Tir bloccati, tensione anche in Toscana, difficile consegnare le merci

Blocco tir, il mondo cooperativo toscano: “Inaccettabili minacce ai lavoratori. Le Prefetture intervengano subito”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 gennaio 2012 14:11
Tir bloccati, tensione anche in Toscana, difficile consegnare le merci

“Intimidazioni inaccettabili ai lavoratori, gravi danni all'economia, ai cittadini e alla stessa categoria degli autotrasportatori, anche sul piano dell'immagine”. E' la situazione causata dai blocchi dei tir che viene denunciata dal coordinamento toscano sui trasporti di Legacoop Servizi, Agci e Confcooperative/Federlavoro, che rappresenta oltre 100 imprese e più di 8000 addetti. “Le nostre cooperative – dicono Giovanni Giuliacci, Silvano Contri e Federico Pericoli, responsabili Trasporti di Legacoop Servizi, Confcooperative/Federlavoro e Agci – ci raccontano che gli autisti hanno paura a viaggiare per i danni minacciati e a volte compiuti ai mezzi e a loro stessi.

In Toscana la situazione è meno tesa che in altre parti d'Italia ma c'è comunque stato qualche episodio di violenza ed è molto difficile lavorare”. I punti caldi segnalati dalle cooperative in Toscana sono il porto di Livorno, le zone tra Montecatini, Pontedera e Altopascio, il basso Grossetano. “Quello che stiamo vedendo e subendo non è opera degli autotrasportatori in generale, ma di una piccola minoranza”, continua il coordinamento toscano sui trasporti delle tre centrali cooperative.

“La maggior parte degli autisti, pur non essendo d'accordo con le decisioni annunciate dal governo, sta continuando a lavorare normalmente per garantire i rifornimenti a piccola e grande distribuzione. A questi lavoratori va la nostra piena solidarietà”. Anche perché, ricordano Legacoop Servizi, Confcooperative/Federlavoro e Agci, “è in corso una trattativa con il governo, che ha già recepito alcune richieste della categoria”. “Per noi, mondo cooperativo, il diritto di protestare e di manifestare a sostegno delle proprie idee è sacro, ma non sono tollerabili atti di violenza e di illegalità.

Una larga maggioranza di imprese e lavoratori del settore comprende il merito dei problemi ma dissente totalmente su metodi e comportamenti che danneggiano i cittadini ed alla fine anche la stessa protesta. Per questo – conclude il coordinamento sui trasporti di Legacoop Servizi, Confcooperative/Federlavoro e Agci – chiediamo che le Prefetture diano immediatamente seguito, con atti concreti, all'intenzione annunciata dal governo di non tollerare più i blocchi” Nessun aumento dei prezzi su carne e pesce? Come riportano anche nelle giornata di oggi fonti Mercafir, il mercato Ittico e delle carni, pur se approvvigionati con circa il 50% di arrivi, hanno mantenuto prezzi sostanzialmente stabili. Leggermente diverso, invece, il caso dell'ortofrutta (stamattina 200 pedane di merce anzichè 450), settore per il quale qualche rincaro effettivamente si registra, ma comunque non sui prodotti stagionali di provenienza locale, per i quali, fino ad adesso, non si sono verificati sbalzidi prezzo. Analogo ragionamento per tutti i prodotti in frigo conservazione (mele, pere, banane, actinidia, cipolle, e patate) che hanno sostanzialmente mantenuto prezzi stabili rispetto alle settimane passate. Secondo Raffaele Viggiani, Presidente Fiesa-Confesercenti, "i dati Mercafir dimostrano che sulla presunta impennata dei prezzi causa blocco Tir, si sta registrando un ingiustificato allarmismo che certo non giova alle imprese del settore come al consumatore finale". Angelo Falchetti, presidente della Mercafir ha spiegato ''verso l'alba ha cominciato ad arrivare qualcosa, e se si conferma questa tendenza recupereremo la normalita' in tre o quattro giorni'', ma l'arrivo della merce e' sempre inferiore del 70% alla normalita', e ortaggi come pomodori, zucchine e melanzane sono scomparsi, come le arance tra la frutta" "Ma ciò che più di ogni altra cosa lascia sgomenti," ancora Viggiani, "è che ci siano soggetti economici e rappresentanti di categoria che, approfittando di tale clima particolarmente esasperato, cercano, più o meno deliberativamente, di influenzare l'utente finale nelle proprie scelte di consumo”. "Non è con il "Si salvi chi può" e con tali atteggiamenti sfacciatamente di parte," conclude Viggiani, "che il nostro sistema economico e produttivo può pensare seriamente di risollevarsi e porre le basi per una nuova prospettiva di crescita".

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