Caccia: preapertura per i giorni 1 e 5 settembre

Approvata oggi la delibera da parte della Giunta regionale. Gambetta Vianna: ''Storni distruggono le colture, ripristinare l’abbattimento''. WWF Toscana: "La stagione di caccia inizia nel peggiore dei modi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 agosto 2010 14:50
Caccia: preapertura per i giorni 1 e 5 settembre

Firenze- La Giunta regionale ha approvato la delibera per consentire nei giorni 1 e 5 settembre, solo da appostamento e solo nell’Atc di residenza venatoria, l’apertura anticipata della caccia ad alcune specie, secondo le specifiche richieste delle province. Inoltre, sempre dal primo settembre, entrerà in vigore l’aggiornamento del regolamento regionale sulla caccia, con le nuove disposizioni che consentono, tra l’altro, l’iscrizione dei cacciatori a più Ambiti. Non è stato invece possibile attivare la deroga per l’abbattimento dello storno in preapertura.

A renderlo noto, «con grande rammarico nei confronti del mondo agricolo e delle associazioni venatorie», è l'assessore regionale all'agricoltura, Gianni Salvadori. «Quest'anno – spiega Salvadori – non è possibile adottare la deroga perchè l’Ispra, soggetto scientifico del Ministero dell’ambiente, ha espresso un parere vincolante fortemente negativo sul ricorso agli abbattimenti di storni, volti a limitare i danni alle coltivazioni di vite e olivo, che sono le più diffuse e pregiate della Toscana».

«Non è la prima volta che l'Ispra si pronuncia sulla questione», ricorda Salvadori. «In passato l'Istituto è riuscito a far fallire il tentativo del Governo di inserire lo storno fra le specie cacciabili, mentre quest’anno ha provveduto ad inviarci le seguenti osservazioni: “Considerate le modalità operative previste da codesta Amministrazione, lo scrivente Istituto esprime parere sfavorevole all’attuazione degli interventi di controllo nei confronti dello Storno”. Salvadori intende comunque mandare un messaggio rassicurante agli agricoltori toscani.

«Non possiamo consentire l’abbattimento in deroga dello storno – dice l'assessore – ma stiamo verificando la possibilità di portare in approvazione un atto normativo, come concordato con le associazioni venatorie e quelle degli agricoltori lo scorso 25 agosto, che consenta comunque il controllo di tale specie in continuo aumento in Toscana. La nostra regione – sottolinea Salvadori - ha sviluppato un’agricoltura di alta qualità, dove la perdita di prodotto si traduce in perdite di mercato, con forti ripercussioni per le aziende, ma la posizione assunta dagli organi del Governo e una recente sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea in merito alle deroghe, aggravano le difficoltà in nome di un malinteso ambientalismo», Il presidente del gruppo consiliare della Lega Nord Toscana in Regione, Antonio Gambetta Vianna, ha presentato una mozione al fine di richiedere una legge regionale per “mitigare i danni dello storno in Toscana”.

“Gli storni – spiega Gambetta – da tempo sono classificati come volatili altamente dannosi per le colture, soprattutto per le coltivazioni della frutta e delle olive. La Toscana è piena di queste colture e i nostri agricoltori non riescono ad uscire dalla crisi in cui versano e che gli storni potrebbero rendere catastrofica”. Il presidente nazionale della Lega Nord Toscana se la prende anche con la Corte Europea che “con la sua recente sentenza non tutela affatto quegli agricoltori che vedono i propri raccolti devastati dagli storni.

Questa specie animale, considerata a rischio dalla UE, in Toscana è altamente dannosa ed in sovrannumero. L’anno scorso – prosegue Gambetta Vianna – coloro che hanno subìto i danni sono stati dissuasi a denunciarli ai Comuni dalle stesse associazioni degli agricoltori e dalle Atc a causa dell’assenza dei fondi per esaudire le proprie legittime richieste. La Regione, per tentare di mitigare i danni, aveva autorizzato l’abbattimento in deroga degli storni, ma da quest’anno, a seguito della normativa vigente, potrebbe essere un problema richiedere l’abbattimento nei termini dell’anno passato”.

Ma a tutto ciò si aggiunge un altro problema. “Grazie alla stagione favorevole – seguita il leader del Carroccio in Palazzo Panciatichi – c’è stato un proliferare delle nidiate. Oltre ai moltissimi nuovi nati, in ottobre arriveranno le migrazioni di milioni di esemplari anche da altre nazioni europee. Come al solito, l’Unione Europea, quando decide, non guarda agli interessi del territorio. Pertanto – conclude Gambetta Vianna – invito vivamente il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, a portare in Consiglio un provvedimento di legge atto a ripristinare nei termini opportuni l’abbattimento degli storni, inserendolo nel calendario venatorio non oltre il primo ottobre di quest’anno.

