Allarme idrogeologico, quali garanzie per il tunnel Tav?

De Zordo (perUnaltracittà) al presidente Rossi: "Già disponibili 1,5 miliardi per la messa in sicurezza del territorio"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 ottobre 2011 14:05
Allarme idrogeologico, quali garanzie per il tunnel Tav?

“Con tragica puntualità eventi naturali combinati con la sconsiderata azione umana ci ricordano quale sia l'unica’grande opera’ realmente necessaria: la messa in sicurezza del territorio - così la capogruppo perUnaltracittà Ornella De Zordo. "Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, ne sostiene oggi l'urgenza, stimando in 1,5 miliardi il fabbisogno annuo per tutto il paese. Siamo del tutto d'accordo, e avanziamo anche una proposta per reperire le risorse per i primi due anni: evitiamo di fare il sottoattraversamento Alta Velocità di Firenze.

Due anni di cura del territorio nazionale per scongiurare tragedie come quella di questi giorni, in cambio di 7 chilometri di galleria pressoché inutile ci sembra un affarone. Inoltre, visto che eventi meteo di violenza crescente stanno diventando sempre più frequenti, qualcuno ci può dire quale livello di sicurezza avrà un'opera sotterranea come il tunnel Tav sotto Firenze e la stazione Foster in caso di allarme idrogeologico? La domanda è tanto più calzante in quanto il progetto di quest'opera insensata non risponde neanche alle norme antisismiche; lo rileva il 19 luglio il Genio Civile che individua gravi criticità nella relazione geologica e geofisica allegata al progetto, e rimarca che le indagini geologiche utilizzate non sembrano possedere i requisiti richiesti dalla normativa vigente”. Il Comitato contro il Sottoattraversamento AV di Firenze prosegue anche nella giornata odierna il presidio informativo nei pressi dei cantieri TAV in via Circondaria. "Le persone che passano dal gazebo posto a lato dell'ex centrale del latte sono molto più coscienti degli anni passati dell'inutilità dell'opera che si è iniziato a realizzare, quasi tutti si chiedono che senso ha gettare un fiume di denaro in quel cantiere pieno di gru e trivelle mentre l'Italia sprofonda nel fango e nell'acqua delle alluvioni sempre più frequenti e intense.

I cittadini presenti al presidio hanno contattato anche i lavoratori dei cantieri e dato loro una lettera in cui si spiegano le ragioni del loro no, ricordano che lavori come la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio, l'ammodernamento e la velocizzazione del trasporto pubblico regionale creano più posti di lavoro di opere faraoniche come i tunnel, posti di lavoro che restano anche dopo la chiusura dei cantieri. Il disastro in Liguria e in Lunigiana chiama in campo anche la Giunta Regionale Toscana che non può continuare a chiacchierare di sicurezza e lasciare che lo scempio economico e urbano del Sottoattraversamento TAV vada avanti.

I fiumi di fango che hanno invaso la Lunigiana sono un atto di accusa verso chi vuol ignorare il problema"

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