Allevamento in cattività: toscano il polpo più longevo al mondo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 aprile 2008 22:30
Allevamento in cattività: toscano il polpo più longevo al mondo

Piombino, 23 aprile 2008- Hanno raggiunto i cinque mesi di vita alcuni esemplari di octopus vulgaris, comunemente detto ‘polpo’, allevato negli impianti toscani della Maricoltura di Rosignano Solvay nell’ambito di un progetto di ricerca specifico – cofinanziato da Arsia e Maricoltura Rosignano Solvay - che punta proprio a promuovere la differenziazione delle produzioni. L’eccezionale risultato è stato presentato quest’oggi a Piombino, nell’ambito del convegno organizzato da Arsia proprio per presentare le più recenti sperimentazioni e ricerche promosse dall’Agenzia regionale nel comparto.

Cinque mesi di vita possono forse sembrare pochi, ma si tratta – in realtà – di un vero e proprio successo mondiale, mai raggiunto altrove prima d’ora. Fino al raggiungimento di questo risultato infatti i giovanili di polpo in cattività non hanno mai superato i 60 giorni di vita.
L’acquacoltura toscana dunque, è viva e va sempre più in una direzione che punta alla differenziazione delle produzioni, all’ammodernamento delle strutture, al ricambio generazionale nelle aziende e, non a caso, Aldo Manetti, presidente della II Commissione agricoltura del Consiglio regionale toscano, ha parlato del comparto come di una “eccellenza” sia in termini di apertura alla ricerca e alla sperimentazione che in quelli di sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare.
Quaranta impianti di acquacoltura, di cui 25 di acqua dolce, con una produzione annua di 4000 tonnellate di pesce, con il 68% proveniente da allevamento di specie marine.

Sono questi alcuni numeri che danno la misura del comparto in Toscana, settore in crescita grazie anche alla possibilità di introdurre nuove specie – come è stato spiegato durante i lavori – quali, ad esempio, molluschi e ostriche, e incrementare le produzioni marine offshore con l’obiettivo di prospettare anche la riconversione di parte degli operatori toscani.

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