In Toscana si vive meglio

Quasi 93 toscani su 100 (per l’esattezza 92,6: quasi un punto in più rispetto al 91,7 di cinque anni fa) sono in generale soddisfatti del luogo in cui vivono. I dati di una ricerca Irpet.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 luglio 2009 19:35
In Toscana si vive meglio

Quasi 93 toscani su 100 (per l’esattezza 92,6: quasi un punto in più rispetto al 91,7 di cinque anni fa) sono in generale soddisfatti del luogo in cui vivono. E di questa elevatissima percentuale, il 36,9% si dichiara addirittura “molto soddisfatta” con un autentico boom rispetto alla consistenza dei “molto soddisfatti” (appena il 14%) del 2004. E’ una delle conclusioni cui approda una ricerca Irpet, presentata questa mattina in Regione dall’assessore Riccardo Conti, sul livello di soddisfazione dei toscani rispetto alle quattro variabili che, complessivamente, definiscono la percezione di vivibilità di un territorio: sistema della qualità urbana, sistema della viabilità e delle infrastrutture, sistema del paesaggio, sistema della partecipazione e dell’informazione. I toscani più soddisfatti in assoluto – arrivando a sfiorare quota 96% - sono quelli che vivono ad Arezzo (95,8) e Siena (95,6%).

Più che altrove ci si lamenta nella provincia di Massa-Carrara: qui il 10,3% degli abitanti si dichiarano poco o per niente soddisfatti. A un’altra domanda (“Quali gli aspetti che ritiene fondamentale tutelare e sviluppare?”) gli intervistati – ed erano possibili due risposte – hanno privilegiato turismo (37,4%) con ambiente e paesaggio (35,9%). Le attività produttive seguono distanziate (industria-artigianato con il 31,3% e agricoltura con il 25,7%). Chiudono altri due blocchi di risposte (mobilità/trasporti: 16,1 - edilizia abitativa: 10,5) più il restante di “altro” e “non sa”.

Interessanti i dati provinciali: i residenti a Massa-Carrara (52,6%) punterebbero molte carte sul turismo così come i livornesi (50). Fiorentini e pratesi (rispettivamente con il 28% e il 28,1) sono quelli che sul turismo punterebbero di meno, ma i fiorentini sono quelli, fra i toscani, che scommetterebbero di più (39,7%) sulla categoria di “ambiente/paesaggio”. La risposta più gettonata dai pratesi (42,6%) resta sempre “industria/artigianato” ma va evidenziato che più del 60% dei pratesi punterebbero su turismo (28,1%) e ambiente/paesaggio (32,3).

Il ruolo dell’agricoltura è particolarmente evidenziato (35,5%) a Grosseto. Chi, in assoluto, punta meno carte sull’edilizia abitativa sono i pistoiesi (8,5%). Sistema qualità urbana L’indagine conferma la particolare sensibilità dei toscani alle tematiche ambientali. Potendo scegliere dove vivere è proprio la “qualità ambientale della zona” che conterebbe di più per quasi un toscano su due (il 48,8%). E potendo cambiare casa si preferirebbe la dimensione del paese (22,8%) o quella comunque extra o peri-urbana (la periferia di una città per il 19,7% - una casa isolata per il 19,2% - una frazione per il 9,2%).

Soltanto l’11,3% amerebbe il centro storico di una città. La dotazione di spazi pubblici appare, per i toscani, bene percepita: piazze, parchi, aree verdi esistono e sono frequentate dal 49% ma c’è anche un 34% che ne conosce l’esistenza pur dichiarando di non frequentare spazi pubblici. Solo per il 16,9% dei toscani non esistono spazi pubblici a sufficienza. Una percentuale elevata (il 60%) ritiene che costruire ancora danneggerebbe il paesaggio. Una minoranza corposa (il 37%) accende la domanda alternativa (“C’è ancora possibilità di costruire senza danneggiare il paesaggio”).

L’atteggiamento “anti-edilizio” buca, in particolare, nell’area fiorentina dove ben 71 cittadini su 100 chiedono uno stop al mattone. A proposito di verde pubblico la fascia degli scontenti (18,2%) è decisamente lontana dall’81,3% dei toscani secondo cui giardini e parchi pubblici esistono e sono raggiungibili facilmente a piedi. In poche altre parti d’Italia – è il commento dei ricercatori – “si potrebbero ottenere risposte simili”. Qualcosa in più si potrebbe comunque fare: oltre il 20% dei toscani (20,4) ritiene che le aree di verde pubblico non siano sufficienti.

E anche sulla manutenzione c’è un 23,3% che ne dà un giudizio o pessimo (5,2%) o scadente (18,1%). Ma esistono anche, e sono maggioranza, le percentuali dei soddisfatti: per il 30,8 la manutenzione è sufficiente, per il 36,7 è buona. E per l’8% addirittura ottima. Da notare però, in un confronto con dati di precedenti indagini su manutenzione/pulizia del verde pubblico, che la sommatoria “ottimo/buono” del 2009 (un totale del 44,7%) è radicalmente calata su quella (77,0%) registrata nel 2004 e anche su quella (54,4%) di dieci anni fa. Sistema viabilità e infrastrutture La situazione del traffico è giudicata “accettabile” dal 40,4% del toscani e “insopportabile” dal 6,8.

