Praga 1983-1988: mostra fotografica di Francesco Jappelli, dal 3 al 28 aprile 2009 all'Auditorium al Duomo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 marzo 2009 19:33
Praga 1983-1988: mostra fotografica di Francesco Jappelli, dal 3 al 28 aprile 2009 all'Auditorium al Duomo

Praga «non magica né tragica», come annuncia Sergio Corduas nello scritto introduttivo del libro di Francesco Jappelli, ma tuttavia ispiratrice.
Le fotografie di Jappelli sono il risultato di una ricerca sul volto più nascosto, silenzioso e anticonvenzionale di una Praga oggi diversa, allora già da molto tempo "normalizzata" ma con la "dissidenza" in corso, quando splendore e abbandono della città si rispecchiavano a vicenda.
Sono inquadrature in bianco-nero di scorci cittadini e spazi urbani con rarissimi passanti, di strade e piazze ancora solitarie, di edifici aggrediti dal tempo ma carichi di grande fascino.
Ogni immagine è storia a se stessa, e racconta come ogni luogo porti il denso carico di avvenimenti umani e storici che costituiscono ancora il presente di questa straordinaria città.
Alla topografia urbana fa controcanto una "topografia letteraria" dove le citazioni degli scrittori e poeti e i testi di Corduas evocano al loro modo quei luoghi che le fotografie evocano a proprio modo.

Le fotografie presentate in questa mostra, oltre a numerose altre, sono raccolte nel volume/catalogo Francesco Jappelli: da Praga 1983-1988. Immagini di una topografia letteraria (con uno scritto di Sergio Corduas), Edizioni Polistampa, Firenze 2008.
Francesco Jappelli è nato a Milano. Laureato in Fisica, è autore di numerosi testi scientifici editi dalla Casa Editrice Zanichelli di Bologna, di cui ha curato anche gli aspetti grafici e redazionali. Fotografa dal 1980 con una Nikon 24x36 e una Zenza Bronica 6x6, su pellicole Ilford e Kodak in bianco-nero.

Il suo lavoro è stato sempre contraddistinto da una caratteristica oggi in disuso: esclusivamente scatti unici per ogni soggetto ripreso. Fino agli anni ‘90 ha elaborato e stampato personalmente le proprie immagini in camera oscura; ultimamente tratta i risultati delle proprie ricerche visive con strumenti informatici. Si è dedicato allo studio formale di oggetti e al reportage d’ambiente con particolare attenzione alle architetture e ai paesaggi urbani. Ha esposto i suoi lavori su Praga, Bratislava e Budapest in una personale nella galleria Spazio Foto S.

Fedele di Milano. Ha partecipato al Photosalon Biennale Internazionale di Fotografia di Torino e alla mostra fotografica collettiva alla galleria “Il diaframma” di via Brera a Milano per i 25 anni di attività del fondatore Lanfranco Colombo. Sue immagini fanno parte dell’Archivio fotografico dell’Accademia Carrara-Galleria d’Arte Moderna di Bergamo. Nell'ottobre 2008 la Casa Editrice Polistampa di Firenze ha pubblicato il suo volume fotografico "da Praga 1983-1988. Immagini di una topografia letteraria" che ha riscosso numerosi consensi da parte della stampa e degli ambienti accademici.
Sergio Corduas è nato a Viterbo.

Ha studiato ceco a Roma con Angelo Maria Ripellino e dopo la laurea ha lavorato come lettore di italiano alle Università Comenio di Bratislava e Carlo di Praga. Ha vissuto complessivamente 7 anni nell’allora Cecoslovacchia, ivi compresi i lunghi mesi ben ‘caldi’ di prima, durante e dopo l’invasione sovietica del 1968. Da fine 1971 è docente di Lingua e Letteratura ceca nella Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove tuttora insegna… E’ cioè un boemista, termine un poco ambiguo che indica chi si occupa a vario titolo di Lingua, Letteratura e Cultura ceca, cioè che si manifesta in lingua ceca.

Ha tradotto molto e scritto (un poco meno) da e su tanti autori cechi. Citiamone alcuni. Teorici: Mukařovský 1971 e 1973; R. Kalivoda, 1971; J.L. Fischer, 1973; K. Teige, 1982, tutti e quattro presso Einaudi. Scrittori: Jaroslav Hašek presso Garzanti 1975 (Grandi libri) e Mondadori 2003 (Grandi Oscar); Ladislav Klíma 1983 per la e/o; Bohumil Hrabal 1982 per la e/o; sempre Hrabal 1987 e 1993 per Einaudi e infine, in collaborazione con altri boemisti, per un Meridiano Mondadori da lui concepito e diretto, “Opere scelte” di Bohumil Hrabal, per 2005 pp.

complessive; R. Weiner e Jakub Deml per la Poldilibri 2007. Poeti: Vladimír Holan per In forma di parole. Prima serie, 1980, Jaroslav Seifert per In forma di parole, 1983 e 1984, per Einaudi 1986, Jiří Kolář per la Poldilibri (con Maria Elena Cantarello) 2009. Ha naturalmente partecipato a numerosi convegni nazionali e internazionali su temi di letteratura, cultura, politica. Citiamone qui solo tre, uno alla Sorbona moltissimi anni fa su Jaroslav Hašek e il suo Švejk, con un contributo in francese Golem, Robot, Švejk che esiste anche in italiano e in ceco, uno a Roma nel 1978 sul tema La Cecoslovacchia 10 anni dopo [l’invasione sovietica], uno recentissimo in Repubblica ceca, Università di Olomouc, sul filosofo e scrittore Ladislav Klíma (atti in corso di pubblicazione).

Vive a Venezia.

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