L'immigrazione in Toscana: 275.149 i residenti nella nostra regione nel 2008

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 marzo 2009 23:27
L'immigrazione in Toscana: 275.149 i residenti nella nostra regione nel 2008

Una riflessione a tutto campo sul fenomeno migratorio nella nostra regione è il filo conduttore della tavola rotonda che si è svolta oggi nella sede della prefettura fiorentina. Sono intervenuti il direttore centrale del dipartimento immigrazione del ministero dell'Interno, prefetto Giuseppe Forlani, l'arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, gli assessori regionale e provinciale Gianni Salvadori e Stefania Saccardi, il coordinatore della consulta immigrazione di ANCI Toscana Giuseppe Carovani, l'assessore del comune di Campi Bisenzio Hongyu Lin.

Ha moderato il dibattito il direttore de La Nazione Giuseppe Mascambruno.
Lo spunto è stato fornito dalla nuova edizione del volume "L'immigrazione in Toscana 2008", realizzato dalla prefetture della regione in uno sforzo comune nel raccordare le molteplici esperienze provenienti anche dagli enti locali e dalle associazioni laiche e religiose. La ricerca non solo aggiorna dati e notizie della pubblicazione 2007, ma amplia notevolmente i campi di indagine. Una fotografia approfondita della questione migratoria, analizzata in ambito sia provinciale che regionale, sotto vari aspetti: la dinamica demografica, i fenomeni di devianza e le espulsioni, la presenza dei minori, l'inserimento nel mercato del lavoro e quello abitativo, la situazione sanitaria, le tematiche del dialogo interreligioso.
Erano 275.149 all'inizio del 2008 gli immigrati regolarmente residenti nella nostra regione, provenienti da oltre 120 paesi diversi.

Un dato che pone la Toscana al quinto posto nella graduatoria delle regioni italiane per incidenza di stranieri sul totale della popolazione, preceduta da Emilia-Romagna, Umbria, Lombardia e Veneto. Nella graduatoria provinciale per presenze Firenze risulta al primo posto con 70.204 stranieri (il 34,17%), seguita da Prato con 24.038 (11,7%), Pisa con 19.311 (9,39%), Arezzo con 18.935 (9,21%), Siena con 16.687 (8,12%), Lucca con 14.870 (7,25%), Pistoia con 14.267 (6,05%), Livorno con 11.626 (5,66%), Grosseto con 9.590 (4,67%) e Massa Carrara con 5.917 (2,88%).
Interessanti le informazioni fornite dagli indicatori demografici: il tasso di femminilizzazione, per esempio, che in Toscana è del 51%, leggermente superiore a quello nazionale del 49,8%, indica che la regione continua ad essere una terra di immigrazione "al femminile", mentre gli indici relativi alla stabilità sociale (su soggiorno, natalità, matrimonio, acquisizione della cittadinanza italiana) dimostrano come la popolazione straniera arrivi con progetti migratori stabili e di lunga durata.

La questione dei ricongiungimenti familiari, in particolare, tema fra l'altro non ricompreso nella precedente edizione della ricerca, è uno degli aspetti che indica con maggior forza la volontà da parte del cittadino straniero di intraprendere un percorso di inserimento stabile nel nostro Paese. Nel 2007 sono stati rilasciati complessivamente 5.644 nullaosta al ricongiungimento familiare, mentre nei primi dieci mesi del 2008 sono stati 3.474.
La comunità più numerosa continua a essere quella albanese (20,2%) seguita da quella rumena (18,8%) e da quella cinese (9,4%).

Forti anche le presenze provenienti dal Marocco e in rapido aumento quelle dall'Ucraina e dalla Polonia.
Un altro aspetto indagato è il fenomeno della devianza fra la popolazione straniera, il cui indice in Toscana è del 5,33%, leggermente superiore a quello nazionale (5%), con punte del 6,97% a Firenze e del 6,90% a Livorno. Tale valore indica la percentuale degli stranieri non comunitari denunciati, arrestati o fermati sul totale della popolazione straniera residente. Per quanto riguarda le espulsioni, argomento al quale è dedicato l'intero capitolo 9, sono state 3.397 quelle disposte dai prefetti e 53 quelle giudiziarie.

La maggioranza dei provvedimenti dei prefetti è concentrata in quattro province: Firenze (con il 19,1% del totale), Prato (17%), Pisa (16,8%) e Lucca (13%) e hanno interessato soprattutto cittadini del Marocco (25,6%), Cina (17,2%), Senegal (12,1%) e Albania (11,8%). Dall'analisi delle espulsioni giudiziarie emerge, invece, una maggior incidenza in provincia di Massa Carrara (41,5% sul totale regionale), Firenze (26,4%) e Siena (18,9%). Sono state complessivamente 666 le espulsioni che hanno comportato il trattenimento in un CIE dello straniero sottoposto al provvedimento.
Approfondito anche il quadro sui minori immigrati: 58.399 risultavano all'inizio del 2008, dei quali oltre 30mila di seconda generazione, il 51,7% del totale.

Dati utili per avviare le iniziative che favoriscono la loro stabile inclusione nel tessuto sociale e per orientare i percorsi di inserimento scolastico. Viene pure affrontata la problematica dei minori stranieri non accompagnati, fenomeno che in Toscana, nel periodo 2000-2006, ha registrato un trend in calo. Dopo il picco massimo di 993 del 2000, infatti, i minori sono scesi a 530 nel 2006. Al primo gennaio 2008 erano 390 i minori stranieri non accompagnati presenti in regione, provenienti per la maggior parte dall'Albania e dal Kosovo e concentrati soprattutto a Firenze.
L'indagine fornisce poi uno spaccato dell'inserimento nel mercato del lavoro.

Gli sportelli unici per l'immigrazione delle prefetture toscane hanno ricevuto, in base al decreto flussi 2007, 46.984 domande a fronte di 13.030 quote disponibili a livello regionale. Al 10 novembre 2008 sono già stati rilasciati 9.155 nullaosta, il 70,2%, e le procedure sono ormai in via di conclusione. Nei capitoli finali del libro vengono affrontati i temi legati alle questioni abitative e alla salute, con particolare riguardo agli infortuni sul lavoro. I lavoratori stranieri hanno un'incidenza infortunistica maggiore: 47 incidenti denunciati ogni 1000 occupati, a fronte dei 41 che riguardano i lavoratori italiani.

Le cause sono molteplici: dall'inserimento in ambiti lavorativi particolarmente a rischio alle difficoltà di comprensione dovute alla lingua.
Uno sguardo infine all'appartenenza religiosa della popolazione straniera e alle tematiche del dialogo interreligioso come strumento per la coesione sociale.

Notizie correlate
In evidenza