Toscana: Società della Salute giudicate dal Laboratorio Management e Sanità

Lo strumento utilizzato dal MeS è lo stesso usato per la aziende: il bersaglio con cinque fasce di valutazione: da 1 a 5, dal rosso al verde scuro.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 settembre 2010 15:20
Toscana: Società della Salute giudicate dal Laboratorio Management e Sanità

Le Società della Salute hanno ormai superato il periodo della sperimentazione e sono ora in fase di consolidamento in tutta la Toscana, coprendo l'88% della popolazione. E adesso anche le Società della Salute/zone distretto, come già accade da qualche anno per le aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie, sono oggetto della valutazione del MeS, il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. I risultati della valutazione relativa al 2009 sono stati presentati stamani alla Conferenza regionale dei Presidenti delle Società della Salute dall'assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, con l'assessore al welfare e politiche della casa, Salvatore Allocca, e il direttore del MeS, Sabina Nuti. "Le Società della Salute - dice l'assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia - rappresentano l'ambito ideale in cu i programmare e attuare strategie integrate volte a promuovere la "produzione" di salute dei cittadini.

Anche attraverso le Società della Salute la Toscana potrà difendere sempre meglio il diritto alla salute, rispondere alle esigenze della popolazione e all'aumento costante del fabbisogno sanitario, migliorando i servizi pur a fronte di risorse pubbliche sempre più contenute. Il sistema di valutazione, già applicato dal MeS alle aziende sanitarie, si è dimostrato uno strumento di governance complessiva indispensabile, e ha consentito un miglioramento costante delle prestazioni. Siamo certi che anche per le Società della Salute lo strumento del bersaglio sarà uno stimolo costruttivo a fare sempre meglio e a non accontentarsi dei livelli qualitativi raggiunti, orientando la programmazione e la gestione dei servizi distrettuali". "Leggere lo stato di salute e benessere delle comunità - è il commento dell'assessore a welfare e politiche della casa Salvatore Allocca -, individuare attraverso un processo condiviso gli obiettivi prioritari da perseguire e dotarsi di strumenti puntuali di valutazione sono le finalità costitutive della società della salute, della quale, ricordiamo, l’attività sociale è elemento fondamentale.

Un processo organizzativo che ha ormai superato la fase sperimentale e che si pone l’obiettivo di mettere in relazione le competenze e le responsabilità di tutti i decisori pubblici facendo convergere le loro azioni verso la realizzazione della salute pubblica. In tale percorso il sistema MeS è uno dei tasselli indispensabili per il conseguimento del risultato". Il bersaglio Lo strumento utilizzato dal MeS è lo stesso usato per la aziende: il bersaglio con cinque fasce di valutazione: da 1 a 5, dal rosso al verde scuro.

Questa la classifica in base alle diverse fasce: fascia rossa (valutazione 0-1): performance molto scarsa; arancio (1-2): scarsa; giallo (2-3): media; verde chiaro (3-4): buona; verde scuro (4-5): ottima. Per quanto riguarda la valutazione complessiva della Toscana, la maggior parte dei bersagli sono collocati nelle tre fasce centrali (performance media, buona, ottima), con solo due indicatori collocati nella fascia arancio (scarsa): quelli relativi allo scompenso e all'ipertensione, performance che devono migliorare.

Quanto ai bersagli relativi alle 34 Società della Salute/zone distretto (Lunigiana, Apuane, Valle del Serchio, Piana di Lucca, Pistoiese, Val di Nievole, Pratese, Alta Val di Cecina, Val d'Era, Bassa Val di Cecina, Pisana, Livornese, Val di Cornia, Elba, Alta Val d'Elsa, Val di Chiana Senese, Amiata Senese, Senese, Casentino, Val Tiberina, Val di Chiana Aretina, Aretina, Valdarno, Colline Metalllifere, Colline dell'Albegna, Amiata grossetana, Grossetana, Firenze, Fiorentina nord-ovest, Fiorentina sud-es t, Mugello, Empolese, Valdarno inferiore, Versilia), alcuni bersagli sono collocati nelle fasce rossa e arancio, ma la stragrande maggioranza si trova nelle fasce centrali, indicando performance medie, buone o ottime.

"Ad oggi - spiega Sabina Nuti - il sistema di valutazione sviluppato per le SdS/zone distretto conta 132 indicatori, raggruppati in 35 indicatori di sintesi, che analizzano le performance secondo sei diverse dimensioni di valutazione: la salute e caratteristiche demografiche della popolazione, la capacità di perseguimento delle strategie regionali, la parte socio-sanitaria, la soddisfazione dei cittadini, la soddisfazione dei dipendenti, la gestione economico-finanziaria ed efficienza operativa.

