Coisp Toscana: ''Diecimila uomini lasceranno le forze dell'ordine''

“Sono almeno dieci anni che il sindacato di polizia lancia l’allarme turn-over nelle forze dell’ordine, ma i vari governi che si sono succeduti hanno pensato solo ad innalzare l’età pensionabile o a fare ricorso ai militari o alle ronde”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 novembre 2009 11:48
Coisp Toscana: ''Diecimila uomini lasceranno le forze dell'ordine''

“Nel corso dei prossimi quattro, cinque anni ci sarà un calo oggettivo di circa diecimila persone nelle forze dell’ordine”. E’ quanto riferito, nei giorni scorsi, dal vice capo della Polizia, prefetto Francesco Cirillo, nel corso di un’audizione alla commissione giustizia del Senato sul ddl intercettazioni. “Purtroppo siamo stati facili profeti” è il commento del segretario regionale del Coisp Toscana, Danilo Di Stefano. “Sono almeno dieci anni che il sindacato di polizia lancia l’allarme turn-over nelle forze dell’ordine, ma i vari governi che si sono succeduti hanno pensato solo ad innalzare l’età pensionabile o, come nel caso dei governi di centrodestra, a fare ricorso ai militari o alle ronde”.

Dal 1981, poi, solo oggi si inizia a parlare dei compiti che spettano ai lavoratori della Polizia di Stato rispetto ai compiti che dovrebbero spettare ai lavoratori dell’amministrazione civile dell’Interno. “Dopo anni di sovrapposizioni di competenze – prosegue Di Stefano - dopo anni di discussioni sulle funzioni degli appartenenti alla Polizia di Stato e degli impiegati dell’amministrazione civile dell’Interno, funzioni, peraltro, previste dall’articolo 36 della legge 121/1981 di riforma della Polizia di Stato, questo governo, in un momento in cui nuove assunzioni nelle forze dell’ordine appaiono come chimere, crea un gruppo di lavoro ministeriale per esaminare tematiche di cui tutti conoscono la causa, ovvero, le mancate assunzioni di personale dell’amministrazione civile dell’Interno per lo svolgimento dei compiti amministrativi cui hanno dovuto fare fronte gli appartenenti alla Polizia di Stato”.

Per il segretario regionale del Coisp Toscana, ancora una volta si tenta di risolvere questioni legate alla necessità che venissero predisposti adeguati piani di riorganizzazione delle forze dell’ordine, con la creazione di gruppi di studio autoreferenziali. Sul punto Di Stefano è chiaro: "Oggi, di fronte ad un’inarrestabile fuga dei cinquantenni che possono beneficiare delle cosiddette 'finestre' previste dal sistema pensionistico ed all’impossibilità di immettere nuove forze mediante pubblici concorsi, è necessario prevedere una netta redistribuzione dei compiti tra tutte le forze dell’ordine in relazione alla gravità dei reati e, per quanto riguarda le funzioni di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, la dipendenza diretta dal Ministero dell’Interno anche delle forze di polizia a status militare”.

E’ assurdo, dice il segretario regionale del Coisp, pensare che Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia forestale e polizie locali gareggino per esaltare mediaticamente i propri risultati. Alle forze di polizia dello Stato devono spettare compiti d’indagine per i reati più gravi, che creano allarme sociale o di tipo associativo, i quali richiedono l’impiego di uomini, mezzi e tecnologie ai massimi livelli. Agli impiegati civili devono competere le altre attività di carattere amministrativo ed alle polizie locali la competenza sui reati minori e di tutela della circolazione stradale in relazione alle strade comunali.

“Oggi, alla luce delle mutate esigenze e di fronte ad una criminalità sempre più feroce, forze di polizia che moltiplicano per cinque o sei i propri compiti non servono a nessuno – conclude Di Stefano – come a nessuno servono forze di polizia dello Stato costrette ad indagare su un’ingiuria o una diffamazione come se si dovesse istruire un processo di criminalità organizzata o, ancora peggio, forze di polizia dello Stato costrette a rilasciare permessi provvisori di guida o di circolazione.

Per non parlare di una volante o di una gazzella dei carabinieri che, invece di fare attività di pronto intervento, sono costrette a rilevare incidenti stradali. Certe affermazioni, purtroppo, sembrano fantascienza ma, alla lunga, il sindacato rischia sempre di avere ragione”.

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