A Palazzo Medici Riccardi per conoscere il Prefetto

L'11 novembre presentezione del libro di Paolo Padoin, Prefetto di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 novembre 2011 15:18
A Palazzo Medici Riccardi per conoscere il Prefetto

L'11 novembre 2011, nel salone di rappresentanza della Prefettura di Firenze, a Palazzo Medici Riccardi, si parlerà dei Prefetti e dell’Unità d’Italia, di cui ricorre quest’anno il 150° anniversario. Sarà nuovamente presentato, nell’occasione, il libro “Il Prefetto, questo sconosciuto”. Oltre all’Autore, il Prefetto di Firenze, Paolo Padoin, saranno presenti il direttore del quotidiano La Nazione, Mauro Tedeschini, e autorità civili e militari. Analoghi eventi hanno già avuto luogo nei mesi scorsi a Padova, Campobasso, Pisa, Pavia, Prato, Pesaro, Pietrasanta, Livorno, Arezzo, Vercelli.

In occasione delle presentazioni, oltre venti, grazie alla generosità dell'Editore, Pietro Pintore di Torino, il ricavato della vendita dei volumi (ormai oltre 1.500) è stato devoluto in sostegno della Lega Italiana Fibrosi Cistica. La serata fiorentina avrà una platea di soci Lions. L'iniziativa è infatti del Lions Club Mediovaldarno Galileo Galilei, il cui presidente, Giovanni Taddei, intende mettere la cultura al servizio di una raccolta di fondi benefici. Alla vigilia dell'incontro, Nove da Firenze ha parlato dei temi del libro con il suo autore, il dottor Padoin.

Perché il Prefetto è ancora uno sconosciuto?

“Probabilmente l'Italia ha ampi margini di crescita verso un solido senso dello Stato e maggiore fiducia nelle istituzioni. Lo ha sottolineato recentemente il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. A paragone di paesi come la Francia si evidenziano differenze nel rapporto tra cittadino e Stato e a riguardo della centralità del governo nazionale. E' per questo che, dal mio punto d’osservazione personale, ho deciso di fornire un contributo alla divulgazione della funzione del Prefetto, un rappresentante dello Stato che vive quotidianamente i problemi della nostra società e che ha la missione fondamentale di tutelare la legalità amministrativa e di garantire la coesione sociale.

Se immaginiamo la pubblica amministrazione locale come un organismo unico, il prefetto ne costituisce il vertice politico-amministrativo e, tra le tante funzioni, si occupa del monitoraggio delle problematiche sociali locali; di mediazione di crisi occupazionali e vertenze sindacali; di sicurezza pubblica; di protezione civile ed emergenze ambientali. Ai prefetti sono attribuite anche funzioni amministrative in materia di cittadinanza, anagrafe, stato civile, riconoscimento di persone giuridiche, espropriazioni e polizia amministrativa (ad esempio la definizione di ricorsi sulle contravvenzioni depenalizzate).

Qual'è stato lo spunto che ha dato l'avvio al suo progetto editoriale?
“La volontà originaria è stata quella di dedicare un libro alla storia degli anni di piombo - vista nell’ottica del rappresentante dello Stato e non, come accade sovente, degli stessi protagonisti - e alle vittime del terrorismo.

Nel 1972, ho iniziato la mia carriera nell'Amministrazione dell'Interno presso la Prefettura di Arezzo, dove, di lì a poco, fummo coinvolti dall’evento dell'omicidio del commissario Mario Calabresi, ucciso da un gruppo di terroristi di cui faceva parte il figlio del prefetto. E nel corso degli anni ho vissuto le vicende dei delitti dell'agente di polizia Fausto Dionisi, del sindaco di Firenze Lando Conti. Alla guida della prefettura di Pisa dal 2000 al 2003 ho contribuito alle inchieste sulle COR, collegate ai terroristi Galesi e Lioce.

E a Padova abbiamo scoperto le Nuove Brigate Rosse, mentre a Torino ho fatto esperienza nel controllo degli ambienti dei centri sociali, sempre in bilico tra legalità e illegalità. Una sera, alla Fiera del Libro, ho dovuto persino fronteggiare una contestazione alla presentazione del mio volume sul Prefetto. Ho dedicato il mio libro alle famiglie delle vittime del terrorismo perché in Italia ci si ricorda ancora troppo poco di loro, mentre i loro carnefici sono spesso celebrati da mass media e intellettuali".

