Salvadori incontra i pescatori, gasolio alle stelle, cacciucco a rischio

Capire perché il gasolio per le barche da pesca in Toscana costa assai più che altrove. E’ partito da questo dato, incontestabile, l’incontro fra una delegazione di pescatori toscani e l’assessore Gianni Salvadori, in mattina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 gennaio 2012 14:55
Salvadori incontra i pescatori, gasolio alle stelle, cacciucco a rischio

Capire perché il gasolio per le barche da pesca in Toscana costa assai più che altrove. E’ partito da questo dato, incontestabile, l’incontro fra una delegazione di pescatori toscani e l’assessore Gianni Salvadori, in mattina, nella sede di Regione Toscana. Erano presenti pescatori provenienti dall’intera costa toscana: dalla Versilia a Porto Ercole. In autonomia avevano chiesto l’incontro che si è svolto anche con la partecipazione di tre fra i rappresentanti delle associazioni di categoria (Federcoopesca, LegaPesca e Federpesca). “Un incontro molto interessante e costruttivo – sintetizza Salvadori – che ci ha fornito la possibilità di conoscere, direttamente dai protagonisti, quelli che sono gli aspetti di loro maggiore difficoltà.

Abbiamo stabilito, in perfetta sintonia, un percorso su cui come Regione intendiamo svolgere una parte il più possibile sostanziale”. Sui costi del gasolio, ad esempio, Salvadori si è impegnato a un sollecito confronto con distributori e petrolieri, anche alla luce della più recente normativa in materia di liberalizzazione degli impianti di distribuzione. Da notare che ad essere colpiti sono, soprattutto, i pescatori che praticano lo strascico e che, dunque, hanno necessità di usare motori molto potenti. Ma l’incontro è iniziato con le richieste dei pescatori toscani sul pesante impatto derivante dai regolamenti comunitari: norme che “livellano” mari decisamente diversi fra loro.

Obbligare a pescare, nel Mediterraneo, con le stesse maglie di reti utilizzate per le coste dell’Oceano, ha riflessi negativi – lamentano i nostri pescatori – anche sulla cultura gastronomica (leggi cacciucco e frittura di paranza) anche per via di certe regole burocratiche comunitarie molto dettagliate e con sanzioni amministrative pesanti ad esempio sulle taglie minime del pescato. Un esempio per il cacciucco: con le nuove regole, secondo cui ogni tipo di pesce va messo in una sola cassetta, chi vuole mettere insieme tutto il pesce necessario per cucinare quel piatto tradizionale deve comprare almeno cinque cassette con altrettanti pesci diversi, mentre prima ne bastava una sola.

Lamentale, dai pescatori, anche per le minuziose sanzioni amministrative riguardanti infrazioni formali come, ad esempio, una bandierina strappata o un modulo mal riempito. “Segnaleremo al ministero – ha assicurato Salvadori – tutti i paradossi che vorrete fornirci”. Regione Toscana si è impegnata su un altro fronte di disagio: il “blue box“, sistema di controllo satellitare per le navi da pesca e la situazione di sostanziale oligopolio esistente nel Paese con solo due aziende abilitate a gestire la relativa tecnologia. “Come Regione siamo disponibili – ha detto Salvadori – a finanziare un progetto di livello toscano capace di spezzare un oligopolio che per i pescatori comporta costi elevati”. Sono state poi poste altre questioni tecniche dal forte impatto per la vita quotidiana dei pescatori: la questione dei debiti sommati dalle aziende (con un eventuale coinvolgimento di Fidi Toscana), la taglia minima del pescato, la valorizzazione del pescato meno pregiato.

Il confronto ha consentito a Salvadori di rassicurare sull’impegno della Regione: stanno per uscire nuovi bandi sulla pesca marittima e questi forniranno opportunità in termini di erogazioni di contributi per l’ammodernamento. Sul pesce meno pregiato, il cosiddetto “pesce dimenticato“, non mancherà un impegno diretto di Regione Toscana ad esempio sulle mense scolastiche e, più in generale, per una sua valorizzazione anche per quanto concerne il progetto “Vetrina Toscana” e i rapporti con i ristoratori.

Si pensa di sostenere quei Comuni nelle cui mense vengano forniti pasti cucinati anche con il “pesce dimenticato” (sugherello, boga, caprignoso, tremora, sciabola, gattuccio, spigarello, tracina, sparaglione, mustella, alaccia, zerro, pesce sciabola, razza …). Un impegno anche su specifiche questioni ambientali: essere pescatori professionisti oggi, significa anche svolgere funzioni di “spazzinaggio del mare”. Nelle loro reti finiscono infatti residui di ogni genere e questi “servizio ambientale” – ha convenuto Salvadori – dovrebbe comunque essere valorizzato anche con riferimento ai Gruppi di Azione Costiera. Fra un mese – questa la conclusione - un nuovo appuntamento a Firenze per verificare come nel frattempo di sono evolute le questioni.

In programma anche l’ipotesi di una iniziativa “strategica” su presente e futuro della pesca in Toscana. Da svolgersi in una località della costa.

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