Perché Sanremo è Sanremo. A chi piace e a chi meno.

Un coiffeur fiorentino a Sanremo per donare la spettacolarità visiva ai protagonisti famosi. Non mancano le critiche e per questo riportiamo una lettera di Mastrantoni, segretario di Aduc: "Ho abbandonato lo schermo.."

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2011 14:23
Perché Sanremo è Sanremo. A chi piace e a chi meno.

C’è la mano di un coiffeur fiorentino dietro le acconciature dei presentatori e degli artisti in gara a Sanremo. Gino De Stefano - “il parrucchiere delle dive” che realizza le sue acconciature nel salone di via Ponte alle Mosse, quasi all’angolo con piazza Puccini, - torna per il nono anno all’Ariston. «Un’esperienza unica. Si lavora come matti dalla mattina alla sera, ma l’adrenalina che si respira nell’aria durante il Festival è qualcosa di indescrivibile», dice il parrucchiere, responsabile dello staff di venti acconciatori chiamati a curare le chiome di Belen Rodriguez, Elisabetta Canalis e dei cantanti in gara.

«A dispetto delle voci che sono state messe in giro, tra le due primedonne c’è molta armonia», assicura ‘’il parrucchiere delle dive’’. «I vip tendono ad affidarsi tranquillamente alle mani degli esperti. Insomma, nessuna star che ho pettinato ha fatto i capricci – rivela il coiffeur -. Belen ed ‘Eli’ continueranno ad alternare acconciature eleganti ad altre più ‘sbarazzine’, a seconda dei cambi d’abito». «Anche stavolta sono emozionato proprio come i cantanti in gara», ammette De Stefano, che nel suo ‘medagliere’ vanta riconoscimenti ottenuti in tutto il mondo.

Dalla medaglia d’argento al Festival Internazionale della Coiffeur e dell’Estetica lo scorso novembre all’oro al Festival internazionale di acconciatura 2007. E ancora il terzo posto ai campionati europei di taglio a Francoforte. De Stefano ha curato il look di personaggi quali Jennifer Lopez, Lorella Cuccarini e Laura Chiatti. Tra gli uomini che si sono affidati alle sue forbici,. Raul Bova e Marcello Lippi. Ma Sanremo è un controsenso catodico, un insieme di opinioni e di sguardi diversi, se da una parte piacce, emoziona e porta ad emulare i vip che salgono sul palco ritenuti eroi dei nostri tempi, dall'altra parte sviluppa il senso critico e per questo pubblichiamo una lettera che ci è arrivata dal segretario di Aduc, Primo Mastrantoni, l'Associazione che difende i consumatori nostrani: "Costretto da pressioni familiari ho assistito, in Tv, al festival canoro di Sanremo.

L'ultima volta che l'avevo visto era il 1964, 47 anni fa, quando vinse la canzone di Gigliola Cinquetti, "Non ho l'eta'". Gia', anch'io non avevo l'eta' e per questo mi ritengo giustificato. Una patetica fata turchina Antonella Clerici con figlia (I suppose), un Morandi stretto in giacchetta "brilluccicante" (meglio mago Zurli') che fa rimpiangere il Gianni di "Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte", le bellissime Rodriguez e Canalis avvolte in atroci vestiti (Chanel, Chanel, dove sei!) che non sanno stare ne' in piedi ne' sedute.

Alle 22.19 ho abbandonato lo schermo e mi sono tuffato nella lettura de "La legge di Murphy". Leggo: "Sorridi, domani sara' peggio". Da tagliarsi le vene. La Rai dovrebbe essere trascinata in tribunale con l'accusa di "induzione al suicidio".

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