Autonomie locali: costituita una commissione per riorganizzare le Province

Tra Consiglio regionale e Consiglio della autonomie locali. Monaci: “Condivisione bussola del nostro agire”. Nencini ai presidenti: “La disinformazione ha le gambe corte”. Il Presidente della Provincia di Firenze esprime la sua soddisfazione

Redazione Nove da Firenze
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10 agosto 2012 00:48
Autonomie locali: costituita una commissione per riorganizzare le Province

Firenze– Una commissione composta da sedici componenti: otto di designazione del Consiglio regionale (ossia il presidente dell’Assemblea o suo delegato ed i presidenti dei gruppi o loro delegati) e otto del Consiglio delle Autonomie locali. E’ quanto previsto dall’articolo 5 della legge regionale 68 del 2011, riguardante le “Norme in materia di autonomie locali”, ed è quanto deciso oggi pomeriggio – giovedì 9 agosto – nel corso della seduta congiunta tra Assemblea toscana e Cdal.

Gli otto componenti di designazione del Consiglio delle Autonomie locali sono il suo presidente ed altri sette membri comunicati dallo stesso Marco Filippeschi, che hanno incontrato il voto favorevole all’unanimità. Questi i loro nomi: Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno, in qualità di presidente dell’Anci; Maurizio Bettazzi, presidente del Consiglio comunale di Prato; Lidia Bai, sindaco di Massa Marittima; Oreste Giurlani, sindaco di Fabbriche di Vallico; Andrea Pieroni, presidente della Provincia di Pisa, in qualità di presidente dell’Upi Toscana; Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze; e Simone Bezzini, presidente della Provincia di Siena.Compito della commissione sarà quello di “svolgere approfondimenti al programma di lavoro comune di Consiglio regionale e Consiglio delle Autonomie, finalizzato all’elaborazione delle proposte per un complessivo riordino dell’ordinamento delle autonomie locali”.

I criteri individuati per la composizione della commissione rispettano i principi di pariteticità fra le due rappresentanze, piena rappresentatività dei gruppi politici e delle componenti istituzionali delle due istituzioni.“Questa seduta risponde all’esigenza di avviare un lavoro condiviso tra Autonomie locali e Consiglio regionale – ha spiegato il presidente dell’Assemblea toscana, Alberto Monaci, dando inizio ai lavori – per adempiere certo al dettato legislativo del decreto 95, ma anche per tenere aperto un dialogo col governo, per una ridefinizione dei parametri e delle procedure per la riorganizzazione delle Province, nel segno della cooperazione interistituzionale, che ha sempre caratterizzato i nostri rapporti”.

“Credo di interpretare il pensiero di tutto il Consiglio se dico che l’obiettivo della condivisione è la bussola che dovrà orientare il nostro agire, su questo tema, nelle prossime settimane – ha continuato -, provando a riannodare i fili di un discorso che le nostre rappresentanze parlamentari, condizionate certo dalla questione della fiducia, non hanno potuto portare avanti”. Da qui una garanzia precisa: “Nessun prezzo in termini di scelte istituzionali sarà pagato al vento dell’antipolitica; non è nelle nostre corde, e soprattutto non ce lo concede la funzione cui ci hanno chiamato i cittadini; abbiamo la presunzione che, per quel che ci è concesso – ha concluso Monaci - sapremo realizzare il miglior servizio nell’interesse dei cittadini, consapevoli della necessità che da questa partita restino fuori le polemiche, le accuse, i risentimenti, in favore di una comune, concreta, collaborazione al raggiungimento del miglior obiettivo possibile”.Gratitudine è stata espressa dal presidente del Cdal Marco Filippeschi: “Avremo il contributo di questa commissione paritetica, in una fase di accelerazione dei provvedimenti di riordino delle autonomie locali - ha commentato – con tempi molto stringenti per autonomie, Regioni e Governo.

Noi vogliamo considerare la fase ancora aperta per arrivare, insieme, ad un risultato commisurato alle attese”. “E’ possibile che due presidenti di provincia non siano a conoscenza di come la loro creatura sia stata partorita? La domanda è legittima, visto che siamo obbligati a difenderci perché si continua ad alimentare la disinformazione. Che, però, ha le gambe corte”. Così Riccardo Nencini, assessore regionale alle Riforme istituzionali, risponde alle critiche lanciate alla Regione da alcuni presidenti di provincia dopo l’approvazione del decreto sulla spending review, che ridisegna la mappa delle province italiane.

“Ricordo – prosegue Nencini – che la Regione Toscana si è mossa per prima in Italia sul fronte della riforma istituzionale, con la legge 68 approvata alla fine del 2011, ed è stata lungimirante. Oggi viene accusata da due province del contrario. Mi domando: se le province italiane, anziché difendere lo status quo, si fossero mosse con la stessa lungimiranza saremmo a questo punto? Consiglio di rileggere Cicerone: ‘critico portando idee nuove, non dando colpe’. Soprattutto a chi non ne ha”.

Secondo Nencini, “la posizione dei due presidenti obbliga la Regione a ristabilire la verità”. “E’ noto – spiega l’assessore – che è stata la Toscana, nella Conferenza delle Regioni, a formulare precise proposte, scrivendo un testo che il presidente Errani ha portato al confronto con il Governo: una norma che prevedeva che fossero le regioni a riscrivere la geografia delle nuove province, assumendo l’impegno a ridurle di numero. Il Governo non ha mai preso in considerazione questo testo e ha preferito una trattativa diretta con altri soggetti, in testa l’Anci”.

Quanto alle aree vaste, Nencini ricorda che “l’idea delle tre grandi aree per la Toscana risale agli anni ’90 e fu l’allora governatore Vannino Chiti a promuoverla. Nel tempo sono stati costruiti e modellati su questo schema alcuni servizi strategici, un’impostazione rafforzata dalla convinzione, sostenuta anche dall’Irpet e da altri istituti economici, che nel contesto della globalizzazione servono istituzioni forti e autorevoli. Una convinzione che abbiamo mantenuto in questi anni e che avremmo potuto trasformare in una seria riforma se il Governo ci avesse coinvolti e investiti di piena responsabilità in questa partita.

Cosa che, lo ripeto, non è mai accaduta”. “Adesso – conclude Nencini – i margini di manovra sono ristretti e la prospettiva di ritrovarsi una Toscana-Arcimboldo è concreta. Più delle polemiche, serve un’azione corale che porti il Governo a rileggere la norma nel decreto legge autunnale”. “Sono felice di far parte di questo gruppo di lavoro e sono sicuro che sarà un organo importante per trovare le migliori soluzioni in questo delicato momento di cambiamento”, ha commentato il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, appresa la notizia della nomina come membro della Commissione che avrà il compito di elaborare proposte per il riordino delle Province in Toscana.

“Nell’augurare buon lavoro a tutta la commissione, rinnovo il mio impegno e la mia massima disponibilità al dialogo – ha concluso Barducci - perchè la creazione delle Città Metropolitane possa finalmente prendere forma in un incontro congiunto tra i punti di vista dei vari soggetti istituzionali coinvolti”.

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