Tav in Mugello, la Sentenza di Appello ribalta il primo grado

L'Associazione di Volontariato Idra e' rimasta perplessa ed attende di leggere le motivazioni. Dell'Olio "Ho fiducia nella Giustizia, e' talmente ovvio il danno ambientale". Per Legambiente “Sentenza iniqua e deludente”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 giugno 2011 15:23
Tav in Mugello, la Sentenza di Appello ribalta il primo grado

La Corte di Appello di Firenze ha ribaltato la sentenza di primo grado per i danni ambientali in Mugello durante i lavori dell'alta velocità ferroviaria. Tutti coloro che erano stati condannati ne escono con i reati caduti in prescrizione o assolti per non aver commesso il fatto. Anche il maxi risarcimento di 150 milioni di euro previsto per le istituzioni locali non è stato riconosciuto, rimangono in piedi solamente i piccoli risarcimenti per le parti civili e le associazioni ambientaliste. Ad Idra arrivano 20mila euro e Girolamo Dell'Olio sfogliando il dispositivo della Sentenza giunta dopo 8 ore di attesa, se ne domanda ancora il motivo.

"Mancano le motivazioni, a questo punto siamo curiosi di capire quale sia l'iter del ragionamento" "Girolamo! - esclama uno di quei cittadini che conosce il professor Dell'Olio che da sempre si occupa di problematiche urbanistiche e strutturali - come è andata con la Sentenza?" "Bomba libera tutti.. per il momento" risponde il leader di Idra che poi apparecchia una tavolata in piazza della Repubblica a Firenze con tutta la documentazione relativa al nodo del Mugello: carte geologiche, rilievi tecnici, documentazione legale e burocratica che negli anni si è accumulata nei faldoni che Idra mantiene aggiornati e dai quali spesso estrae informative indirizzate agli enti preposti al controllo. La Sentenza di secondo grado sul presunto danno ambientale in Mugello (il "presunto" torna in vigore in attesa della Cassazione) arriva nel bel mezzo delle notizie che giungono dalla Val di Susa.

"Abbiamo ancora una volta la dimostrazione della morte della democrazia - dice Dell'Olio - perché la mancanza di informazione è dura da combattere e noi ne sappiamo qualcosa in una città dove le ruspe devono arrivare fin sotto casa affinché qualcuno si smuova e si preoccupi, ma in posti dove la massa critica è presente annotiamo la contrapposizione della forza pubblica e questo ci lascia interdetti" Ugualmente interdetti restano i tecnici consulenti di Idra sugli esiti della Sentenza di Appello che ribaltando il quadro accusatorio e riportando tutto al punto d'inizio fissa un risarcimento in ambito penale sull'offesa subita dalle parti, ma revoca l'obbligo del ripristino dello stato dei luoghi. Non si discute sul danno patrimoniale, alle case, ai frutteti, alle attività di allevamento, quella è materia civile per la quale entreranno in causa anche gli Enti. Riccardo Impallomeni, geologo, racconta la propria storia "Pensate voi, io sono andato a stare in campagna tra due fiumi e ad oggi me li ritrovo tutti e due seccati dalla sparizione dei corsi d'acqua ed abito a 250 metri in orizzontale dal tunnel che si trova a 200 metri sotto terra.

Da tempo oramai la mia bolletta è più cara.. e fortuna che hanno portato l'acquedotto" - sottolinea -. Perché poi il danno è questo, la sparizione di milioni di metri cubi d'acqua dai corsi principali e secondari del Mugello per opera della permeabilità del terreno. Un danno incalcolabile anche alla luce del valore del bene primario riconosciuta indirettamente dal recente Referendum nazionale eppure, all'apparenza, ininfluente sulla valutazione dei fatti. "Ma se in campagna, in collina è accaduto questo - spiega Impallomeni - pensate a cosa potrebbe voler dire in uno strato urbano come una città quando il corso d'acqua si interra e si mescola con l'argilla, che non è impermeabile come si crede ma permeabilissima nel lungo periodo e crea inevitabili ripercussioni sulla tenuta del suolo" Come se non bastasse la presenza delle terre da asportare, l'ubicazione delle stesse presso discariche o luoghi adatti, ad esempio Cavriglia dove presso la centrale di Santa Barbara (a dispetto del nome che evoca già una situazione apocalittica), potrebbe accadere di tutto, stando ai dati in possesso dell'Associazione che si basa sui rilievi effettuati anche da Arpat.

