Salvadori: “No alla liberalizzazione dei reimpianti”

La Regione Toscana si opporrà in maniera “decisa” alla liberalizzazione dei diritti di reimpianto dei vigneti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 maggio 2011 18:29
Salvadori: “No alla liberalizzazione dei reimpianti”

Firenze – La Regione Toscana si opporrà in maniera “decisa” alla liberalizzazione dei diritti di reimpianto dei vigneti. Lo ha ribadito oggi l’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori, durante una conferenza stampa organizzata dal Consorzio del vino Chianti classico e dai produttori di Lamole che si è tenuta in Consiglio regionale a Firenze. Ricordando che la liberalizzazione, voluta dall’Unione Europea, entrerà in vigore con il 1 gennaio 2016, l’assessore regionale ha invitato i produttori e le loro associazioni a fare fronte comune con le istituzioni. “Il rischio – ha detto esplicitamente l’assessore regionale – è che la liberalizzazione renda non più remunerativa la coltivazione della vite nei territori collinari e che vi sia una corsa alla coltivazione in pianura.

Per la Toscana questo vorrebbe dire perdere la propria specificità”. In merito all’oggetto della conferenza stampa, che era stata convocata per presentare le iniziative “Chianti Classico E’ 2011” e “I profumi di Lamole”, Salvadori aveva ricordato come la Toscana abbia “nel mondo un valore aggiunto incomparabile che è dato dalla sua storia e dalla sua civiltà”. “Nessun altro può dire – ha ricordato esemplificando – che qui è nato e vissuto un Dante Aligheri e questo ci conferisce una specificità che parla dell’identità toscana. Questa è una dimensione che va oltre le singole specificità locali, le ricomprende e le valorizza, è un messaggio di civiltà che parla al mondo. Lamole e luoghi come questo non nascono per caso, ma nascono dal nostro Umanesimo e dal nostro Rinascimento, sono testimonianza del legame con le nostre radici. Oggi nel mondo – ha concluso Salvadori &nda sh; c’è una gran fame di tornare alle radici.

I nostri grandi vini sono un esempio di questo, perchè ci permettono di far sorseggiare non solo un grande prodotto, ma la nostra civiltà e di offrirla al mondo, anche come momento di cambiamento. ”

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