Piana: 72% territorio aperto, 28% quello urbanizzato e urbanizzabile
Grandi opere: sicurezza e salute in urge nuova cultura del progetto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 aprile 2007 14:34
Piana: 72% territorio aperto, 28% quello urbanizzato e urbanizzabile<BR>Grandi opere: sicurezza e salute in urge nuova cultura del progetto

Firenze, 27 aprile 2007 – I dati sono stati diffusi ieri nel corso del convegno "La Città della Piana e il suo territorio. Ambiente qualità sviluppo", che si è tenuto nel tardo pomeriggio al Teatro Manzoni di Calenzano. La discussione è iniziata con la presentazione dello studio preliminare del gruppo di lavoro che scriverà il Piano Strutturale della Piana. Si tratta della prima tappa nella costruzione della Città della Piana. Per il momento il gruppo di studio, composto dagli uffici tecnici dei comuni e coordinato dal Prof.

Massimo Morisi dell’Università di Firenze, ha provveduto alla lettura dei vari piani strutturali in base ai quali sono state tracciate carte uniche del territorio e forniti dati che scalfiscono non pochi luoghi comuni sulla Piana. Il dato più eclatante è quello del territorio. I quattro comuni (Calenzano, Sesto F.no, Campi Bisenzio e Signa) si estendono su 173,21 kmq, dei quali il 72% è territorio aperto e il 28% è territorio urbanizzato e urbanizzabile. Dati che tengono conto dei piani strutturali in vigore e quindi delle pianificazioni di edificazione del territorio.

“La Piana è stata definita in tanti modi – ha detto il Sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani, intervenuto alla tavola rotonda – è stato il polo industriale dell’area fiorentina, poi negli anni ’90 il centro di attrazione commerciale, ma anche il luogo in cui si sono date importanti risposte infrastrutturali, dall’alta velocità alla terza corsia sull’A1 alla bretella Prato-Signa. Oggi i dati sul territorio ci dicono che la Piana è anche un’importante area verde, un vero e proprio polmone stretto tra due aree totalmente urbanizzate, come Firenze e Prato.

Questa caratteristica – ha continuato Carovani – va tutelata nel prossimo piano strutturale unico. Dobbiamo cercare di dare risposte alle esigenze abitative delle nuove famiglie così come degli immigrati, salvaguardando il nostro territorio aperto, e riqualificando quindi l’esistente.”
Alla discussione hanno preso parte anche gli assessori all’urbanistica dei quattro comuni, che hanno evidenziato l’importanza dello studio presentato dal gruppo di lavoro. “Oggi viene presentata la carta d’identità della Piana – ha detto l’Assessore all’Urbanistica e vicesindaco di Calenzano Elena Papi – In questo momento le caratteristiche che ci accomunano sono prevalenti e dobbiamo capire che dare risposte che vanno oltre i confini dei singoli comuni, significa anche dare risposte migliori ai nostri cittadini.

Queste risposte devono essere di tipo identitario, oltre che occuparsi del piano economico o dei servizi, dobbiamo far capire che la Piana non è una periferia ma una vera e propria città”.

«Una decisone grave e sbagliata. In questo modo si perde una importante occasione per fare la massima trasparenza». Così il consigliere di Alleanza Nazionale Giovanni Donzelli commenta la «bocciatura, in commissione affari istituzionali, della mozione che invita l'amministrazione a istituire una commissione straordinaria d'indagine sugli appalti fiorentini».

«L'obiettivo - ha spiegato l'esponente del centrodestra - era quello di verificare con attenzione tutti gli appalti degli ultimi anni con particolare attenzione a quelli assegnati alle ditte coinvolte nell'inchiesta della procura di Firenze che ha avuto inizio dal Comune di Campi Bisenzio». «La scelta di bocciarla - ha sottolineato Donzelli - sembra non tenere conto che le recenti cronache politico-giudiziarie tornano a parlare di corruzione, mani pulite, tangenti e affini. E la giunta di centrosinistra, dovrebbe dare la linea lanciando un segnale concreto di azione di lotta sotto il profilo della trasparenza».



Tunnel TAV Firenze-Bologna: i cantieri meglio monitorati d’Italia? Forse. Ma anche quelli in cui la legge 191 sulla prevenzione degli infortuni è stata applicata per 11 km di galleria, e disapplicata per 60. Ma anche quelli in cui il ciclo continuo (definito da alcuni “straordinario strutturale”), e lo sconvolgimento dei ritmi biologici e psichici dei lavoratori, si fanno contratto. Ma anche quelli in cui i controlli dell’Ispettorato del lavoro hanno registrato, nei pur scarsi sopralluoghi nei cantieri TAV, quantità industriali di straordinario illegale, e i controlli dell’ASL condizioni di nocività davvero poco europee.
Ne scrive in una lettera lunga e circostanziata l’associazione ecologista fiorentina Idra al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla vigilia della festa dei lavoratori, dopo che l’Appennino tosco-emiliano in tre settimane ha visto due gravi incidenti nei cantieri, uno dei quali mortale: il 26 marzo scorso un operaio di 53 anni di Isernia è morto all'interno in un cantiere della Variante di Valico della A1; il 18 aprile, sulla tratta TAV Bologna Firenze, un operaio macedone di 40 anni è rimasto vittima di un grave infortunio a Loiano, nella stessa galleria Monte Bibele della TAV in cui il 6 aprile 2003 tre operai rimasero gravemente ustionati a causa dello scoppio del grisou.
Idra enumera puntualmente nella nota “fatti e circostanze che testimoniano le straordinarie difficoltà che incontrano la cultura della sicurezza e lo stesso rispetto della legalità, anche nell’ambito di una cantierizzazione ufficialmente super-monitorata, come si dice e si scrive a proposito di quella della TAV”.

Ne derivano secondo l’associazione, iscritta al registro regionale del volontariato della Toscana, “conseguenze inaccettabili, che offendono la dignità dei lavoratori e ne pregiudicano vita e salute, oltre ad incidere pesantemente – per l’architettura contrattuale, i ritardi nell’esecuzione e la dubbia qualità dell’opera – sullo stesso delicato equilibrio dell’erario”.

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