Nuova vita per il Tepidarium

Restauro e tecnologie ‘verdi’ per aprirlo di nuovo al pubblico in maniera permanente. La giunta approva il progetto preliminare. Si prevede un investimento di quasi un milione di euro.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 luglio 2010 18:42
Nuova vita per il Tepidarium

Un ritorno alle funzioni originarie, quelle di esposizioni e manifestazioni legate alla natura e alla scienza per cui era stata pensato e realizzato alla fine dell’Ottocento dall’ingegnere e architetto Giacomo Roster. Questo il fine del progetto preliminare di restauro del Tepidarium del Giardino dell’orticoltura, approvato dalla giunta nell’ultima seduta e che prevede un investimento di 950 mila euro e l’utilizzo di sistemi che consentano un notevole risparmio energetico ed idrico. Il Tepidarium, o serra, versa da anni in condizioni di degrado.

Lungo quasi 40 metri e largo 17, alto 14 metri, l’edificio è a pianta rettangolare ed è stato costruito in ferro e vetro. All’interno ci sono 24 colonne portanti entro cui venivano fatte confluire le acque piovane, con decori in ghisa, e poi due vasche con nicchie e spugne minerali addossate alle due torrette che contengono le scale di accesso ai ballatoi. Roster si ispirò al Palazzo di Cristallo di Joseph Paxton (1851) e al Giardino d’Inverno della Royal horticultural society di Londra (1860).

L’inaugurazione si tenne nel 1880 e fu subito un successo, tanto che la serra venne usata per manifestazioni di vario tipo, da concerti a mostre d’arte a esposizioni varie. Nel 1930 il Tepidarium passò dalla Società di Orticoltura al Comune di Firenze, che lo acquistò per aprirlo al pubblico. Negli anni le condizioni della serra peggiorarono, tanto che furono frequenti i restauri. L’ultimo più importante risale alla fine degli Novanta: a quel tempo il Tepidarium sembrava in condizioni di degrado quasi irreversibile, dato che la struttura risultava collassata in più punti, le vetrate erano scomparse, le parti metalliche preda della ruggine e intorno erbacce e rovi. Nel nuovo progetto preliminare di restauro approvato nei giorni scorsi si sottolinea che la filosofia di fondo è quella, oltre che di provvedere al ripristino delle parti degradate della struttura, di tornare a considerare l’edificio per quello che è sempre stato dalle origini, ovvero un padiglione espositivo aperto, una struttura monumentale leggera e libera, inserita quasi in simbiosi nel parco.

Gli interventi previsti riguarderanno il consolidamento delle opere murarie e delle scale esistenti, il risanamento delle muffe e dalla flora infestante, la realizzazione di servizi igienici per il pubblico, la sostituzione delle parti vetrate rotte, la revisione generale delle opere in ferro, la tinteggiatura.

Per quanto riguarda le opere impiantistiche relative alla climatizzazione, il progetto propone la realizzazione di un impianto geotermico che attraverso la captazione dell’energia del sottosuolo sia in grado di soddisfare la necessità di riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo. Tecnicamente, l’energia geotermica trasportata in superficie viene trasformata da una pompa di calore e portata a un livello di temperatura superiore dove sarà immessa nel circuito idraulico di emissione costituito da serpentine.

Nei mesi estivi il sistema invertito restituisce il calore alla terra e rinfresca l’ambiente. Secondo gli studi effettuati, il risparmio energetico rispetto a quello di un impianto tradizionale è stimabile intorno al 20% annuo. I lavori di manutenzione consentiranno anche di ripristinare le raccolte per le acque piovane e di poterle successivamente utilizzare per irrigare il parco, risparmiando così la risorsa idrica. (edl)

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