Videogiochi - Speciale minigames - Seconda parte

Ecco la seconda parte del nostro speciale sui giochi per tutte le tasche.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 marzo 2010 14:14
Videogiochi - Speciale minigames - Seconda parte

Torchlight - Runic Games Torchlight è un Minigame di difficile catalogazione, dato che si trova a metà strada tra un RPG (RolePlaying Game, gioco di ruolo), un Hack 'n' Slash (RPG d'azione, stile "Diablo") e un Roguelike (un genere di nicchia che risale addirittura alle avventure testuali, variazione sul tema degli RPG, in cui gli schemi di gioco sono infiniti ed elaborati casualmente, ed ogni volta la morte in gioco è definitiva e si deve ricominciare da capo - non è il caso di Torchlight, non vi preoccupate - ).

Potrete scegliere il vostro eroe tra tre archetipi: l'Alchimista è una variazione sul tema del classico mago, capace di diventare un potente lanciatore di incantesimi a distanza ma anche un evocatore di creature vive, non-morte e altre di più difficile interpretazione; la Vanquisher è la cacciatrice/amazzone, più specializzata nelle armi a distanza che nella magia o nel corpo a corpo; il Destroyer è - poteva mancare?- l'armadio con le gambe della situazione, che si trova a suo agio a fare a botte in prima linea, sfasciando tutto a pugni o con un'arma più alta di lui.

Tutti e tre hanno a disposizione anche un pet, un compagno animale che li assisterà in battaglia e andrà a vendere il bottino al posto loro. Torchlight è accattivante perché oltre ad essere dotato di una piacevolissima grafica cartoon, risulta immediato anche a chi non ha mai giocato ai capisaldi del genere (il già citato Diablo, o i più recenti Dungeon Siege, Sacred e Titan Quest). Inoltre, il divertimento si amplifica quando si gioca con altri amici, dato che Torchlight supporta sia il gioco in LAN (la rete domestica), che su internet. La longevità è praticamente infinita: i dungeon creati con il motore casuale sono infatti innumerevoli, e persino quando (e se) riuscirete a finire la storia vera e propria, potrete entrare nel cosiddetto "infinite dungeon", il cui nome dice tutto.

Sono potenzialmente infiniti anche i livelli di esperienza dei mostri e dei giocatori (e quindi del relativo equipaggiamento), ed ecco quindi quali caratteristiche Torchlight prende in prestito dal genere dei Roguelike. Notizia per coloro a cui questo gioco è piaciuto (o piacerà) particolarmente: sembra che Torchlight sia una specie di "beta test" per una struttura di gioco ideata per un mmorpg, che probabilmente avrà lo stesso titolo. Se i dungeon infiniti sono la vostra passione, e riuscite a non fare caso alla monotonia che essi si portano dietro, tenete le orecchie dritte per le novità al riguardo! Costo: 15,9€, disponibile una versione demo gratuita. Audiosurf - Dylan Fitterer Tanto per rimarcare quanto basti poco per realizzare un Minigame, Audiosurf è il capolavoro di una sola persona: Dylan Fitterer. Capolavoro perché questo gioco è semplicemente unico.

Si tratta di una specie di simulatore di guida futuristica, dalla grafica al neon fosforescente e psichedelica (che ricorda un po' quella di Tron). La particolarità però risiede nella struttura dei livelli: questi infatti non sono lo statico frutto del lavoro del programmatore, bensì vengono generati casualmente dopo aver letto le tracce musicali che avete sull'hard disk. Esatto: lunghezza del tracciato, il suo intrico, i bonus e i malus che vi troverete... tutto dipende dal tipo di traccia musicale che caricherete nel gioco! Per fare un esempio: se caricate "il livello" di un mp3 di suoni della natura, vi ritroverete un dirizzone molto facile da giocare, con pochi powerup disseminati sul percorso; se invece caricate l'mp3 di un gruppo death metal, probabilmente vi ritroverete in un inferno di curve, giri della morte, salti, il tutto disseminato di potenziamenti della velocità e malus che abbassano il tempo limite. C'è da dire che l'algoritmo non sembra ricalcare sempre perfettamente il ritmo delle canzoni, ma Audiosurf rappresenta comunque un'esperienza unica sicuramente da provare. Costo: 9,9€, disponibile una versione demo gratuita. Braid - Number None Passiamo ora a commentare uno dei Minigames che apparentemente sembra entrare nel più classico dei generi dei videogiochi, ovvero i Platform (da Mario Bros in poi, ne potrei citare letteralmente migliaia).

Bidimensionale, dalla bellissima grafica, Braid ha la sua particolarità nella manipolazione del tempo. Fin dai primi livelli sarete infatti in grado di riavvolgerlo (proprio come nelle ultime versioni di Prince of Persia, se li avete giocati); man mano che avanzerete avrete anche la possibilità di creare "universi paralleli", zone in cui il tempo scorre più lentamente o non scorre affatto, eccetera. Capirete da voi che è quindi impossibile morire per un salto sbagliato: non è infatti lo scopo di Braid mettere alla prova la vostra abilità matematica di calcolare salti millimetrici.

