Primo Maggio, Cgil, Cisl e Uil fanno chiarezza con un comunicato congiunto

"Il settore del commercio conquista la ribalta grazie alla diatriba sulla giornata del Primo maggio e alla notorietà della città di Firenze. Allora, è doveroso, da parte nostra, un chiarimento" così le sigle sindacali nazionali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 aprile 2011 15:30
Primo Maggio, Cgil, Cisl e Uil fanno chiarezza con un comunicato congiunto

"Il settore del Commercio, che pure vanta 3 milioni di addetti in Italia, diciamocelo, nel panorama del mondo del lavoro è un po’ bistrattato - spiegano Barbara Orlandi FILCAMS CGIL, Salvo Carofratello FISASCAT CISL e Pietro Baio UILTUCS UIL - lavoratori e lavoratrici dei servizi genericamente intesi. Poco si dice e poco si sa, tant’è che nei lunghi dibattimenti sui quotidiani di questi giorni, qualcuno li ha anche confusi con gli addetti dei pubblici esercizi, dipendenti di bar e ristoranti ai quali, giustappunto, si applica il contratto del turismo.

Ma il settore del commercio conquista la ribalta grazie alla diatriba sulla giornata del 1°maggio e alla notorietà della città di Firenze. Allora, è doveroso, da parte nostra, un chiarimento". "Primo: come da Legge Regionale sul Commercio della Regione Toscana, tutti i Comuni hanno a disposizione 120 giorni di tempo per consumare una concertazione (tra Istituzioni, Associazioni Datoriali, dei Consumatori e Sindacati) che trovi un’intesa sul numero delle aperture domenicali e festive per la durata dell’intero anno solare.

Questo si ritiene fondamentale al fine di programmare i turni di lavoro e pubblicizzare le aperture. Molti sono stati gli accordi conclusi e sottoscritti in diversi Comuni dell’area fiorentina, programmando 22 o 23 aperture domenicali e festive. "Secondo: sempre per Legge Regionale i Centri Storici hanno facoltà di derogare sui numeri delle date indicate inderogabili (in totale 8 – 1 gennaio, Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio, 15 agosto, 25 e 26 dicembre) cui si possono aggiungere, post programmazione e ulteriore concertazione ulteriori facoltà di aperture per eventi straordinari. Terzo: ogni territorio trova la sua intesa ma accade anche che non sia così.

Ed è quello che è successo nel Comune di Firenze. Durante la fase della concertazione si è trovata un’intesa per le aperture fuori dal centro storico, 23 in totale, ma non sul centro della città. Le nostre ragioni: Firenze, proprio in ragione della sua straordinaria vocazione turistica, già da tempo può contare sull’apertura di 52 domeniche su 52 in un anno, quello che unitariamente chiedevamo era la salvaguardia delle date indicate come inderogabili dalla Legge Regionale, e neanche tutte ! Avevamo a suo tempo proposto le date di 1 gennaio, 25 aprile, 1 maggio, 25 e 26 dicembre, quindi 5 delle 8 suindicate.

Ebbene, l’intesa non c’è stata, anche su pressione di Confcommercio, Confesercenti e Federdistribuzione. Quindi, in mancanza di un accordo, il Comune ha emesso un’ordinanza che consente la facoltà delle aperture per 362 giorni all’anno su 365, con la sola esclusione del 1 gennaio, 25 e 26 dicembre". Cosa è poi accaduto? "E’ accaduto che unitariamente come Filcams, Fisascat e Uiltucs alla data del 12 aprile u.s., abbiamo inviato una lettera al Sindaco nella quale sommessamente in “ultima istanza” si chiedeva di revocare la facoltà dell’ apertura nella giornata del 1 maggio.

La nostra richiesta prendeva anche fondamento dalla programmata “notte bianca del 30 aprile” . Da notare che: la notte del 30 aprile i negozi del centro storico rimarranno aperti almeno fino alle 24.00 e che il 1° maggio 2011 cade di domenica, quindi, piena facoltà di acquisti eccezionali fino a mezzanotte e nessun “ponte turistico” rovinato, vista la sovrapposizione della festa con la domenica. Pur rimanendo convinti che le perenni aperture dei negozi, di per sé, non risollevino l’economia fiorentina, ci siamo ostinati a stare dalla parte del “buon senso” e a confidare che si potesse condividere l’opportunità di un meritata giornata di festa all’indomani di una nottata di lavoro, senza neanche la pretesa della condivisione di ricorrenze storiche e culturali che hanno formato i popoli e le comunità.

Così non è stato, e l’ipotesi avanzata dal Sindaco, durante l’incontro che ci ha concesso dopo aver ricevuto la nostra lettera, di far lavorare solo per volontarietà o lavoratori interinali attraverso accordi specifici con le aziende, non andava nello spirito della nostra richiesta per l’imminenza del 1° maggio. Saremo i primi a risederci al tavolo del confronto, se il Sindaco riconvocherà le parti, per ridiscutere complessivamente di programmazione e calendari delle aperture domenicali e festive. Nel caso specifico si trattava solo di cogliere il senso di una estrema richiesta, frutto di una vicenda solo fiorentina, non risulta infatti che nessun altra città della Toscana abbia programmato speciali notte bianche alla vigilia del 1° maggio.

Ogni territorio ha la sua storia, la sua autonomia e la sua indipendenza ma ci sono occasioni di feste condivise che meriterebbero un attenzione maggiore, con l’idea di “conservare” le identità, fuori da ogni “conservatorismo”. Lo sciopero si è quindi reso inevitabile per Firenze, come per altre città della Toscana, dove non si sono trovate intese. Risulta che oggi anche la città di Milano abbia emesso ordinanza per aprire il 1° maggio e risulta altrettanto che si farà unitariamente sciopero. Un interessante dibattito, quello che si è letto sui quotidiani di questi giorni: da un lato la salvaguardia delle autonome scelte territoriali, dall’altra la speranza che il Consiglio Regionale della Toscana, modifichi la Legge sul commercio e riesca a imporre a tutti le stesse chiusure obbligatorie.

La domanda sorge spontanea: sempre Filcams, Fisascat e Uiltucs regionali a fine 2010 hanno consegnato al Presidente Enrico Rossi un plico contenete 50 mila firme di lavoratori e lavoratrici del settore del commercio, che chiedevano proprio di rivedere il testo regionale con la garanzia di consegnare a tutta la Toscana l’uniformità delle date inderogabili all’apertura dei negozi, era forse un’azione a danno dell’economia turistica della regione? Evidentemente ciò che abbiamo chiesto, e che continuiamo a sollecitare, era proprio la necessità di coniugare scelte territoriali e identità regionale.

Siamo ancora di questa idea e, se abbiamo ben compreso, adesso possiamo contare sul sostegno di una platea più estesa, composta da Sindaci a nostro sostegno. Unico nostro intento: conciliare interessi diversi con lo stesso obiettivo, la ripresa del settore del commercio, lo sviluppo del turismo e la tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Bene sarebbe per tutti riattivare compiutamente la pratica della concertazione, attraverso la quale si possa mediare e valutare gli interessi diversi nel rispetto della reciproca riconosciuta rappresentanza.

Il 1° maggio ci regaleremo una splendida giornata di festa, corteo, musica e un po’ di chiacchere, partenza alle 10.00 da P.za Santa Croce e festa P.za della Repubblica

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