Carabinieri aggrediti. Rossi, sollecita il Governo e pensa una legge regionale

Il presidente della Regione è intervenuto in Consiglio per esprimere solidarietà ai militari picchiati selvaggiamente a Sorano e ha spiegato come la Toscana interverrà. Andrea Barducci, presidente della Provincia, si dice d'accordo con il Governatore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 aprile 2011 14:53
Carabinieri aggrediti. Rossi, sollecita il Governo e pensa una legge regionale

Piena solidarietà all’Arma dei Carabinieri e alle famiglie dei militari feriti è stata espressa questa mattina in Consiglio regionale dal presidente della Giunta regionale Enrico Rossi. Rossi ha spiegato di aver telefonato al Comandante e di avere parlato con i carabinieri della stazione di Pitigliano, e che le ultime notizie descrivono ancora una situazione pesante: per il carabiniere in rianimazione “si cerca di guadagnare tempo”, mentre l’altro rischia di perdere un occhio e ha una brutta frattura al naso. “E’ stata un’aggressione vigliacca, esplosa con furia inaspettata, che ha lasciato sbigottita tutta la società toscana, determinando in noi un sentimento di inadeguatezza” ha detto il presidente.

E ha proseguito: “Credo che innanzitutto si debba chiedere alla giustizia di fare il suo corso, e che chi deve pagare paghi. In secondo luogo dobbiamo riflettere, nel nostro ruolo di genitori e di rappresentanti delle istituzioni, su come sia possibile che ragazzi che si credono normali finiscano per fare azioni così gravi, che si dedichino a una dimensione ludica che ha caratteri autodistruttivi, in una spirale preoccupante. Dobbiamo riprendere i contatti con il mondo giovanile”. Inoltre, ha sottolineato Rossi, “dobbiamo farci carico di un bisogno di tutela che non è sufficientemente salvaguardato dalla legislazione vigente. La Regione dovrà lavorare soprattutto perché si muova il Parlamento, perché la competenza in materia di sicurezza è nazionale.

Però la Toscana potrà avanzare una sua proposta di legge, prendendo in esame anche la normativa dei paesi europei che hanno legiferato in questo senso. Possiamo approvare regole in materia di tutela della salute e di polizia amministrativa locale, in modo da dare alle amministrazioni la possibilità di avere strumenti per prevenire e controllare”. Non è possibile lasciare correre dopo quanto è successo, ha concluso il presidente, che ha rivolto un appello a tutte le forze ad agire in maniera unitaria per trovare insieme la migliore strategia di intervento". “L’iniziativa del Presidente della Regione Enrico Rossi a seguito dell’aggressione dei due carabinieri di lunedì scorso ha il mio pieno sostegno e la mia piena condivisione.” E’ quanto fa sapere il Presidente della Provincia di Firenze. “Una decisione da parte delle istituzioni non è più rimandabile – ha aggiunto il Presidente Barducci - e non c’è nessun rigurgito giustizialista nel chiedere che i responsabili dell’aggressione siano puniti e nel voler studiare un sistema che argini il più possibile le degenerazioni a cui troppo spesso portano i rave party.

Credo invece che ci sia un vero desiderio di intervenire e una forte assunzione di responsabilità da parte di Rossi”. “Ha ragione il Presidente della Regione nel ritenere essenziale sia che il governo disciplini i rave party in termini di ordine pubblico e sicurezza, sia che si consenta alle istituzioni locali, tramite una normativa regionale, di poter effettuare il controlli e la prevenzione necessaria ad impedire che si ripetano episodi del genere”. “Torno a ribadire che quello che è accaduto – ha concluso Barducci - è un episodio estraneo alla cultura della nostra gente, ma che purtroppo ci mette in guardia nei confronti di quelli che giustamente Rossi ha chiamato segni di regresso, e di uno smarrimento, aggiungo io, a cui dobbiamo cercare in ogni modo di dare una risposta culturale, oltreché normativa, senza per questo giustificarlo.

La libertà di riunirsi e di divertirsi non può portare all’annullamento di qualsiasi regola e meno che mai di se stessi, e non è pensabile che lo Stato e le forze dell’ordine non abbiano la possibilità di intervenire in situazioni in cui si consumano droghe solo perché queste si svolgono in proprietà private”.

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