Agenti aggrediti al carcere di Porto Azzurro

Pasquale Salemme, segretario nazionale del SAPPe: “E’ una aggressione annunciata”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 gennaio 2012 21:49
Agenti aggrediti al carcere di Porto Azzurro

Ancora un’aggressione a danno di poliziotti penitenziari nei carceri della Toscana. Tre appartenenti alla Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti nel primo pomeriggio nel carcere di Porto Azzurro da un detenuto magrebino. Gli agenti sono ricorsi alla cure del Pronto Soccorso del nosocomio isolano, dove sono stati dimessi con prognosi di alcuni giorni. “E’ una aggressione annunciata. Proprio nel mese di dicembre avevamo denunciato il sovraffolamento dell'Istituto elbano, che può ospitare circa 200 detenuti e ne ospita invece circa 340.

E' stata un’aggressione violenta e ingiustificata, avvenuta di sorpresa e senza alcun motivo, e purtroppo è l’ennesima che si verifica a Porto Azzurro e in Toscana. E' necessario adottare opportuni provvedimenti, l'effetto domino è oramai inarrestabile”. Pasquale Salemme, segretario nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il Sindacato più rappresentativo dei Baschi Azzurri in Italia e in toscana, commenta così l’aggressione ai tre agenti di Polizia Penitenziaria avvenuta nel primo pomeriggio alla Casa di Reclusione di Porto Azzurro. “Non più tardi di qualche mese fa” prosegue il sindacalista del SAPPE “altri due colleghi sono stati aggrediti nel carcere di Sollicciano e ieri altri 5 collehi sono stati refertati al carcere minorile di Firenze per intossicazione da fumi.

Gli Istituti penitenziaria della Toscana soffrono, alla pari del sistema carcere nazionale del sovraffolamento e della carenza del personale di polizia penitenziaria. Attualmente, a fronte di un organico di Polizia Penitenziaria previsto in 3.021 unità per i 19 penitenziari regionali, abbiamo in servizio circa 2.300 uomini e donne appartenti al Corpo. Il numero di poliziotti penitenziari impiegati nel servizio di sorveglianza all’interno dei Reparti detentivi dell’Istituto è, in proporzione ai detenuti presenti, veramente insufficiente.

La situazione rischia di degenerare ulteriormente.

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