Per completare il gioco, dovrete invece risolvere una certa gamma di puzzle. Per quanto originale, il risultato finale non è tuttavia del tutto convincente: il gameplay è davvero molto particolare, e potrebbe non piacere a tutti, visti i suoi ritmi dilatati e una trama non lineare che rischia di diventare dispersiva e piuttosto vaga. Il mio consiglio è di provare il demo prima di acquistare la versione completa. Costo: 8,99€, disponibile una versione demo gratuita. Lucidity - Lucasarts Ancora un platform, e ancora più strano del precedente. Quello che colpisce di Lucidity è immediatamente la grafica: nessun disegno propriamente detto, quanto piuttosto quelle che sembrano delle vere e proprie applicazioni, sostanzialmente di cartoncini colorati.

I toni sono cupi e favolistici, e infatti Lucidity fa subito eco all'ambientazione fantasy delle favole classiche, dato che comincia con la nonna che racconta delle storie alla nipotina, e con questa che "sogna" i livelli di gioco. Ma lo stupore per la particolarità della grafica lascia presto spazio alla frustrazione e alla noia del gameplay. In Lucidity lo scorrimento orizzontale dei livelli è imposto e inarrestabile (se avete mai giocato a Super Mario Bros 3 o successivi, sapete di cosa parlo).

Il giocatore ha a disposizione una serie di "pezzi" (scale, ponteggi, trampolini, eccetera) da sistemare al volo sul cammino della protagonista, per impedirle di finire in un burrone o contro un mostro. In pratica, è Tetris applicato ai Lemmings: qui di Lemming ce n'è solo uno, ma ha tanto istinto suicida quanto un'intera tribù. L'equilibrio del gioco - essendo il gameplay di una piattezza più unica che rara - è quindi affidato alla difficoltà degli schemi: se i primi possono bene o male scorrere piacevolmente, già intorno al quinto comincerete a morire di continuo, e la frustrazione crescerà sempre di più fino a diventare insopportabile. Ma magari a voi piacerà.

Sfortunatamente, non esiste una demo di questo gioco, per cui dovrete prendere o lasciare. Nota di costume: tra gli otto Minigames che ho presentato, ne ho giudicati negativamente tre, ma Lucidity è l'unico a non essere stato realizzato da una software house indipendente, bensì dall'enorme (commercialmente parlando) LucasArts! Traete le vostre conclusioni. Costo: 8,9€. Zombie Driver - Exor Studios Ci sono alcuni videogiochi che sono passati alla storia, purtroppo, a causa della loro violenza, poi stupidamente strumentalizzata e/o male interpretata dai giornalisti/membri del moige di turno.

Da due in particolare questi Exor Studios sembrano aver preso ispirazione per il loro Zombie Driver: Postal e Carmageddon. Se il primo titolo può suonare vuoto ai giocatori occasionali (ha fatto più clamore il suo seguito, peraltro pessimo), praticamente chiunque ha sentito parlare di Carmageddon, il gioco di guida in cui si poteva scorrazzare in giro per la città sfasciando altre macchine, distruggendo edifici, ma soprattutto uccidendo persone. All'epoca (era il 1997) fece talmente scandalo a livello planetario che la SCi Software dovette ritirare dal mercato la prima versione e realizzarne una seconda in cui le persone erano diventate zombie e il sangue da rosso era cangiato in verde (io sono un orgoglioso possessore della prima versione). Zombie Driver è appunto un gioco di guida in cui dovete mettere sotto le ruote della vostra auto più zombie possibile, mentre girate per la città cercando di portare in salvo i pochi superstiti.

Il gioco è però impostato come nel primo Postal, ovvero con visuale a volo d'uccello, e sprite (gli elementi grafici) e sfondi disegnati a mano (abbastanza decentemente, tra l'altro). Man mano che procedete nel gioco e guadagnate soldi, potete moddare la vostra auto rinforzandone l'armatura o dotandola delle classiche armi anti-zombie, cioè mitragliatori pesanti, lanciafiamme e sparachiodi, oltre a poter comprare nuovi veicoli (alcuni invece - mezzi particolari come la limousine, per dire - si sbloccano solo portando a termine determinati obiettivi nel gioco). Zombie Driver è un Minigame dalle poche pretese, buono per passare dieci minuti, che però alla lunga rischia di stancare e ammorbare, a causa anche di un sistema di controllo quantomeno discutibile.

Anche in questo caso, si consiglia di provare il demo prima dell'acquisto. Costo: 8,9€, disponibile una versione demo gratuita. Francesco Stefanacci

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