Al Festival dei Popoli arrivano le 'Pantere Nere'

Il film, fuori concorso, indaga il movimento delle Pantere Nere, restituendo il sentimento di quegli anni. Domani al cinema Odeon alle 22,45

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2011 18:31
Al Festival dei Popoli arrivano le 'Pantere Nere'

Il movimento delle Pantere Nere raccontato attraverso i volti e le voci dei leaders carismatici - come Angela Davis, Stokely Carmichael, Bobby Steale - sarà raccontato nell’anteprima nazionale di “The Black Power Mixtape 1967-1975” di Göran Olsson, domani, venerdì 18 novembre, al Cinema Odeon (ore 22.45) per la settima giornata del 52° Festival dei Popoli. Basato sui 16mm girati da operatori svedesi alla fine degli ’60 e arricchito da una colonna sonora che raggruppa alcuni dei maggiori esponenti della black music (Harry Belafonte, Talib Kweli, Erykah Badu) il film, fuori concorso, indaga il movimento delle Pantere Nere, restituendo il sentimento di quegli anni.

Una testimonianza del cambiamento della società americana e l’inizio di un’epoca di lotta e di conflitto che ha coinvolto tutte le società occidentali. Nella settima giornata del Festival altri tre titoli da non perdere su tematiche che spaziano dalla fecondazione assistita in India, alla scoperta dell’LSD fino alla rivoluzione iraniana: “Mother India” di Raffaele Brunetti (Cinema Odeon, 19.30), è un viaggio nelle cliniche indiane specializzate in fecondazione assistita e in ‘uteri in affitto', attraverso le storie di alcune coppie che ricorrono a tali pratiche mediche e del dibattito etico che ne scaturisce.

“The substance – Albert Hofmann’s LSD” di Martin Wiltz (Svizzera, 2011), allo Spazio Uno, ore 21.00, racconta la scoperta dell’LSD da parte del chimico Albert Hofmann, nel 1943 a Basilea, e “Fragments d'une Révolution” di un collettivo anonimo (ore 17.00, Spazio Uno), un collage di immagini e video delle proteste a Teheran raccolte da un’esule iraniana a Parigi attraverso internet. Le proiezioni al cinema Odeon partiranno alle ore 16.00 con quattro cortometraggi: “Epecuén” di Sofía Brockenshire, Verena Kuri, il racconto drammatico di una catastrofe naturale che ha distrutto una località turistica in Argentina; “L'ambassadeur & moi” di Jan Czarlewski, sull’eterno conflitto tra l’uomo con la macchina da presa e il suo soggetto; l'amore tra un padre e un figlio profughi ceceni che hanno trovato rifugio a Varsavia in “Vakha I magomed” di Marta Prus; “White Elephant (Nzoku Ya pembe)” di Kristof Bilsen (Regno Unito, 2011), girato nell’ufficio postale centrale di Kinshasa, in Congo, tra un passato di sottomissione che non accenna a scomparire e un presente che fatica a liberarsi di ingombranti contraddizioni.

Alle 18.00, per il concorso lungometraggi, sarà proiettato “Argentynska Lekcja” di Wojciech Staron, la storia di Janek, che a 8 anni è partito da Varsavia con la sua famiglia per giungere in un piccolo paese nel nord dell’Argentina abitato da discendenti di emigrati polacchi. Alle 21.00 un altro lungometraggio in concorso,“Crulic _ Drumul Spre Dincolo” di Anca Damian: disegni a mano, fotografie, collage, animazioni in stop-motion danno voce a Claudiu Crulic, giovane immigrato rumeno accusato di un piccolo furto e morto nelle prigioni di Cracovia dopo un lungo sciopero della fame.

Alle 22.45 “The Black Power Mixtape 1967-1975” di Göran Olsson. Allo Spazio Uno si parte alle ore 15.00 con la retrospettiva di Isaki Lacuesta e la proiezione di cinque suoi lavori: “Esbozo”, film collettivo ispirato al racconto di Robert Walser da cui un gruppo di studenti di cinema decide di fare un film, senza sapere quale storia raccontare o chi saranno i personaggi. A seguire “Ressonancies magnetiques”, un viaggio fatto di enigmi e scoperte a partire da alcune immagini di risonanze magnetiche della testa di Isa Campo, la compagna del regista, un film che è anche una dichiarazione d’amore.

In “Microscopias” alcuni oggetti molto piccoli (un lembo di tela dipinta, una parte di un biglietto da 1 dollaro, un frammento di pellicola in decomposizione) vengono osservati attraverso un microscopio elettronico ad alta definizione aprendo alla fantasia la possibilità di immaginare altri mondi, invisibili e microscopici all’interno di oggetti minimi e quotidiani. “Rusia (Lugares que no existen. Goggle Earth 1.0)”: uno zoom elettronico di Google Earth inquadra una zona della Russia vicino a San Pietroburgo.

L’immagine non mostra costruzioni o abitazioni ma il verde di una foresta o di una zona boschiva. “Alpha and again (Lugares que no esiste. Goggle Earth 1.0)” di Isaki Lacuesta, Isa Campo (Spagna, 2008) sulla storia di un rifugiato politico del Darfur che vive a Melbourne. Alle 17.00 “Fragments d'une Révolution” di Anonimo (Spagna, 2008) per il focus Declining democracies. Ore 18.45 “The Life and Times of Rosie the Riveter” di Connie Field, la storia di cinque donne che, come tante, durante la seconda guerra mondiale presero il posto degli uomini nelle fabbriche, contraddicendo le opinioni correnti sulle possibilità e capacità femminili.

Rosie divenne il simbolo di queste donne operaie. Nel film testimonianze e racconti sono affiancati da rari materiali di archivio. Alle 21.00 “The substance – Albert Hofmann’s LSD” di Martin Wiltz (Svizzera, 2011). Alle 12.00 al Caffè letterario delle Murate si terrà come di consueto “Free Speech”, l’incontro con gli autori presenti al Festival. Al Cinema Odeon le repliche dei film: ore 10.00 “Fake it so real” di Robert Greene (USA 2011) (Concorso Lungometraggi), ore 15.00 “People I could have been and maybe I am” di Boris Gerrets (Paesi Bassi, 2010) (Concorso Lungometraggi). Per informazioni: Cinema Odeon (Piazza Strozzi, 2 – Firenze) 055214068; Spazio Uno (via Del Sole, 10 Firenze) T.

0552718801; www.festivaldeipopoli.org

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