Leopolda: Renzi alla ribalta nazionale, ma stamani contestazioni in strada

La corsa è iniziata: il sindaco si prepara alle elezioni politiche. Oggi manifestazione della sinistra critica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 ottobre 2011 18:43
Leopolda: Renzi alla ribalta nazionale, ma stamani contestazioni in strada

Firenze, 29 ottobre- Nessun elemento di divisione, solo idee. Parola di 'rottamatore'. Il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha tagliato ieri sera il nastro di Big Bang, la convention alla Stazione Leopolda giunta alla seconda edizione, promettendo sorprese. "Non siamo una corrente -ha detto- non siamo neanche uno spiffero, siamo molto peggio". Matteo Renzi (36 anni) è l'attuale sindaco di Firenze, ma dal 2004 al 2009 ha ricoperto la carica di presidente della Provincia. Alla Leopolda il sindaco ha fatto lo show man: ''Che Bersani spieghi che si puo' correre liberamente alle primarie mi sembra un fatto molto positivo, ma mi permetto di dire che io non ne ho mai dubitato, perche' il Pd senza le primarie non e' il Pd''.

Microfono d'epoca, Matteo Renzi ieri sera ha detto, riferendosi al leader del Carroccio: “Quando uno non sta bene, si cura. Non fa il Ministro della Repubblica”. Il leader del Pd diserta la kermesse del sindaco di Firenze, poi spara: "Solo un folle può voler fare il premier". L'ironia del rottamatore: "Il segretario ormai è un tormentone da Twitter...". Ovazione invece per Chiamparino presente: "Non mi sono ancora estinto, sono venuto qui per soddisfare una mia curiosità. Questo non è il mio format, il mio format abituale è la foresta giurassica".

Poi sul futuro del Pd: "L'iniziativa è vitale per il Pd". Dopo la serata di venerdì che ha aperto la tre giorni dei «post-rottamatori» capitanata dal sindaco di Firenze. "La risposta migliore a chi paventava nel PD rotture e divisioni, è venuta dal palco e dal pubblico della Leopolda. Ci sono tantissimi nostri amministratori, c'è un popolo che chiede al centrosinistra quello scatto in più che serve a sintonizzarsi con il paese reale. Mi auguro che da lunedì Bersani e tutto il partito si diano da fare per raccogliere quelle che anche Dario Franceschini definisce energie ed idee positive".

Così il senatore Andrea Marcucci, che alla Leopolda ha preannunciato la prossima presentazione di una proposta di legge che prevede un credito di imposta per le aziende che investono in cultura, la semplificazione delle erogazioni liberali, e l'ingresso dei privati nella gestione dei beni culturali. Ma fuori dall'ex stazione va in scena il «Big bluff bang». Stamani centinaia di cittadini della sinistra critica ed ecologisti hanno dimostrato davanti alla Leopolda. E' stata esposta l'immagine di Cetto Laqualunque, il personaggio di Antonio Albanese, abbracciato al sindaco Matteo Renzi.

"Non tutta Firenze -spiega il consigliere comunale Grassi- è disposta a farsi incantare da un nuovo abile e spregiudicato venditore che presenta ben poche differenze del suo padre putativo Silvio Berlusconi: poche differenze nei contenuti e nei programmi, poche differenze nei metodi, nei linguaggi e nello stile, poche differenze nell’arroganza e nella voglia di comando. Il fatto che questo personaggio abbia a suo tempo preso la tessera del PD non lo rende meno pericoloso, anzi molto di più, poiché è in grado di spaccare il suo stesso partito e l’intera coalizione.” “C’è davvero da essere preoccupati della superficialità con cui i vari leader del PD affrontano questa situazione, legittimando la partecipazione alle primarie, a prescindere dai programmi e da ogni regola, di un personaggio palesemente estraneo alla cultura del centro-sinistra.

