Convegno CISPEL sulla liberalizzazione del mercato elettrico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2007 20:56
Convegno CISPEL sulla liberalizzazione del mercato elettrico

Prato, 12 luglio ’07. “Con l’apertura del mercato della vendita di energia elettrica ai consumatori domestici, avvenuta alcuni giorni fa, si è conclusa un lungo e faticoso processo di liberalizzazione e riorganizzazione del mercato elettrico, ma se le cose non cambiano ulteriormente il risparmio che una famiglia potrà avere, si fermerà a una decina di euro l’anno. Il costo dell’energia rappresenta un elemento di criticità del nostro Paese rispetto alle altre nazioni europee e quindi gli effetti di una vera liberalizzazione sarebbero altamente auspicabili.” Questo l’intervento di Alfredo De Girolamo, presidente Cispel Confservizi Toscana (l’associazione regionale delle aziende di servizio pubblico) al Convegno “L’apertura del mercato elettrico” che si è tenuto stamani a Prato.
“Vorremmo che l’attuale situazione cambiasse in tempi rapidi - ha auspicato De Girolamo - e alcuni segnali positivi ci sono, come per esempio Elettria, la joint venture fra Consiag e ACEA Electrabel, che da oltre un anno è attiva in Toscana nella vendita dell’energia elettrica.

Credo che il sistema delle aziende pubbliche locali toscane, quelle interamente pubbliche, possa trovare nella penetrazione del mercato elettrico un elemento di spinta all’aggregazione forse più forte rispetto ai settori tradizionali.”
De Girolamo ha spiegato come per diversificare le fonti di produzione di energia “sarebbe opportuno sviluppare quella della produzione di energia da rifiuti, argomento su cui è necessario a livello nazionale e regionale un chiarimento di politica industriale.

In Toscana – ha spiegato De Girolamo - la produzione elettrica da rifiuti, tramite termovalorizzatori e recupero di biogas da discarica, è già oggi una voce importante, ed è destinata a diventare, sulla base dei piani di gestione dei rifiuti approvati, ancora più rilevante fino a raggiungere la quota del 10% del totale di energia. Ci aspettiamo che il Piano di Indirizzo Energetico Regionale punti su questa fonte.”
De Girolamo ha lanciato l’idea di “un vero e proprio distretto energetico innovativo in Toscana.

Per rendere efficiente l’uso dell’energia e promuovere le fonti rinnovabili, che rappresentano uno spazio possibile di crescita delle imprese toscane, - ha commentato De Girolamo - abbiamo proposto alla Regione Toscana di sottoscrivere un accordo di programma sull’innovazione e la ricerca in campo energetico per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei che saranno previsti dal prossimo Piano di Indirizzo Energetico Regionale. Stiamo mobilitando l’intero sistema delle aziende di servizio pubblico su questo, promuovendo un progetto di risparmio energetico delle aziende toscane dell’acqua, che consumano il 4% dell’energia elettrica toscana.

Le aziende dei rifiuti hanno presentato un progetto alla Regione per utilizzare i siti delle discariche esaurite per la produzione elettrica da fonte fotovoltaica e quelle di trasporto pubblico locale stanno studiando l’uso industriale del biodiesel nella trazione dei mezzi.”
De Girolamo ha commentato infine il ruolo di Enel in Toscana: “Il sistema di imprese legate alle aziende pubbliche locali è cresciuto nel mercato elettrico, ma il mercato non è ancora perfettamente concorrenziale.

In Toscana poi, le centrali ENEL non sono state cedute, e la stessa ENEL gestisce la totalità della produzione geotermica e la quasi totalità della produzione idroelettrica, entrambe consistenti come dimensione produttiva. ENEL gestisce anche l’intera rete di distribuzione, non essendo mai esistite in Toscana gestioni elettriche locali, come avvenuto in altre regioni. Se gli effetti di mercato a scala nazionale sono stati deboli, a scala regionale sono stati quindi nulli. Si tratta di una situazione che fa pagare alla Toscana tutti gli effetti distorsivi di questo mercato: costi elevati e rendita degli operatori preesistenti.”

“La politica industriale regionale passa dall’autoproduzione di energia e dalla nascita di un vero e proprio distretto energetico in grado di attivare ricerca, innovazione e produzione di impiantistica necessaria per le fonti rinnovabili: dalla geotermia al solare, dall’eolico alle biomasse all’idroelettrico.

E’ assolutamente condivisibile la proposta di Alfredo De Girolamo, presidente di Cispel. E’ ormai l’ora di diversificare le fonti di produzione di energia con massicci investimenti nelle rinnovabili e anche nell’energia prodotta dai rifiuti con due o tre nuovi impianti di termovalorizzazione con accordi di area vasta o metropolitana, a partire da Case Passerini, e dal recupero di biogas da discarica. L’energia pulita apre scenari di difesa dell’ambiente, aumento di occupazione e ricerca importanti anche per l’impresa toscana, per l’intero sistema delle aziende di servizio pubblico e per i cittadini”.

E’ quanto afferma Erasmo D’Angelis (Margherita), presidente della Commissione Ambiente e Territorio del Consiglio Regionale.
“Siamo il fanalino di coda europeo in materia di energia rinnovabile e di politiche per il risparmio energetico e dovremo raggiungere il 25% di elettricità prodotta dalle rinnovabili entro il 2010 – ricorda D’Angelis – Se la sfida che attende l’Italia è molto ambiziosa, la Toscana può essere la Regione capofila dell’energia pulita. Il nostro obiettivo, previsto dal nuovo Piano energetico regionale che dovrà essere approvato con urgenza visto che sta subendo troppi ritardi, sarà importante e ambizioso: raggiungere il 50% di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Diversi fattori contribuiscono positivamente alla sfida, in primo luogo la risorsa geotermica di cui siamo monopolisti in Europa, che garantisce oggi il 24% del fabbisogno regionale”. Per il Presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale ''in Italia sono installati meno di 1500 megawatt eolici contro i 16000 della Germania e gli 8000 della Spagna. Abbiamo meno di un quarto dei pannelli solari dell'Austria. Per raggiungere gli obiettivi di Kyoto dovremo ridurre del 6,5% le emissioni di Co2 entro il 2012 ma, rispetto al 1990, le abbiamo aumentate del 13%.

Purtroppo, i drammatici effetti dell’effetto serra costeranno a molte zone e ad alcune fasce costiere toscane in termini di ambiente e qualità della vita, di economia e benessere (turismo, agricoltura, pesca…) un prezzo troppo alto. E’ per questo che anche la Toscana dovrà produrre velocemente un salto di qualità all’insegna dell’investimento sull’efficienza e il risparmio energetico, sull’economia dell'idrogeno e sulle fonti rinnovabili”.

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