E questo per salvaguardare almeno il raccolto delle olive, fonte importantissima di reddito per l’agricoltura toscana”. Si comincerà a sparare non la terza domenica di settembre, ma già i giorni 1 e 5. Con alcune differenze fra provincia e provincia in queste date si potrà cacciare le seguenti specie: tortora, merlo, colombaccio, gazza, ghiandaia, cornacchia grigia, germano reale, alzavola, marzaiola. E si sono fatti anche passi indietro con il ritorno a 2 giorni di preapertura anche in alcune province che l’anno scorso avevano optato per un solo giorno.

“La stagione di caccia inizia nel peggiore dei modi – afferma Guido Scoccianti, responsabile del Settore Caccia del WWF Toscana – ancora una volta le esigenze di tutela della fauna vengono sacrificate dai nostri politici per soddisfare le richieste del mondo venatorio. I giorni di fine estate sono un periodo critico nella biologia di molte specie selvatiche e l’apertura della caccia in questo periodo determina gravi danni alle specie oggetto di prelievo e anche a tutte le altre, soggette a disturbo e a possibili abbattimenti". Non è solo il WWF a criticare la caccia anticipata, ma anche il mondo scientifico, che da sempre indica in questo tipo di caccia un elemento critico.

In particolare per quanto riguarda gli anatidi (germano reale, alzavola, marzaiola), l’Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale anche in un suo recentissimo documento, che dovrebbe costituire le linee guida per i calendari venatori delle Regioni, ha indicato come assolutamente da non consentire l’apertura anticipata ai primi di settembre. La caccia ai primi di settembre sempre secondo a nota del WWF:

  • va ad incidere su un periodo in cui tutta la fauna selvatica è in genere messa in difficoltà da condizioni ambientali non facili di fine estate e nel quale non tutti i giovani dell’anno sono ancora completamente indipendenti (e in particolare quest’anno, per le condizioni climatiche verificatesi, si è avuto significativi ritardi nel periodo riproduttivo)
  • non essendo ancora giunti i contingenti migratori dal nord, si concentra sui soggetti che nidificano sul nostro territorio e che sono quindi di particolare importanza per la nostra fauna
  • per quanto riguarda le anatre, ricade in un periodo in cui parte delle femmine non hanno ancora completato la muta e possono avere difficoltà di volo
  • comporta un impatto indiretto (disturbo) e anche diretto (possibili atti di bracconaggio) sulle tante specie protette che in questo periodo stanno iniziando il lungo volo migratorio e ancora si trovano sul nostro territorio
. E se a qualcuno viene da chiedersi come mai la Regione approvi il 30 agosto una pratica che avrà inizio solo 2 giorni dopo (il 1° settembre), la risposta è presto trovata: "I nostri amministratori - argomentano ancora dal WWF - sanno bene quanto una deliberazione di questo tipo sia caratterizzata da vizi di legittimità (proprio per la mancanza di quei dati e di quei pareri tecnici positivi che sarebbero necessari per norma nazionale) e con un’approvazione così a ridosso delle date di effettuazione del prelievo intendono mettersi al riparo dall’intervento delle associazioni ambientaliste con possibili ricorsi al TAR volti far valere la giusta applicazione delle leggi vigenti (ricorso che ovviamente non può ottenere discussione nell’arco di 48 ore).

E’ questo il modo di portare avanti una corretta politica di gestione della fauna selvatica e dell’ambiente?". "I Verdi della Toscana esprimono la propria netta contrarietà alla scelta, purtroppo ormai tradizionale, della Giunta Regionale della Toscana di consentire la preapertura della caccia nei primissimi giorni di settembre" - lo afferma il Consigliere Regionale dei Verdi Mauro Romanelli. "Condividiamo le preoccupazioni espresse dalle associazioni ambientaliste ed animaliste, con particolare riferimento all'elemento della fragilità ecologica in cui si trovano molte specie in questo particolare periodo dell'anno: fase riproduttiva, individui ancora giovani e non indipendenti, esposizione massima della fauna locale, non essendo ancora giunti gli stormi migratori dal nord".

"A questo riguardo l'Ispra (Istituto per la Protezione e ricerca ambientale) ha diffuso delle linee guida chiare che sconsigliavano le preaperture nel mese di settembre: evidentemente, nell'anno internazionale della biodiversità, contano di più i voti dei centomila tesserini venatori toscani che i pareri scientifi qualificati, ai quali in teoria si afferma sempre di volersi ispirare, salvo poi praticare il contrario alla prova di fatti" . "E' necessario anche rilevare con dispiacere la tempistica dell'approvazione della delibera, ovvero 48 ore prima dell'inizio degli spari, che impedisce di fatto che eventuali ricorsi delle associazioni abbiano effetto concreto.

Evidentemente si teme che ambientalisti ed animalisti abbiano ragione: in effetti l'articolo 42 della nuova Legge Comunitaria, approvata nei mesi scorsi dal Parlamento, prescrive il «divieto di caccia alle specie in periodo di migrazione, riproduzione e assistenza alla prole, ... » " . "Forse si mette in conto di perdere al Tar e magari di pagare multe alla Comunità europea: in tal caso sarebbero i contribuenti a pagare di tasca la ferrea volontà di compiacere ai cacciatori". La foto è tratta dall'album di Grantuking su Flickr.

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