Esponenti dell'Idv in visita ai penitenziari toscani

Questa mattina alcuni esponenti dell'Italia dei Valori hanno visitato gli istituti di pena della Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 luglio 2011 19:18
Esponenti dell'Idv in visita ai penitenziari toscani

Firenze - “Anche oggi, con la visita all’interno del carcere di Sollicciano, abbiamo ancora una volta registrato quello che da più di un anno denunciamo, quando abbiamo visitato le carceri di Livorno, di Arezzo, di Pisa: la preoccupante precarietà delle condizioni dei lavoratori, che sono veramente pessime”. È il commento di Roberto Rizzo, Responsabile del Dipartimento Lavoro-Welfare Idv Toscana, a margine della visita al penitenziario fiorentino di questa mattina.“Delle 695 guardie carcerarie previste dalla legge – spiega Rizzo - Sollicciano ne vanta in organico soltanto 390, ovvero quasi il 50% in meno.

Una situazione, questa, al limite della tollerabilità, che genera un numero elevato di ore di lavoro straordinario e un’incidenza elevatissima di malattie legate allo stress”. “Per questo – conclude Rizzo - noi di Italia dei Valori sosteniamo da tempo, in tutte le sedi istituzionali, regionale e nazionale, la necessità di intervenire con urgenza per migliorare le condizioni dei lavoratori delle carceri italiane”. “I problemi sono sostanzialmente due a Sollicciano. Da un lato il sovraffollamento, dall’altro le carenze”, è il commento dell’on.

Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana, all’uscita dal penitenziario di Firenze, visitato questa mattina insieme a Roberto Rizzo, Responsabile del Dipartimento Lavoro-Welfare Idv Toscana.“Il sovraffollamento riguarda naturalmente i detenuti – spiega Evangelisti – che sono 956, di cui 104 donne e 8 bambini, a fronte di una capienza di 460. Le carenze, invece, riguardano il personale: delle 695 unità di polizia penitenziaria previste dal Ministero per la struttura, ve ne sono effettivamente in servizio meno di 400”. “A destare preoccupazione sono anche le gravi carenze strutturali di un edificio nato male e pensato peggio, con enormi e lunghissimi corridoi e celle strettissime, dove al posto di un detenuto ve ne sono tre, al posto di due ve stanno di cinque.

Una struttura dove ci sono quattro docce ogni sessanta detenuti, metà delle quali rotte, dove delle quattordici garitte di sorveglianza solo un paio sono in funzione, dove negli spazi d’aria non vi è neppure modo di muoversi tanto sono angusti, dove le condizioni igienico sanitarie sono proprio al limite della decenza, dove non c’è il rispetto della legge e delle norme stabilite per espiare un pena, che ricordo, in base all’articolo 47 della nostra Costituzione, deve essere certo severa e certa, ma non può essere contraria al senso di umanità e deve tendere al recupero e alla rieducazione.

A Sollicciano, invece, tutto questo non è possibile”. “Questa visita – ha concluso Evangelisti – è l’ennesima testimonianza di come serva un cambiamento radicale nella gestione delle strutture carcerarie italiane. A Sollicciano, in particolare, servono urgenti interventi straordinari di manutenzione. Più in generale, è evidente che sia necessario ripensare alcune pene e soprattutto pensare a pene alternative al carcere che allentino la piaga del sovraffollamento e offrano una vera prospettiva di recupero”. “Una situazione che peggiora di anno in anno, nonostante l’impegno e la passione che il personale penitenziario delle carceri livornesi quotidianamente mette in quello che è un lavoro difficile e psicologicamente delicato”.

Queste le prime parole pronunciate da Marta Gazzarri, Capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale, all’uscita dalla struttura dopo una visita fatta insieme a Lorenzo Del Lucchese, Consigliere comunale dell’IDV e Mariella Valenti, Responsabile IDV Immigrazione in Toscana. “Solo poche ore fa- ha continuato la Capogruppo- sono state arrestate sei persone e non sapevano neanche dove metterle. Ciò è inammissibile, come anche la presenza di piccole celle sovraffollate che rendono ancor più difficile sopportare la situazione per detenuti e personale in servizio.

