a tale struttura”. E aggiunge: “La Sua nota del 24 marzo è stata inviata all’Osservatorio in data 31 marzo 2005”. Allegata alla lettera c’è anche una nota a firma della Segreteria Tecnica dell’Osservatorio, datata 5 maggio 2005 e indirizzata all’ARPAT. Vi si legge che “in seguito alla segnalazione in oggetto, da Lei trasmessa il 31 marzo, è stata attivata presso l’Osservatorio Ambientale della Regione Toscana una procedura di verifica dell’adeguatezza del piano di monitoraggio nell’area dello Svincolo di Barberino di Mugello, con particolare riferimento alle polveri totali sospese nell’atmosfera.

La Segreteria Tecnica, di concerto col Supporto Tecnico ARPAT e con SPEA monitoraggio, sta valutando l’opportunità e le modalità volte ad integrare il piano di monitoraggio presso la località in oggetto”.

Dopo il primo esposto a dicembre 2004, dunque, una serie estenuante di lettere, segnalazioni, fotografie, sopralluoghi, richieste, promesse. Carte a destra, carte a sinistra. Ma alla fine, solo ... carte. Di provvedimenti in grado di restituire respirabilità e decoro a quell’area non se ne sono visti.

Dall’ultima lettera dell’Osservatorio è passato un altro mese e mezzo ma niente è cambiato: i lavori proseguono, la polvere pure.

Niente è cambiato neppure dopo che Idra ha inoltrato nuovi esposti con foto recentissime al Corpo Forestale dello Stato (l’8 e il 9 giugno 2005) e all’ASL (il 15 giugno).

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