Sciopero: il primo marzo il trasporto si ferma anche in Toscana

Giovedi 1 marzo in tutta Italia è in programma l'astensione generale di tutti i vettori. Ecco cosa accadrà

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 febbraio 2012 14:23
Sciopero: il primo marzo il trasporto si ferma anche in Toscana

Tutto il comparto del trasporto, FILT-CGIL/FIT-CISL e UILT-UIL si ritrovano insieme per uno sciopero Nazionale di quattro ore il 1 marzo 2012. Lo sciopero regionale del personale ferroviario della Toscana, proclamato dalle 21.00 di mercoledì 29 febbraio alle 21.00 di giovedì 1 marzo, confluisce in quello nazionale del settore trasporti indetto per giovedì 1 marzo dalle 14 alle 18. Un evento eccezionale dopo tantissimi anni. In Toscana l'astensione dal lavoro avrà queste modalità:

Ferrovie circolazione: dalle ore 14 alle 18. Ferrovie impianti fissi: le ultime 4 ore di ogni turno Autostrade: le ultime 4 ore di ogni turno Anas: le ultime 4 ore di ogni turno Logistica e trasporto merci: le ultime 4 ore di ogni turno Porti:ultime 2 ore per i turnisti, ultime 4 ore per gli impianti fissi. Autoferrotranvieri: con modalità diverse da città a città.

A Firenze Ataf e Linea sciopereranno il 14 marzo, per l'eccessiva vicinanza altrimenti con lo sciopero dei lavoratori di Gest (Tramvia) in programma per oggi (dalle 13 alle 17).

Il segretario regionale della Fit-Cisl, Stefano Boni, così spiega le motivazioni che hanno portato anche i sindacati toscani ad aderire allo sciopero: "I Ferrovieri, gli Autoferrotranvieri, gli Addetti al trasporto Merci e Logistica, i Portuali, i Marittimi, gli Autostradali, gli Operatori dell’Anas e di tutti gli altri Vettori si sono ritrovati insieme per una grande azione di lotta alfine di rilanciare un piano nazionale e regionale dove il trasporto, sia delle merci che delle persone, venga messo al centro della politica del territorio.

I provvedimenti “Cresci Italia” del Governo Monti hanno messo in campo un piano di liberalizzazioni che minano il lavoro e le clausole sociali, con l’impoverimento delle tutele contrattuali nei confronti dei lavoratori, incentivando i bassi salari attraverso appalti e subappalti senza regole. La cancellazione, nella manovra del Governo, della previsione del contratto nazionale per le imprese ferroviarie, è un chiaro segnale per impoverire i diritti dei lavoratori, per mettere gli stessi sempre più in posizione di precarietà e nello stesso tempo anche un segnale alle imprese di qualsiasi attività produttiva, che si può fare a meno anche dei contratti nazionali.

Pertanto lo sciopero del 01 marzo riveste particolare importanza, e deve servire per attivare un tavolo di confronto con il Governo per una profonda correzione delle scelte fatte. Dall’altra parte deve anche sensibilizzare i Governi Regionali, affinché gli stessi si facciano realmente sentire e si cominci a parlare di trasporto per i cittadini per i lavoratori e le imprese. Necessario intervenire sulla regolazione e sulla programmazione dell’intero sistema a partire dalle tutele del lavoro e dai contratti nazionali, che possono essere uno strumento sia per incentivare lo sviluppo ma anche di garanzia.

A proposito di contratti e visto che abbiamo gli stipendi medi fra i più bassi D'Europa, chiediamo al Governo di fare la propria parte per rinnovare quelli scaduti da ormai 3/4 anni aiutando così a riprendere fiducia nelle Istituzioni e a rilanciare anche i consumi. Diciamo basta con la precarietà, basta con la soppressione dei contratti nazionali ed aziendali, basta con i bassi salari, basta fare cassa solo sul lavoro e sulle persone. Il Governo dimostri veramente di non rappresentare una sola parte o i poteri forti di questo Paese, indirizzando la politica e i provvedimenti legislativi e finanziari verso il TPL, verso il sistema logistico, insomma verso tutto il trasporto al servizio dei cittadini e dei lavoratori".

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