(MONTELUPO - 8 marzo 2005) Una rappresentanza dei ragazzi delle Scuole Elementari e Medie, i sindaci dei comuni del Circondario Empolese - Valdelsa e di Lastra a Signa, persone che direttamente o attraverso la memoria di parenti hanno vissuto i tragici eventi del 1944 hanno partecipato alla cerimonia tenutasi questa mattina a Montelupo Fiorentino.
Tutti gli interventi hanno ribadito la centralità della memoria come mezzo per evitare il ripetersi di atrocità simili e come garanzia della libertà e della democrazia.
"A distanza di 61 anni la cerimonia avviene l'8 marzo e non la domenica successiva, questo per ribadire la volontà dell'amministrazione e della società civile di far diventare questa ricorrenza un momento di riflessione anche politica", ha introdotto l'assessore Luca Rovai.
L'onorevole Valdo Spini ripercorrendo gli eventi e contestualizzandoli nel più ampio panorama nazionale ed internazionale ha ribadito la sua ferma opposizione alla proposta di legge che vuole un'indennità anche per coloro che presero parte alla Repubblica Sociale Italiana.
"La nostra Repubblica è nata dalla volontà di segnare una discontinuità istituzionale rispetto alle condizioni che avevano portato all'affermazione del fascismo, quindi dell'antifascismo. E' stata la battaglia antifascista e della resistenza che ha rimesso nelle mani degli italiani la decisione tra monarchia e repubblica e che ha visto l'affermazione di questa".
Adriana Dadà, storica dell'Università di Firenze, ha puntato l'attenzione sulla quotidianità stravolta dalle azioni efferate dei repubblichini e dei nazisti, suggerendo di rivalutare il ruolo che le donne ebbero in quel periodo.
"Ci furono donne finite nei campi di concentramento, donne mandate al confine, donne arrestate; ci furono anche donne che rimasero a casa quando i loro uomini erano a combattere e erano stati catturati e mandarono avanti la famiglia, l'economia e con queste il sistema paese. Attualmente mi sto occupando di recuperare le storie di queste donne e vorrei coinvolgere molte realtà, anche quelle come Montelupo Fiorentino".
Per il sindaco Rossana Mori gli eventi dell'8 marzo 1944 sono monito per le azioni e le scelte quotidiane "ogni volta che lediamo un diritto, limitiamo la libertà di un uomo, scegliamo la violenza, compiano atti equiparabili a quelli di chi sostenne i rastrellamenti"
Rispetto alle vicende passate ricorda che i responsabili furono in prevalenza persone della zona non nazisti "persone che fino la giorno precedente avevano convissuto pacificamente si trovarono come oppresso e oppressore, in quei rastrellamenti ebbero un ruolo centrale anche vendette trasversali ed invidie, ma questi sono sentimenti umani, fu il clima diffuso di odio, la militarizzazione dello stato e la legittimazione della violenza che portarono a queste tragiche conseguenze.
Non è un caso se coloro che uscirono da questo periodo e scrissero la costituzione inserirono l'articolo: L'Italia ripudia la guerra".