Sull’uscio di cucina: il 2009 l'ho salutato così

Sarebbe stato troppo banale scrivere una ricetta per Natale. C’è chi ama la tradizione, chi la cucina fusion, chi farsi fare da mangiare dagli altri. In realtà ci sarebbero stati da raccontare mille piatti.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 gennaio 2010 19:00
Sull’uscio di cucina: il 2009 l'ho salutato così

Sarebbe stato troppo banale scrivere una ricetta per Natale. C’è chi ama la tradizione, chi la cucina fusion, chi farsi fare da mangiare dagli altri. In realtà ci sarebbero stati da raccontare mille piatti. Allora mi sono detta: ma pensiamo a cosa fare stasera per arrivare alla mezzanotte senza annoiarsi troppo. Siamo tutti ragazzi e Viola, che ha 7 mesi. È il suo primo Capodanno. La mamma allora le ha voluto regalare un menù speciale: panino con il lampredotto, riso con il cavolo, arista ripiena. Il lampredotto me lo ha procurato il mio fornitore ufficiale di panini, da cuocere, così come i semelli.

L’ho cotto per quasi mezzora nel brodo di odori. Cuocetelo poco, perché sennò si disfa. Per vedere se va bene, tiratelo su con la forchetta e se fa effetto elastico senza rompersi, è cotto. Va mangiato caldo e condito con sale e pepe. Non mi dite che anche con la salsa verde è buono, perché non lo voglio sentire. Sono una purista! Il riso: ho colto dal mio orto una bella palla di cavolo verzotto, l’ho pulita e tagliata a pezzi grandi; va cotta con la carnesecca a pezzi interi e un battuto di porro e carote.

Acqua abbondante e quando il cavolo si è ammorbidito, spengete il fuoco. Poi si procede come per fare qualsiasi minestra di riso: si trasferisce un po’ di minestra di cavolo in una pentola più piccola, ci si buttano pugni di riso a seconda di quanti siamo più una per l’ospite e si cuoce per quindici minuti. L’arista: la mia è ripiena di spinaci. Il ripieno è fatto con salsiccia, mollica di pane, sale, pepe, spinaci ben strizzati e un uovo. La carne me la sono fatta preparare dal fido macellaio.

Si riempie il bel pezzo di maiale che abbiamo e via in forno per mezzora. Attenzione alla cottura, perché come dice il detto: ‘baccalà, fegato e ova, più li coci e più s’assodan’. Buon anno, gente! La foto, d'archivio, è tratta è tratta dall'album di Hedrok su Flickr. Vanessa Bof

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