Regolamenti di Polizia Urbana: sfrattati anche i senza casa della Stazione di Santa Maria Novella

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 novembre 2008 23:44
Regolamenti di Polizia Urbana: <I>sfrattati</I> anche i senza casa della Stazione di Santa Maria Novella

Il sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi (PD) ha disposto per lunedì 27 ottobre scorso la “bonifica” di un’area comunale, confinante con un terreno privato, che parte da via del Cantone e arriva, costeggiando la ferrovia, a via San Piero a Quaracchi. Nei due terreni – uno di proprietà comunale, l’altro privato – si erano insediate da diverso tempo una trentina di famiglie rom romene con bambini, donne incinte, malati e anziani, sgomberati lunedì scorso con l’ausilio di alcuni agenti della Polizia Municipale sestese e dei mezzi della Quadrifoglio, l’azienda di smaltimento dei rifiuti fiorentina.
“Polizia Municipale e Comune di Sesto Fiorentino hanno parlato di 'bonifica’.

Ciò che in realtà è avvenuto davanti ai nostri occhi è un tragico sgombero,” dichiarano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, leader del Gruppo EveryOne, e Stefania Micol, presidente dell’associazione L’Aurora onlus di Firenze, “in cui famiglie disperate senza dimora, senza alcuna alternativa alloggiativa, senza la possibilità di un lavoro regolare e prive di qualunque assistenza socio-sanitaria sono state messe in mezzo alla strada. Spazzini e operatori,” continuano gli attivisti “hanno avuto l’incarico da parte delle Istituzioni locali di distruggere giacigli di fortuna assemblati con assi di legno, cartoni e tende per ripararsi dall’inverno: sono stati schiacciati dalla ruspa fornelli, pentole, medicine, piccole riserve di cibo messe a disposizione da alcune associazioni, zainetti di ragazzi che frequentano le scuole fiorentine partendo al mattino presto dalle loro baracche e riuscendo ad arrivare miracolosamente puliti e puntuali in classe”.

Solo tre baracche sono state risparmiate alla brutale demolizione con le ruspe in seguito all’intervento di EveryOne e de L’Aurora: tra esse, quella di due giovani genitori con un bambino di appena 5 settimane. Le altre famiglie sono state identificate e verranno probabilmente denunciate per occupazione abusiva di suolo privato. “Gli agenti della Municipale hanno dato loro il tempo di una settimana per lasciare la baracca. L’unica alternativa di alloggio proposta dal Comune di Sesto Fiorentino è stata quella di quattro giorni presso un centro emergenza freddo della Caritas per la mamma e il bambino di 5 settimane.

Proposta che noi stessi abbiamo contestato,” spiegano Malini, Picciau, Pegoraro e Micol, “perché è anticostituzionale distruggere l’unità di una famiglia, lasciando il padre fuori, in strada, al freddo e al gelo, lontano da chi ama, così come è impensabile non offrire la minima assistenza agli altri sgomberati. Lasciare oltretutto una donna che non parla italiano con un bambino di un mese vorrebbe dire rischiare che il Servizio Sociale e la Municipale strappino dalle braccia della madre il bambino, inserendolo nel Centro Sicuro del Comune di Firenze e poi in una comunità”.
La mattina di venerdì 31 ottobre sono state demolite per l’ennesima volta altre baracche abitate da decine di rom romeni nella zona dell’’Osmannoro presso l’ex Osmatex, nel territorio comunale di Sesto Fiorentino.

“In Toscana – come in altre regioni italiane – si stanno consumando abusi intollerabili,” commentano gli attivisti “che contrastano con la Dichiarazione universale dei diritti umani e con le normative europee che tutelano la dignità, la salute e la sicurezza degli esseri umani, disponendo che le Istituzioni garantiscano il diritto alla casa, al sostentamento, al benessere e alla salute di tutti, ivi comprese quelle persone che sono in mezzo alla strada. In Italia, però, vi sono minoranze etniche e razziali cui è negato il fondamentale diritto alla vita e vengono scacciate brutalmente.

Gli sgomberi, che somigliano a disinfestazioni, colpiscono indiscriminatamente bambini, donne incinte e anziani, ma a nessuno importa niente della loro sorte.”
“I rom romeni che dormono nei pressi della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella a Firenze ci hanno mostrato i verbali con le multe per occupazione abusiva di suolo pubblico, rilasciate dalla Polizia Municipale fiorentina. Sulla base del nuovo regolamento urbano varato dall’assessore alla sicurezza Graziano Cioni, per i rom di Firenze ci saranno sanzioni e processi.

Il loro delitto è quello di aver cercato di ripararsi dal freddo. Moltissime contravvenzioni di circa 160 euro ciascuna recitano: ‘ha violato l’articolo 15 c. 1 lett. d) del R.P.U. dormiva in forma palesemente indecente occupando il suolo pubblico. L’interessato ripristinava lo stato dei luoghi mediante allontanamento’. Viste le precedenti allusioni a incombenti querele e l’inconsistente volontà di collaborazione e dialogo con le Associazioni da parte dei comuni di Firenze e di Sesto Fiorentino, invitiamo le Istituzioni e le autorità di Forza Pubblica fiorentine e sestesi a non mettere in piedi ancora una volta il walzer delle smentite di quanto segnaliamo, perché abbiamo raccolto verbali, testimonianze e fotografie degli eventi,” proseguono il Gruppo EveryOne e L’Aurora “e denunciamo un’emergenza umanitaria che non ha nulla a che vedere con la ‘politica’ locale.

Evitino di tirare in ballo il decoro urbano e non si rimpallino le responsabilità,” dicono gli attivisti “ma piuttosto si mettano al lavoro per prestare immediata assistenza a queste persone, attenendosi al diritto internazionale e alle norme etiche che distinguono le società civili dai regimi intolleranti: servono coperte, serve cibo, servono medicine, serve un luogo caldo che li tolga dalla strada, dove è a rischio la loro stessa sopravvivenza, con le incombenti temperature gelide e le intemperie di questi giorni.

Non chiediamo più incontri, ma azioni urgenti di aiuto umanitario”. Il Gruppo EveryOne ha presentato con urgenza i rapporti su alcuni casi di persecuzione razziale nei confronti dei Rom, fra cui i drammatici sgomberi nel fiorentino, al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione UE, sollecitando un intervento urgente.

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