In questa struttura ci sono 429 detenuti a fronte di una capienza tollerabile di 284 e soli 140 operatori penitenziari, senza contare che, nel mese di Agosto, rientreranno a Livorno molti detenuti attualmente dislocati in altre sedi per processi giudiziari in corso. Questo perché il carcere somiglia sempre di più ad una discarica sociale, un posto che ospita anche chi, in realtà, avrebbe bisogno di fare percorsi alternativi e chi potrebbe ottenere gli arresti domiciliari ma che non ha il domicilio”. “Si tratta spesso- continua Valenti- di uomini e donne immigrati che finiscono in cella per reati che vanno dallo spaccio di stupefacenti ai piccoli furti, crimini che dovrebbero essere espiati in ben altri contesti.

Gli uomini immigrati rappresentano più della metà dei carcerati totali, dato di per sé significativo”. “Questa è la mia prima visita al carcere- spiega Del Lucchese- anche se ho sempre monitorato il problema sul suolo toscano. Ciò che ho potuto registrare è un disagio palpabile dovuto anche alla fatiscenza della struttura dove è problematico fare ordinaria manutenzione. I detenuti, in 3 o 4, sono collocati in celle che dovrebbero accogliere una sola persona e sono sorvegliati da un personale che deve fare i conti con un ingestibile sovraffollamento.

Il nostro governo vince le elezioni con le campagne sulla sicurezza, registra spot ad hoc per colpire i telespettatori, ma fa ben poco per risolvere i problemi delle carceri italiane, continuando ad operare tagli su tagli a settori delicati che necessitano invece di maggiori risorse”. “Il governo - ha concluso la Capogruppo- deve capire che, senza destinare le opportune risorse al settore, la situazione è gravosa per chi deve scontare la pena ed irrisolvibile per il personale penitenziario”. “Ho potuto verificare di persona – ha commentato la consigliera Maria Luisa Chincarini - le condizioni fatiscenti in cui versa il penitenziario Don Bosco di Pisa, una struttura sull’orlo del collasso, che ospita tre volte tanto il numero di reclusi per cui era stato concepito.

Il problema del sovraffollamento si riflette su tutti gli aspetti della vita quotidiana di chi ci vive e di chi deve lavorarci. I detenuti vivono in condizioni spesso disumane in mezzo a mille problemi: dagli impianti (elettrico ed idraulico) che sono del tutto inadeguati per il numero dei reclusi; all’acqua che - anche in questo periodo di caldo torrido - viene a mancare per due o tre ora al giorno, come se non bastasse di per sé il problema del sovraffollamento”. “E’ sconcertante – ha proseguito la consigliera - che il numero delle guardie penitenziarie, a fronte della triplicazione dei detenuti, sia stato dimezzato diversi anni fa, e non sia mai tornato al livello degli organici che era previsto inizialmente, cosicchè le guardie si trovano in una situazione di perenne emergenza.

I turni spesso prevedono che una guardia debba controllare, da sola, contemporaneamente tre piani diversi della struttura, con tutto ciò che questo comporta in termini di stress lavorativo e di garanzie per la sicurezza del penitenziario. Il risultato è che le guardie non riescono a svolgere il loro lavoro con la necessaria passione e umanità che un’attività del genere richiede, date le particolari difficoltà di un ambiente come quello di una struttura penitenziaria”. Nell’ambito delle visite di questa mattina dei consiglieri regionali dell’IDV presso alcuni penitenziari toscani, il Vicecapogruppo Marco Manneschi, assieme all’assessore al Bilancio di Empoli, Anna Lisa Fiore, ha visitato il l’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo “Non è la prima volta che visito l’Opg di Montelupo- ha dichiarato Marco Manneschi – ed ho riscontrato, per fortuna, alcuni aspetti positivi, tra cui il fatto che i lavori di ristrutturazione sono in stato avanzato, che alcune celle sono state chiuse per inagibilità e che il numero degli ospiti è diminuito.

Va sicuramente lodato il grande impegno del personale di sorveglianza, di quello medico e paramedico per far fronte alle difficoltà attuali della struttura ed alle croniche carenze di risorse”. “Credo che vada ripensato il sistema dell’Ospedale psichiatrico giudiziario – ha continuato il Vicecapogruppo in Consiglio regionale - creando strutture più piccole che possano interagire meglio col contesto sociale del territorio in cui si trovano e con quello familiare degli ospiti. Ad ogni modo, una volta terminati i lavori, la vita dei pazienti e del personale migliorerà sensibilmente”.

“E’ stata una visita toccante – ha dichiarato l’assessore al Bilancio del comune di Empoli, Simonetta Fiore. “Basti pensare che un intero reparto è composto da persone giovani, per parte dei quali si potrebbe forse pensare a soluzioni alternative, nell’ottica di un loro reinserimento nella società”.

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