Bellicini:“Gli investimenti sulla casa hanno reso più di quelli sull'oro”

Il direttore del Cresme Bellicini al convegno sull'edilizia sociale in corso alla stazione Leopolda di Pisa: “Dal 2000 al 2010 è stato compravenduto il 30 per cento dell'intero patrimonio abitativo italiano”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 marzo 2011 20:23
Bellicini:“Gli investimenti sulla casa hanno reso più di quelli sull'oro”

Pisa - Negli ultimi dieci anni è finito sul mercato il 30% di tutti gli appartamenti italiani e gli investimenti sulla casa hanno reso più di quelli sull'oro. Molto diverso sarà invece lo scenario dei prossimi anni: il mercato immobilire sarà caratterizzato da un deciso trend verso la riqualificazione e la trasformazione degli edifici. E' il quadro che ha fatto il direttore del Centro ricerche economiche, sociologiche e di mercato nell'edilizia (Cresme), Lorenzo Bellicini, durante il convegno “Edilizia sociale, città, governo del territorio” organizzato dall'Istituto nazionale di Urbanistica, l'Anci e la Cassa depositi e prestiti investimenti sgr.

L'incontro, che si sta svolgendo da stamattina alla stazione Leopolda di Pisa, mira ad analizzare l'attuale emergenza abitativa in Italia e mettere a confronto enti, organizzazioni e operatori del settore per trovare nuove soluzioni al problema. Dopo i saluti del sindaco di Pisa Marco Filippeschi e quelli dell'Inu toscana, con la presidente Silvia Viviani e Franco Landini, la discussione è entrata nel vivo con la relazione di Bellicini sugli scenari di domanda e offerta per il social housing.

“L'immobiliarista è la figura del decennio appena concluso – ha detto il direttore del Cresme –. Basti dire che negli ultimi dieci anni, in Italia, abbiamo compravenduto il 30% dell'intero patrimonio abitativo nazionale e che negli ultimi quindici anni gli investimenti sul mattone hanno reso più di quelli sull'oro. Facciamo l'ipotesi di investimenti fatti nel 1995 su un titolo azionario e sull'oro: nel 2010 il guadagno sarebbe stato pari rispettivamente al 4,4% e all'8%. Se lo stesso investimento fosse stato fatto su un immobile in area urbana, il guadagno sarebbe ora pari al 9,3%”.

Finora, ha continuato Bellicini, “siamo stati dentro ad un ciclo immobiliare in cui non c'erano vincitori e vinti, ma solo vincitori, perché la casa è stata un bene d'uso e al contempo un bene d'investimento. Il prossimo ciclo immobilare non sarà così, ci saranno vincitori e vinti, e proprio il valore d'uso degli immobili sarà determinante”. Perché “in pratica avremo tre mercati in uno: quello che conosciamo oggi, il mercato low cost di chi non può permettersi certi prezzi (i giovani, le famiglie che avevano due redditi e invece ora ne ha uno o ha due cassa integrazioni) e il mercato dell'innovazione.

A quest'ultimo, però, manca oggi un leader: ci sono diversi attori non integrati tra loro. Il problema – ha specificato il direttore del Cresme – è che in Italia sembrano più vivaci gli scenari legati alla domanda che quelli dell'offerta immobiliare”. I prossimi anni, ha concluso Bellicini, saranno comunque caratterizzati da una spinta marcata verso “la riqualificazione e la trasformazione degli edifici”.

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