L’agricoltura toscana vuole avere un futuro grazie ai giovani

Redazione Nove da Firenze
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29 maggio 2009 23:12
L’agricoltura toscana vuole avere un futuro grazie ai giovani

Firenze, 29 maggio 2009- Senza ricambio generazionale non ci sarà agricoltura in Toscana. Su questo non ci sono dubbi per la Confederazione Italiana Agricoltori della Toscana, che oggi a Firenze ha presentato il progetto “Agricoltura futuro giovane”, messo a punto dalla Confederazione nazionale con l’obiettivo di definire un piano di azione organico per l’imprenditoria giovanile in agricoltura, per sostenere il ricambio generazionale dei titolari d’azienda e la costituzione di nuove imprese e per favorire l’attrattività e la sostenibilità dell’attività agricola.

Un progetto che verrà sottoposto agli europarlamentari, alla stessa Unione Europea, al Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali e alla Regione Toscana, perché le azioni per risolvere il “problema giovani in agricoltura” – dice la Cia Toscana – devono essere organiche e strategiche. In Toscana il Premio insediamento giovani Psr 2000–2006, ha interessato 2.696 aziende per circa 61 milioni di euro di contributi; mentre i Progetti di investimento finanziati ai giovani dello stesso Psr sono stati 1.939 (45% del totale) per oltre 154 milioni di euro di investimenti, per un investimento medio aziendale di 79.492 euro.

Per il Psr 2007-2013 le domande di primo insediamento sono 1.581 in fase istruttoria; mentre le domande di investimento sono 996 in fase istruttoria per oltre 95 milioni di euro di investimento.
La situazione della Toscana appare migliore rispetto al resto d’Italia: le aziende condotte da giovani (censimento 2000) sono 11.953 pari all’ 8.7 %, mentre in Italia solo il 3,8% dei titolari di azienda ha meno di 35 anni. Ma è anche vero che le aziende condotte da over 65 erano il 41.5 %. <

C’è bisogno in tempi rapidi di incrementare l’ingresso dei giovani ma le sole misure del Piano di sviluppo rurale non sono sufficienti, ecco perché il Piano organico proposto dalla Cia è quanto mai urgente da mettere in pratica>>. A differenza dei Paesi europei in Italia i giovani non vedono nell’agricoltura delle prospettive economiche interessanti: <>.

Inoltre vanno considerati gli oneri amministrativi connessi all’esercizio dell’attività agricola, e il disagio economico, oltre alla scarsa immagine sociale dell’attività agricola se si eccettuano alcuni comparti dove comunque è più oneroso l’investimento e l’avviamento. <>.

Barriere fiscali e legali – afferma la Cia regionale - e in alcuni casi il forte rischio di “marginalità” delle aree rurali, la carenza di infrastrutture (anche telematiche), di logistica, di mobilità, dei servizi civili e socio-sanitari, che ne condizionano la qualità della vita, completano il quadro. Il progetto della Cia prevede la disponibilità del fattore terra: trasferimento di proprietà, affitto, integrità aziendale, riordino fondiario finalizzati all’incremento delle dimensioni aziendali.

Progetti e capitali “giovani”: progetti d’impresa per utilizzare al meglio le risorse finanziare disponibili per i giovani (Ismea, politiche nazionali, regionali e comunitari). Strutture societarie innovative: favorire partnership tra “anziani proprietari” e “giovani gestori”. Impresa facile: mercato, semplificazione, supporto alla gestione. Nel 2007 il valore fondiario di un ettaro di terreno è stato di 17mila euro in media, fra i più alti d’Europa – su cui ha inciso anche l’effetto di investimenti immobiliari e finanziari acquisti speculativi - e questo ha portato ad alti livelli di indebitamento.

Fra le proposte della Cia quella di attuare la Pac in coerenza con l’obiettivo del ricambio generazionale. Come? <>. E sempre per la Politica agricola comune (Pac) è necessario rendere più stringenti i criteri di accesso agli aiuti: anche quelli del primo pilastro della Pac dovranno essere riservati agli agricoltori professionali e vincolati all’effettivo utilizzo a fini produttivi del fondo.

E’ opportuno quindi favorire l’accesso al mercato sostenendo la costituzione e l’avvio di società di commercializzazione costituite da giovani agricoltori; favorire la creazione di una rete telematica di imprese giovani finalizzata alla promozione e alla comunicazione commerciale dei prodotti. <>.

Infine ricorda la Cia Toscana, che ne ha fatto una battaglia da alcuni anni, va risolto del tutto il problema della semplificazione amministrativa, che riguarda tutte le tipologie di aziende agricole, ma che è più rilevante per quelle giovani quando si è all’inizio dell’esperienza imprenditoriale. Erasmus con la Cia - Dopo gli studenti e i giovani il programma Erasmus dell'Unione europea si allarga e ora coinvolge anche l'impresa e la Cia (Confederazione italiana agricoltori) è l’unica organizzazione professionale agricola del nostro Paese a partecipare attivamente a questo importante progetto comunitario.

Il programma, ricalca quello già avviato da anni e in modo soddisfacente per gli studenti. I Giovani imprenditori europei potranno, infatti, trascorrere fino a sei mesi di lavoro con un imprenditore esperto in un altro paese Ue e apprendere come amministrare e sviluppare la propria azienda.

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