A giudizio del 26% di traffico ce n’è “molto” con un 21,1 che ribatte con un “poco”. Decisamente fortunato il restante 5,4% che dichiara di abitare in zone “senza traffico”. Se la palma (47,8%) del traffico giudicato “accettabile” sta agli abitanti di Livorno e provincia, chi vive in un’area cosiddetta metropolitana ha maggiori motivi (38,8%) di lamentarsi per il molto traffico. In dieci anni il giudizio positivo sul traffico nelle zone di rispettiva abitazione è sceso dal 70 al 66,9%.

Aumentato dal 30 al 32,8 il giudizio negativo. A proposito di rumore esterno: se il 17,8% dei toscani dichiarano di vivere in zone senza rumore, il 2,6% ritiene “insopportabile” il rumore e a questi occorre aggiungere un 12% secondo cui il rumore è “molto”. In compenso c’è un 36,9% di toscani che vivono in zone di “poco” rumore e un altro 30,6 secondo cui il rumore c’è ma è comunque “accettabile”. Chi, in Toscana, soffre più degli altri per il “molto rumore” sono i fiorentini: ben 19,6 su 100.

Seguono, a ruota, i pratesi (17,3%). La maggioranza dei fortunati “senza rumore” (23,5%) vive a Grosseto. Stanno bene, dai dati della ricerca, anche i pisani: ben 43,1% di loro dichiarano di vivere in zone con “poco rumore”. Il confronto con le precedenti ricerche certifica che i giudizi positivi, rispetto al rumore nei luoghi di rispettive abitazioni, sono comunque aumentati: si è saliti dall’82% di dieci anni fa all’84,5 di cinque anni fa e all’85,3% di quest’ultima ricerca. Sistema paesaggio Per il 60,6% dei toscani la tutela del paesaggio toscano “è sempre una priorità”.

Al top di questa impostazione i lucchesi (66,1%) mentre sono senesi (36,8%) e grossetani (38,8%) a rispondere più di tutti gli altri in favore dell’altra domanda (“la tutela del paesaggio toscano va conciliata con le esigenze della società moderna”). C’è poi da valutare quello che i ricercatori definiscono “un bel dilemma”: se da una parte moltissimi vogliono “tutelare” il paesaggio, dall’altra parte moltissimi, il paesaggio, vorrebbero “abitarlo”. In ogni caso le trasformazioni del territorio toscano avvenute negli ultimi anni hanno lasciato il paesaggio toscano “bello come sempre” per il 45% degli intervistati; ne hanno “peggiorato la qualità” per il 40,9%; lo hanno “migliorato” per il 9%.

Un 5,1% dichiara di non sapere. Sistema partecipazione e informazione Un terzo (32,7%) del campione intervistato si definisce “molto o abbastanza informato” sulle scelte urbanistiche e di governo del territorio. C’è poi un 15,7% che, al contrario, dichiara di non saperne nulla e un 8,4% che non si esprime. Il restante 43,2% dice di essere “poco” informato. A confronto con una precedente ricerca del dicembre 2004 aumenta in modo consistente la quota degli informati (che allora si fermava al 13,4%) e diminuisce la quota dei non informati (allora superiore al 20,2%). La grandissima maggioranza degli intervistati (l’86,3%) sostiene di non aver preso parte a iniziative di cittadinanza attiva in materia di tutela del territorio.

Ma esiste comunque una quota cospicua di toscani (il 13,7%) che hanno partecipato a iniziative del genere. Il sistema di partecipazione, letto con i dati dell’ultimo decennio, è comunque in crescita: se nel 1999 i cittadini attivi in questioni urbanistiche erano 10 su cento e oggi sono 14 su cento, cinque anni fa si erano ridotti ad appena il 5%. Nell’ultimo lustro la percentuale è, dunque, quasi triplicata. Chi è informato, ovviamente, partecipa di più ma la spinta partecipativa non svanisce dove la prima, quella informativa, sia carente. La fascia dei cittadini che dichiarano di aver effettuato “qualche segnalazione o denuncia su un pericolo o danno all’ambiente e/o al territorio” sfiora il 21% (20,9%) con il restante 79,1% che risponde “no”.

I “si” sono equamente distribuiti su tutte le aree territoriali: 19% nell’area metropolitana, 21,2% negli altri Comuni capoluogo, 21,4% negli altri Comuni. Il confronto con il passato consente di concludere che la cittadinanza attiva è in crescita: dieci anni fa era il 13,8%, sceso al 4,9% del 2004 per risalire, nel 2009, al 20,9%. Rappresentativo (metodo CATI IPR Marketing) il campione dei toscani (5.000, ultradiciottenni) intervistati ad aprile. Analisi ed elaborazione dati sono a cura di Chiara Agnoletti e Massimo Morisi. di Mauro Banchini

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