In particolare - chiarisce ancora Sabina Nuti - nel corso del 2009 sono stati sviluppati per la prima volta indicatori particolarmente connessi alla valutazione dei servizi di integrazione socio-sanitaria. E' il caso dell'indicatore relativo alla non autosufficienza, di quello riguardante le famiglie e i minori, e dell'indicatore relativo alla salute mentale". Qualche esempio: l'indicatore che riguarda i minori fuori famiglia (indice di una difficoltà a gestire il problema da parte dei servizi) presenta grande variabilità tra le 34 zone-distretto: la media regionale è di 3,6 minori fuori famiglia ogni 1.000 residenti.

Un altro esempio sono le patologie mentali, e anche in questo caso è notevole la variabilità che si registra tra le diverse zone-distretto nella gestione del paziente psichiatrico: i dati oscillano tra l'1% e il 25% di ricoveri ripetuti. Alcuni indicatori di salute: l'attività fisica, con una percentuale di sedentari che va dal 9 al 59%; la situazione nutrizionale: dal 6 al 14% di persone obese; il fumo: dal 23 al 35% di fumatori abituali. "Il principio ispiratore delle Società della Salute - sottolinea l'assessore Scaramucci a - ha origine nella definizione di stato di salute che l'Oms fornisce nella sua Costituzione, ovvero "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia", nonché "diritto fondamentale dell'individuo".

L'analisi scientifica mostra che la salute intesa in questo modo è il risultato di una serie di determinanti di tipo sociale, ambientale, economico e genetico e non il semplice prodotto di un'organizzazione sanitaria. L'86% dei decessi, il 77% della perdita di anni di vita in buona salute, il 75% delle spese sanitarie in Europa e in Italia, secondo l'Oms, sono determinati da patologie che hanno in comune fattori di rischio modificabili quali il fumo, l'obesità, e il sovrappeso, l'abuso di alcol, la scorretta alimentazione e la sedentarietà.

Le Società della Salute, coinvolgendo e facendo collaborare Aziende sanitarie, enti locali, operatori, volontariato, sono l'ambito più adeguato per rispondere in maniera appropriata a questi bisogni di salute". I dati sulla valutazione delle performance delle Società della Salute/zone distretto sono consultabili sul sito del MeS: http://www.meslab.sssup.it/_sito/. (di Lucia Zambelli) I commenti dall'opposizione La Scuola superiore Sant’Anna di Pisa promuove la performance 2009 delle Società della Salute della Toscana, ma il Pdl non ci sta.

Arriva infatti per bocca del vicepresidente della IV Commissione (Sanità) Stefano Mugnai, consigliere regionale del Pdl, un commento di tutt’altro avviso. "C’è una dicotomia enorme – afferma – tra ciò che afferma lo studio del Laboratorio management e sanità della Sant’Anna e quella che è la percezione diffusa soprattutto tra gli operatori del settore socio-sanitario, i primi a criticare severamente l’utilità e il funzionamento delle Società della Salute della Toscana". Tra l’altro, secondo Mugnai esiste un vizio nei presupposti stessi della ricerca: "Senza nulla togliere alla scientificità dello studio della Scuola Superiore Sant’Anna – afferma – c’è da registrare che il committente finale di questo studio è la Regione Toscana medesima, in una coincidenza quantomeno non elegante fra controllore e controllato". Già questo, osserva Mugnai, è il sintomo dell’autoreferenzialità con cui si governa e si amministra la sanità ed il sociale in Toscana.

Ma non solo: "Tra eterogeneità nelle funzioni, identità sfumate e a macchia di leopardo e scarse funzionalità ed efficacia – incalza Mugnai – i punti deboli delle SdS non mancano di certo. E’ la stessa Corte dei Conti ad aver sollevato perplessità sull’utilità di aver creato questa ulteriore struttura di cui non si sentiva davvero il bisogno e che, per stessa ammissione dell’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, dovrebbe iniziare a funzionare adesso, dopo ben sette anni di attività.

C’è poi la grande questione del rischio di sovrapposizione di competenze tra i differenti attori: scongiurarlo è una chimera rispetto a strutture, le SdS appunto, che non hanno funzioni univoche sul territorio come invece sarebbe opportuno, se non altro per garantire pari dignità ed accessibilità ai servizi per tutti i cittadini toscani". Sempre dalle dichiarazioni dell’assessore Scaramuccia, poi, Mugnai trae un’altra riflessione: "Scaramuccia indica nella Società della Salute dell’Empolese-Valdelsa la punta di diamante tra le SdS toscane.

Ebbene, proprio quella SdS si è distinta nel tempo sui fatti per essere al centro di grosse polemiche sollevate dagli utenti. Proprio ultimamente, quella SdS si è vista bocciare dal Tar una delibera contro la quale avevano fatto ricorso i familiari dei disabili dell’area che, di punto in bianco, si erano visti imporre una tassa sui servizi di cui fruiscono i ragazzi con disabilità. Se questa è l’eccellenza, davvero complimenti". La foto è tratta dall'album di Hector Milla su Flickr.

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