Firenze ricorda il terremoto de L’Aquila, nel racconto di una famiglia

A 3 anni dal sisma, a Firenze si torna a parlare delle problematiche legate alla ricostruzione. L’occasione è data dalla presentazione del libro “Ventitre secondi” di Alessandro Aquilio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 febbraio 2012 15:05
Firenze ricorda il terremoto de L’Aquila, nel racconto di una famiglia

A 3 anni dal sisma, a Firenze si torna a parlare delle problematiche legate alla ricostruzione. L’occasione è data dalla presentazione del libro “Ventitre secondi” di Alessandro Aquilio, di cui la cantautrice Paola Turci ha curato personalmente l’introduzione. Definito da Walter Veltroni “un libro universale”, nasce diario, si fa romanzo e conduce il lettore nella vita degli aquilani attraverso il racconto di una storia, quella di una famiglia.

Interviene la giornalista Michaela Barilari Firenze ricorda una delle vicende più drammatiche dell’Italia moderna: il terremoto che il 6 aprile 2009 ha messo in ginocchio un’intera città, L’Aquila, causando 309 vittime e cambiando la vita di quasi 100.000 persone. Sarà presentato sabato 4 febbraio, presso La Cité LibreriaCafè (Borgo San Frediano, 20r) alle 18,00 il libro testimonianza di Alessandro Aquilio che racconta il terremoto dell’Aquila, “Ventitre secondi”.

Nel corso dell’evento, sarà possibile inoltre visitare virtualmente il capoluogo abruzzese attraverso un excursus fotografico. Ventitre secondi (Kellermann ed.), di cui la cantautrice Paola Turci ha curato l’introduzione, da mesi sta percorrendo l’Italia e l’Europa per far sì che si continui a parlare dell’Aquila: oltre 40 città toccate sino ad ora, compreso il Salone del Libro di Torino, Londra (dove ha ricevuto l’apprezzamento dell’ambasciata italiana) e Basilea (dove ha ricevuto l’Ace Award Novartis).

Conta una pagina Facebook con più di 2.000 iscritti e prosegue il proprio impegno per non far dimenticare il terremoto dell’Aquila. Molto lo si deve al desiderio dell’autore di fare qualcosa di attivo e concreto per la propria città, nella convinzione che la ricostruzione sia in primo luogo un diritto e un dovere degli aquilani, nessuno escluso. Ma anche dei Governi (centrale e locale) che devono far propria la tragedia aquilana, senza perdersi in rimbalzi di responsabilità che producono solo immobilismo. “Ringrazio di cuore Firenze e la Toscana tutta, che si sono spese in modo commovente per aiutare L’Aquila.

Per noi aquilani è fondamentale che l’Italia non dimentichi ciò che è stato e che ancora è” commenta l’autore Alessandro Aquilio. “Nel mio racconto ho scelto di raccontare il dramma di 100.000 persone attraverso una storia privata, quella della mia famiglia. Sono certo che proprio l’aver raccontato il terremoto sotto il profilo umano, intimo, abbia consentito a ciascun lettore di immedesimarsi in noi aquilani. E sento sulle mie spalle l’emozione e la responsabilità di rappresentare la mia gente in questo appuntamento, conscio delle molte sfide e delle progettualità che sono alla base di ogni processo di ricostruzione”. Definito dalla critica un "libro universale" (Walter Veltroni), "una storia che ne tace altre mille" e che "ci dice molto più di quanto abbiamo letto su giornali e visto in tv", grazie alla vividezza delle immagini descritte, Aquilio guida il lettore in una storia ancor più coinvolgente perché vera, che riesce a far vedere il terremoto – o il Vigliacco, come viene chiamato nel libro – e i suoi effetti anche a chi non lo ha vissuto né è mai stato a L’Aquila.

Riuscendo a far percepire quegli interminabili 23 secondi che per gli aquilani hanno separato nettamente la loro vita tra un “prima” e un “dopo”. “La storia racchiusa in Ventitre secondi mi ha sorpresa e resa fragile, mettendomi davanti a questo senso di impotenza che fatica a lasciarmi. Non credevo potesse arrivare al punto di farmi sentire un'aquilana, come tanti” afferma Paola Turci, tra le protagoniste di Amiche per l’Abruzzo, che ha curato l’introduzione al libro. “Leggere queste pagine esige una disponibilità a lasciarsi colpire allo stomaco e al cuore.

A lasciarsi trafiggere e a sanguinare. Io ho scelto di farlo, immedesimandomi a fondo nei sentimenti e nelle emozioni descritte in questo racconto di vita vera. Per tutti questi motivi, e per molto altro, ringrazio Alessandro, per aver condiviso con tutti noi il dolore, lo stupore, l’amore, la rabbia e, sopra ogni cosa, la forza di ricominciare”. Attraverso lo sguardo dell’autore e le vicende della sua famiglia si vive nel particolare una tragedia collettiva, dimostrando che spesso le storie individuali hanno in sé il germe dell’universalità, del poter parlare a tutti ed essere accessibili a tutti.

Nel racconto di poche persone, l’eco di centomila vite, di un’intera città, di una collettività che ha visto con i propri occhi la paura e il senso di smarrimento che si può provare di fronte a un evento come il terremoto. Il sisma costringe a fare i conti con il caso, con la propria dimensione umana, in una società che pare offrire solamente certezze. Gli stessi occhi, però, hanno saputo riprendere a sgranarsi e reagire al dolore, all’incredulità, allo sconforto e oggi sono ancor più consapevoli di quanto fugace possa essere la vita, di quanto coraggio ci voglia a saper intraprendere un nuovo inizio, a testa alta.

Ed oggi sono gli occhi che hanno visto il peso di 23 secondi in una vita. La Casa Editrice Kellermann è orgogliosa di aver dato voce a questa storia e di poter contribuire, attraverso “23 secondi” a testimoniare ricordi, dolori, emozioni, smarrimenti, gioie e speranze di una collettività nel cuore dell’Italia. L’autore: Alessandro Aquilio è nato a L’Aquila, l’ultimo giorno degli anni Settanta. Vive a Milano dove si occupa di Comunicazione, presso una multinazionale farmaceutica svizzera.

“Ventitre secondi”, sua opera prima di narrativa che segue il saggio “Parola di testimonial” (Lupetti) e la partecipazione a “Brand Imagination” (Isedi), è un libro che l’autore stesso definisce parte di sé, ma che mai avrebbe voluto scrivere.

Notizie correlate
In evidenza