Lo spirito del suo libro ha un carattere pratico: è ricco di episodi reali, senza fare ricorso a a normative e regolamenti. “Di questo devo ringraziare il consiglio dell'editore.

Il progetto originario mi aveva portato alla redazione di un volume corposo, oltre 400 pagine di documenti, talvolta inediti. A fronte dell'interesse dei contenuti era però diventato di difficile leggibilità. Così mi sono orientato ad una riscrittura in chiave divulgativa e autobiografica. Il tema della lotta alla criminalità e alla microcriminalità, viene affrontato ad esempio nel capitolo dedicato al mio servizio come Prefetto di Pavia, quando nove delitti, verificatisi all’inizio del 1999 in meno di un mese a Milano, allarmarono l’opinione pubblica.

Tutti chiedevano maggiore protezione, i sindaci si adoperavano per tranquillizzare i propri “amministrati” anche attraverso l’adozione di sistemi non proprio ortodossi, quali il blocco notturno delle vie d’accesso alla città con l’apposizione di cancelli padani, le ronde di volontari e via discorrendo. In occasioni tali è necessario non perdere calma ed evitare di partire lancia in resta, ma far capire entro quali limiti la presenza dei cittadini sul territorio può essere utile alle Forze dell’ordine.

La maggiore presenza delle Forze dell’ordine, la collaborazione di sindaci e vigili urbani, la sdrammatizzazione di alcuni atteggiamenti evitò la contrapposizione fra istituzioni e portò, nell’arco di un mese, alla normalizzazione del territorio. Nessuno più parlava di ronde, i cancelli del Sindaco di S. Genesio, pubblicizzati addirittura sul Times di Londra, erano rimasti nella bottega del fabbro, gli abitanti erano tornati nelle loro case”. Nelle pagine del “Prefetto, questo sconosciuto” si percepisce quanto il dirigente dello Stato non possa restare indifferente di fronte ai problemi sociali, penso alle crisi occupazionali derivanti dalla crisi attuale.

Non è così?

“E' inevitabile. Quando il Prefetto svolge il monitoraggio del quadro economico locale, si occupa anche delle crisi industriali. Ricordo con soddisfazione l’attività di mediazione svolta a Pavia per due grandi aziende in sofferenza, la Necchi e la Magneti Marelli. Istituzioni locali e Prefetto riuscirono a contribuire alla salvaguardia dei livelli d’occupazione. Questo stesso metodo ha dato buoni risultati anche per la salvaguardia dell’attività e dei posti di lavoro di un’azienda di Volterra, per il caso della Piaggio di Pontedera, del pastificio La Molisana di Campobasso, per alcune aziende padovane (Officine Meccaniche Stanga, Finmek, Sit-La Precisa), e potremmo rinnovarlo attualmente per altre aziende in difficoltà”.
Paolo Padoin è nato il 25 gennaio 1947 a Firenze, dove ha compiuto i suoi studi in Giurisprudenza.

Ha lavorato brevemente presso La Fondiaria Assicurazioni, poi ha conseguito l'abilitazione di procuratore legale. E' coniugato con Lucia Lazzerini, professore ordinario di filologia romanza all'Università di Firenze. La carriera di dirigente dell'amministrazione dell'Interno è iniziata nei primi anni '70. Vincitore di concorso internazionale per funzionario presso l'U.E. nel 1979, ha prestato servizio dal 1980 al 1984 quale amministratore presso la Commissione dell'Unione europea a Bruxelles, occupandosi delle questioni relative alla libera circolazione delle merci e alla prestazione dei servizi.

Nel 1984 è tornato alla Prefettura di Firenze. Nel 1992 il Ministro dell'Interno gli ha conferito l'incarico di Commissario per l'istituzione della nuova provincia di Prato. Nominato Prefetto nel 1993 e destinato al Ministero dell'Interno, presso l'Ufficio legislativo, ha ricoperto gli incarichi di Responsabile dei servizi informatici, di Direttore centrale degli istituti di istruzione della Polizia di Stato e di Direttore centrale del personale dell'Amministrazione civile. Nel maggio 1997 è stato nominato prefetto di Pavia, nel 2000 è stato destinato a Pisa e successivamente a Campobasso ha affrontato i problemi dell'emergenza post-terremoto che ha colpito san Giuliano di Puglia.

In seguito ha servito lo Stato a Padova e Torino. Dal 30 agosto 2010 è prefetto di Firenze.

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