FIRENZE - Piercing addio, almeno per i minori di 18 anni. E addio anche al tatuaggio selvaggio. La nuova legge regionale sulle attività di estetica, tatuaggio e piercing, mette lo stop anche alle attività dei centri di snellimento non qualificati ed alle abbronzature effettuate al di fuori da ogni controllo. Ad approvare la normativa, con i voti favorevoli dei gruppi del Centrosinistra, di Rifondazione comunista e di Alleanza nazionale, le astensioni di Forza Italia ed Unione democratico cristiana, è stato il Consiglio regionale della Toscana a conclusione di un dibattito ampio ed articolato punto di arrivo di mesi e mesi di lavoro svolto prima dalla Giunta regionale e poi dalle commissioni Terza e Quarta che si occupano rispettivamente di Attività produttive e Sanità e servizi sociali.
La nuova legge definisce in che cosa devono consistere le attività di estetica, includendo in esse anche quelle finalizzate allo snellimento e al modellamento della figura, ed inoltre dice che esse devono essere svolte solo da coloro che hanno conseguito la qualifica professionale di estetista. Sono specificate anche le attrezzature che possono essere usate. Viene proibito il laser estetico. In base a questa legge, inoltre, non sarà più possibile eseguire tatuaggi e piercing ai minori di anni 18 senza il consenso dei genitori.
Il piercing al padiglione auricolare non è considerato dannoso ed è permesso ai minori di 14 anni. L’attività di tatuaggio e piercing, inoltre, dovrà essere svolta in sedi rispondenti a precisi requisiti igienici e sanitari, così come da ora in poi saranno previsti corsi di formazione distinti per conseguire la qualifica di estetista e quella di operatore di tatuaggio e piercing. Gli addetti ai lavori hanno cinque anni di tempo per munirsi dell’abilitazione. Sarà vietata anche ogni attività in forma itinerante o di posteggio.
In Aula consiliare il provvedimento è stato illustrato dal presidente della Quarta commissione, Federico Gelli, il quale ha evidenziato come questa legge faccia chiarezza e metta regole nel settore dell’estetica distinguendo la medicina estetica dalle altre attività. Con questa normativa, ha sottolineato Gelli, non solo finalmente vengono stabilite norme certe e chiare riguardo al settore delle diete, dello snellimento, delle saune, delle lampade abbronzanti, del tatuaggio e del piercing, fornendo indicazioni sulle modalità di svolgimento di queste attività e stabilendo alcuni divieti, ma anche si obbligano gli operatori a frequentare adeguati percorsi formativi.
Sull’importanza della formazione si è espressa anche Annamaria Celesti, vicepresidente della stessa commissione, che ha però sottolineato quello che per lei è un punto debole di questa normativa, ovvero il fatto che il testo di legge non prevede a suo dire regolamenti e controlli sufficienti sui centri di dimagrimento, motivo per cui, pur condividendone l’impianto, non se l’è sentita di sostenerla con un voto a favore. Secondo Virgilio Luvisotti, invece, queste attività necessitavano di una regolamentazione e questa legge ha il merito di regolamentare la materia e pertanto il consigliere ha espresso il voto favorevole.
Secondo il presidente della Terza commissione, Loriano Valentini, la vecchia legge andava adeguata e questa nuova legge è nata proprio a partire da questa esigenza. La nuova normativa, secondo Valentini, mette regole ad un settore importante in cui la deregolamentazione era deleteria. Essa, secondo Valentini, stabilisce norme di salvaguardia ed offre nuove opportunità. In Toscana i centri di estetica e gli estetisti manterranno una loro completa autonomia rispetto agli operatori dei tatuaggi e dei piercing, tanto è vero che viene confermata la figura professionale dell’estetista mentre l’operatore di tatuaggio e di piercing, che non potrà fare anche l’attività di estetista, sarà un’altra figura professionale.
Il dibattito è stato concluso dall’intervento dell’assessore al Diritto alla salute, Enrico Rossi, secondo cui la Toscana si è dotata di una buona legge anche se occorre distinguere con chiarezza due piani contigui ma differenti, quello della salute e quello del benessere, perché da una parte ci sono e devono esserci le pratiche mediche e dall’altra quelle del benessere e del miglioramento dell’aspetto fisico. Medicina ed attività di estetica possono concorrere entrambi al benessere psicofisico della persona, ha precisato Rossi, ma ci sono attività che sono di pertinenza medica e nelle quali solo gli specialisti dermatologi od i professionisti di medicina estetica possono addentrarsi.
Via libera a maggioranza da parte del Consiglio regionale alla legge sull’affidamento, la conservazione e la dispersione delle ceneri derivanti dalla cremazione dei defunti.
Si tratta della prima normativa toscana in materia e va ad integrare la legge nazionale sulla cremazione in vigore dal 2001. E’ anche una delle prime leggi regionali di questo tipo in Italia. La battistrada è stata la Regione Piemonte la cui legge, al contrario di quella toscana, disciplina anche la cremazione dei defunti. Una particolarità della nuova normativa è che consentirà la dispersione delle ceneri solo in determinati luoghi, come ad esempio in mare ad oltre mezzo miglio dalla costa, nei laghi ad almeno cento metri dalla riva o in montagna a più di duecento metri dalle abitazioni, dettando anche alcune modalità da osservare.