A questo punto è nostro dovere mobilitarci in maniera permanente mettendoci in rete con tutte le forze progressiste e civiche del Paese per creare una consapevolezza dal basso circa il pericolo dell’avanzare di questo personaggio, vista l’assoluta insufficienza e l’incapacità di chi avrebbe già dovuto bloccarlo da molto tempo.” Foto di Antonio Lenoci

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«Renzi si deve vergognare. Non deve giocare con la salute degli altri. Non sa quello che hanno passato Umberto Bossi e la sua famiglia dopo l'ictus che l'ha colpito».

È un Claudio Morganti, vicepresidente dell'intergruppo disabilità al Parlamento Europeo, particolarmente stizzito quello che commenta le parole del sindaco di Firenze Per l'europarlamentare della Lega Nord Toscana «Renzi, proprio a poche ore dalla VII° Giornata Mondiale contro l'ictus cerebrale, che si sta svolgendo oggi, non solo ha offeso Bossi, ma tutti coloro che sono stati colpiti da un ictus. Bossi, per fortuna, ce l'ha fatta a superare l'ictus, ma molti come lui o sono morti o sono rimasti invalidi.

Bossi è un esempio e, svolgendo al meglio le sue funzioni di Ministro della Repubblica e di leader di un movimento come è la Lega Nord dopo un terribile ictus, rappresenta la speranza di farcela per coloro che sono stati colpiti da ictus e stanno affrontando una dura riabilitazione per tentare di riprendere alcune funzioni vitali». Per l'europarlamentare «Umberto Bossi si è ammalato di politica ed ha ritrovato il vigore con la politica stessa. Se smettesse, morirebbe. Vive per la politica e, quindi, deve essere l'esempio per tutti.

Renzi vuole rottamare tutti per rimanere in pochi, per togliere di mezzo più avversari politici e avere, così, vita facile nella sua carriera politica. Potevo stimare Renzi perché speravo in una innovazione e in nuove idee, ma, invece, si è dimostrato essere solo persona irrispettosa e egoista». Replicando a una lettrice che, dal pubblico, lamentava le condizioni critiche della mobilità nella città di Firenze, il climatologo Luca Mercalli – nel corso della presentazione del suo ultimo libro “Prepariamoci”, Edizioni Chiarelettere, avvenuta ieri pomeriggio presso la Libreria MelBookStore - ha raccontato questo aneddoto: “Quando ci sono stati i disordini da noi in Valle di Susa per le proteste sull’Alta Velocità è intervenuto perfino il vostro sindaco che da Firenze pensava di essere espertissimo di quello che capita nelle nostre montagne.

E ha scritto che non è possibile che di qui in Italia, dal versante italiano, sia tutto bloccato quando i francesi hanno già finito la loro parte, il tunnel (il tunnel sarebbe lungo 54 km, la parte di pertinenza francese è un po’ più della metà). Ma ci pensate un Paese decisionista come la Francia, se avessero già fatto 25-30 km di tunnel, quindi lavorato almeno 8-10 anni, avessero già quindi speso almeno 7-8 miliardi di euro, e ora fossero fermi lì da anni con un muro di altri 20 km di roccia aspettando che noi finiamo di protestare? Come minimo ci sarebbe la portaerei Charles De Gaulle a Savona con quattro missili nucleari puntati su Chiomonte e la crisi in ambasciata a Roma che dice: “Allora, la trivella parte o....?”.

Ecco, è assurdo: come può un politico, nella sua posizione così delicata, scrivere imprecisioni di questo genere? I francesi non hanno fatto un bel niente, anzi sono più attendisti di noi, hanno solo fatto tre sondaggi, cioè hanno fatto le cosiddette discenderie per vedere com’era la roccia, han fatto il loro buco, han preso i loro dati e l’han tappate. E adesso aspettano. Ma sinceramente li vedo ancora meno convinti di noi. L’unica loro convinzione è che, siccome il trattato prevede che paghiamo più noi di loro, hanno detto: perché no? prendi tre, paghi due...

e allora accettiamo”.

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