Fragai: ''La riforma delle autonomie rischia di creare più danni che benefici''

"Nessuno dice di non far niente, ma quella che abbiamo in testa è una riforma diversa". Saltato l'incontro con tutti i sindaci, i presidenti di Provincia e delle Comunità montane e i parlamentari toscani per il maltempo.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2009 17:00
Fragai: ''La riforma delle autonomie rischia di creare più danni che benefici''

E' saltata, per la neve e il maltempo, la riunione organizzata per stamani nell'Auditorium regionale di via Cavour a Firenze con tutti i sindaci, i presidenti di Provincia e delle Comunità montane e i parlamentari toscani per valutare insieme gli effetti penalizzanti, sui bilanci e le politiche di tutti gli enti locali, della legge finanziaria e del disegno di legge Calderoli approvato lo scorso 19 novembre. All'incontro dovevano partecipare il presidente Martini e l'assessore Fragai.

La riunione è stata rinviata (ma la nuova data non è stata ancora decisa) perché numerosi amministratori, a causa del maltempo, avevano avvertito di non essere in grado di arrivare a Firenze. "La finanziaria e la riforma delle autonomie avanzata dal governo rischia di creare più danni che benefici – commenta l'assessore alle riforme istituzionali e ai rapporti con gli enti locali, Agostino Fragai –. Nessuno dice di non far niente, ma quella che abbiamo in testa è una riforma diversa che si può riassumere in sei punti: cambiare anzitutto le regole del patto di stabilità di Comuni e Province in modo che le risorse disponibili nei bilanci possano essere utilizzate per le spese di investimento e il rilancio dello sviluppo locale, riordinare le funzioni e l'ordinamento locale insieme a Regioni, Comuni e Province anziché inserire queste norme nella finanziaria, accelerare il federalismo e il trasferimento di funzioni anche amministrative alle Regioni sopprimendo da subito gli enti statali che oggi se ne occupano, riconoscere il territorio montano come valore aggiunto del nostro paese anziché azzerare con la finanziaria gran parte delle risorse oggi destinate alle comunità montane o agli enti locali che vi subentrano, favorire l'associazionismo comunale e introdurre, fin dal 2010, un patto di stabilità territoriale toscano in modo che, senza superare il tetto 'regionale' della spesa autorizzata, eventuali disponibilità di liquidità in avanzo di alcune amministrazioni possano essere cedute ad altre che, pur avendo le risorse necessarie in cassa, non possono con l'attuale patto spenderle.

Un meccanismo inaugurato poche settimane fa, con 100 milioni di liquidità regionale 'ceduta' a 32 Comuni e una provincia toscana". di Walter Fortini

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