La legge è stata approvata a maggioranza con i voti del Centrosinistra e di Rifondazione comunista, il voto contrario di molti consiglieri del Centrodestra, ma quello favorevole di Annamaria Celesti e Paolo Marcheschi anche in virtù del fatto che Forza Italia ha lasciato libertà di voto. Ad illustrare in Aula consiliare la legge è stato il presidente della Quarta commissione alla Sanità e sicurezza sociale, Federico Gelli, che ha ricordato come la Chiesa cattolica, ormai da tempo, abbia dichiarato di non essere contraria alla cremazione.
Gelli ha poi specificato che le Amministrazioni comunali devono determinare le entità delle sanzioni da comminare a chi contravviene le disposizioni sui luoghi e le modalità. Le attività di affidamento, conservazione e dispersione delle ceneri, ha aggiunto Gelli, non possono dar luogo ad attività a fini di lucro. Ed anche questo è previsto dal testo di legge che si conclude, fra l’altro, con l’obbligo da parte dei Comuni e della Regione di offrire un’adeguata informazione. Gelli ha anche affermato che questa legge rappresenta un vero salto culturale e di rispetto della volontà dei cittadini.
Nel corso del dibattito che si è sviluppato sono emerse posizioni differenti sull’argomento. Franco Banchi ha chiesto che, in casi come questo, piuttosto che una valutazione strettamente politica o amministrativa si facciano valutazioni di natura maggiormente culturale, di coscienza, valutazioni di natura filosofica e morale, ed ha chiesto che la legge venisse respinta. Virgilio Luvisotti, nell’affermare di condividere l’impostazione di Banchi, ha ricordato che, secondo lui, una legge così fatta potrebbe urtare non poche sensibilità.
Occorre rispettare la tradizione culturale nazionale, ha detto Luvisotti, e non mettere in atto novità legislative che possono spezzare il legame spirituale fra chi lascia la vita terrena e chi rimane. Giovanni Barbagli si è detto d’accordo con Gelli ma anche col fatto che, inevitabilmente, questa legge si occupa di dare una regola legislativa ad un sentimento, quello di scegliere se farsi cremare o tumulare, che investe numerose questioni di ordine etico e morale. Alberto Monaci ha detto che non è possibile obbligare ad aver fede chi non ha fede, ma riferendosi a Banchi ha anche detto che le ragioni della fede non sono violate da nessuna disposizione di questo provvedimento.
Secondo Monaci era importante salvaguardare il rispetto a cui ogni defunto ha diritto, i suoi resti e la sua memoria, e questo è stato fatto. Questa legge, secondo Monaci, prevede una modalità di dispersione delle ceneri che non è in spregio alla corporeità e quindi non è in contrasto col mistero cristiano della Resurrezione. Pieraldo Ciucchi, che per primo aveva presentato una proposta di legge in questa materia, ha evidenziato l’importanza della libertà di scelta ed in particolare la volontà di rispettare la volontà del defunto.
Lorenzo Zirri si è detto contrario alla legge perché anche secondo lui esistono materie in cui, piuttosto che la logica politica o legislativa, dovrebbe prevalere l’aspetto culturale e di coscienza. Zirri ha inoltre affermato che compito dei legislatori è anche quello di proporre modelli sociali ed il modello che egli si sente di proporre, ha detto, è una società in cui abbiano valori anche gli aspetti culturali e di coscienza. Maurizio Bianconi ha chiesto rispetto per le scelte di tutti, ma ha aggiunto che personalmente trova positivo che ognuno possa sapere cosa sarà fatto del proprio corpo e dove andranno le ceneri.
Si è detto favorevole alla proposta di legge. Il vicepresidente della Giunta ed assessore alle Politiche sociali, Angelo Passaleva, ha evidenziato come la Chiesa abbia dichiarato esplicitamente di non essere contraria alla cremazione e neppure alla dispersione delle ceneri se non è fatta in disprezzo della corporeità e non è in contrasto col mistero della Resurrezione. Questa proposta di legge, ha commentato Passaleva, è ben fatta, rispetta la libertà delle persone e non contraddice i principi della religione cattolica.
Ha affermato di condividere l’impostazione del discorso di Monaci. La vicepresidente Celesti della commissione Sanità ha evidenziato come questa legge non obbliga nessuno a fare la cremazione e la dispersione delle ceneri. Tutto quello che con questa legge si vuole fare, secondo la Celesti, è legiferare nel rispetto della legge che già c’è a livello nazionale e nel rispetto delle scelte di tutti, credenti e non, com’è giusto che faccia uno Stato laico. Ogni individuo, ha concluso la Celesti, potrà scegliere liberamente cosa fare delle proprie ceneri.
Le conclusioni le ha tratte l’assessore al Diritto alla salute, Enrico Rossi, il quale ha detto che questa proposta di legge rispetta le scelte di tutti. Un aspetto innovativo di questa legge, ha aggiunto, è il rispetto del senso comunitario, il fatto che si riconosce che dentro ai cimiteri si possa ricordare con una targa anche chi ha scelto la cremazione in modo che, qualunque sia la scelta, il cimitero deve essere il luogo in cui può essere conservata la memoria di tutti. E’ importante infatti che le Istituzioni promuovano il mantenimento della ritualità e della memoria collettiva, ha concluso Rossi, che quindi ha ringraziato la commissione Sanità e il Consiglio regionale per il prezioso lavoro svolto.