Lo Presti lascia il vertice di Firenze Parcheggi?

La decisione comunicata al sindaco Renzi dopo che nessuno ha smentito un articolo pubblicato nei giorni scorsi dove si ipotizzava che la candidatura avrebbe creato "imbarazzo" a Palazzo Vecchio.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 novembre 2009 20:41
Lo Presti lascia il vertice di Firenze Parcheggi?

Alessandro Lo Presti, presidente di Firenze Parcheggi, scrive a Matteo Renzi e rimette il proprio mandato nelle mani del sindaco dopo la candidatura alle prossime primarie del Pd per il Consiglio regionale. Ecco alcuni stralci della lettera diffusa alla stampa questo pomeriggio. "Ti scrivo perchè, come sai, da pochi giorni il Partito Democratico mi ha candidato alle primarie del prossimo 13 dicembre per il Consiglio Regionale. Ti assicuro che è stata una candidatura assolutamente inaspettata, che mi è stata proposta solo pochi giorni prima, ma che ho accettato con spirito di servizio ed entusiasmo, perchè l'ho ritenuta il frutto di una coerenza politica che ho cercato di mantenere in questi anni e che, in particolare, mi ha visto essere protagonista della mozione promossa da Ignazio Marino, durante l'ultimo congresso del partito". "A fronte di ciò, domenica scorsa e oggi sono stati pubblicati articoli sulle cronache dei quotidiani locali, secondo cui la mia candidatura avrebbe creato “imbarazzo” a Palazzo Vecchio e che quindi mi sarebbero state chieste le dimissioni.

Sono state riportate anche alcune mie dichiarazioni che non rappresentano a pieno il mio pensiero. In realtà nessuno mi ha chiesto di dimettermi, ma poiché non è stato smentito il contenuto dell'articolo, desumo che interpreti correttamente il pensiero del Comune di Firenze e il tuo in particolare". "Per questo motivo, proprio per la lealtà con cui abbiamo sempre improntato i nostri reciproci rapporti, nonché per la coerenza che ha sempre ispirato la mia attività amministrativa e politica, ma soprattutto per lo spirito e l'impegno con cui ho affrontato questo delicato incarico, sono a rimettere a te il mio mandato, lasciandoti decidere quando ritieni più opportuno che avvenga il mio avvicendamento".

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