"Cito solo un passaggio dell'accordo siglato tra i comuni - spiega Dell'Olio - inizialmente reticenti e fermamente convinti che non sarebbe arrivato neppure un grammo di materiale di risulta "qualora le terre di scavo, in base all'esito delle caratterizzazioni, presentassero valori di contaminazione superiori alla tabella B del D.lgs. 152/06, sarà cura ed onere di RFI provvedere alla tempestiva evacuazione dei materiali con relativo trasporto in discarica dei medesimi" come dire che intanto si inizia e poi si vede dove andremo a finire" Ma torniamo al dispositivo della Sentenza in attesa di leggere attentamente le motivazioni dei giudici: "Ci domandiamo - conclude Dell'Olio - come si possa revocare l'obbligo di ripristinare i luoghi come si presentavano prima dell'opera dell'uomo.

Equivale a dire che nulla è stato fatto, che tutto è rimasto intatto" A tal riguardo il professore sfoglia la relazione tecnica legata ai lavori in atto sui quali è riportata la sintesi di tale Matteo Renzi, presidente della Provincia che in ben tre occasioni all'interno delle 20 righe redatte parla di "Trasformazione" dei luoghi come risultato inevitabile del lavoro dell'uomo verso il progresso. “Siamo veramente rammaricati per l’epilogo di questa vicenda – hanno dichiarato Piero Baronti e Fausto Ferruzza, rispettivamente Presidente e Direttore di Legambiente Toscana – Non si capisce, infatti, come la Corte d’Appello abbia potuto stravolgere l’esito della precedente sentenza che aveva riconosciuto giustamente la gravità dei danni inferti al territorio dalla Cavet con lo smaltimento illecito dei rifiuti, il prosciugamento dei torrenti e l’inquinamento delle falde acquifere.

Legambiente, che era Parte Civile al processo, pertanto non può che esprimere profonda delusione e rammarico per l'epilogo iniquo di questa vicenda” Riccardo Nencini , assessore regionale, interviene attraverso gli uffici del PSI romano sul 'caso' Val di Susa: “A una sinistra che aspira a governare l'Italia non sono consentiti, su questioni rilevanti rispetto all'avvenire del nostro Paese, nè tentennamenti, nè maldestre strizzatine d'occhio a chi non perde occasione per sollevare proteste, tanto demagogiche quanto velleitarie”.

”I lavori per la tratta dell'alta velocità devono iniziare subito - continua il leader socialista - perché il Paese non può perdere l’opportunità di ricevere i finanziamenti dall’Europa, destinati all’opera, per assecondare una frangia limitata di eversivi” “Il centrosinistra – conclude Nencini- quello “del buon governo”, per essere una forza che ispira i propri programmi ad un riformismo moderno e privo di zavorre post-ideologiche, deve assolutamente separare il proprio cammino da chi seguita a giustificare, con sterili bizantinismi lessicali, episodi e comportamenti del tutto inaccettabili” “Non commentiamo la sentenza del processo d’appello danni dell’Alta Velocità in Mugello che ha assolto vertici e responsabili di Cavet; attendiamo di conoscere con chiarezza e nei dettagli, le precise motivazioni espresse nel dispositivo" così si esprime Stefano Tagliaferri, presidente della Comunità Montana Mugello, anche a nome dei sindaci della zona. "Ci preme ribadire che i danni al territorio provocati dai lavori e dagli impatti a sorgenti e falde acquifere si sono verificati e che sono stati provati anche durante le udienze del processo.

La sentenza di secondo grado non ha riconosciuto il danno ambientale e concesso il maxi risarcimento di 150 milioni di euro in favore delle parti civili. E’ stato però riconosciuto il diritto al risarcimento agli enti locali legato al danneggiamento della risorsa idrica”. Ad Idra l'arduo compito di portare avanti la battaglia contro una trasversale necessità di progredire tecnologicamente attraverso le infrastrutture con finanziamenti a tempo, ma non manca agli attivisti del movimento fiorentino l'appoggio del Pdl locale che attraverso la presenza di Giovanni Galli ha visto allargarsi il fronte degli osteggiatori al progetto sul nodo fiorentino così come sussurrato (dire "presentato" sarebbe eccessivo) sino ad oggi dal governo cittadino. Antonio Lenoci

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