Le imprese rosa parlano meno toscano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 aprile 2007 13:56
Le imprese rosa parlano meno toscano

Firenze, 27 aprile 2007- Sono oltre 96mila le imprese guidate da donne in Toscana nel 2006, con una crescita annua (+1,2%) che supera quella del complesso regionale (+0,7%).
La comunita_ imprenditoriale femminile raggiunge quota 194.224 imprenditrici, ma la voglia di mettersi in proprio non ha origini toscane.
La crescita si deve, infatti, alle imprenditrici extra-comunitarie (+902, +11%), alle comunitarie (+79, +2,3%) e, di poco, a quelle di altre regioni italiane (+100, +0,3%).

Non alle donne nate in Toscana, che perdono 483 unità (-0,3%).
In particolare, in ambito comunitario, sono cresciute quelle originarie della Polonia (+12,5%), Belgio (+7,1%), Ungheria (+5,1%); mentre diminuiscono le imprenditrici svedesi (-6,9%) e della Repubblica Ceca e Slovacchia (-5,4%). Tra le extra-comunitarie, nella nostra regione sono aumentate le imprenditrici albanesi (+23,8%, +49 unità), marocchine (+17,9%, +41), senegalesi (+17,5%, +10), rumene (+16,7%, +97; la Romania è ufficialmente paese comunitario dal 1° gennaio 2007, pertanto in questa analisi è ancora considerata extra-comunitaria) e cinesi (+15,3%, +361) le quali, facendo segnare la migliore performance in termini assoluti, meritano una riflessione a parte.

Le imprenditrici cinesi, si concentrano in prevalenza a Prato (circa il 70% delle toscane), nei settori confezioni-abbigliamento (dove la crescita annua è stata di +164 soggetti imprenditoriali), commercio all'ingrosso (+32) e attività immobiliari (+19). Il quadro emerge dall'Osservatorio sull'Imprenditoria Femminile, anno 2006, curato da Unioncamere Toscana, in collaborazione con Regione Toscana, su dati forniti dal Registro Imprese delle Camere di Commercio.
Lo stock di imprese guidate da donne cresce di più nella Toscana interna (+1,4%) che nella costa (+0,8%).

Sopra la media regionale, le province di Prato (+3,0%), Pisa (+2,0%), Firenze (+1,8%), Massa Carrara (+1,5%), Pistoia (+1,2%). Al di sotto quelle di Grosseto (+0,9%), Siena (+0,8%), Lucca (+0,7%). Flessioni, nella provincia di Arezzo (-0,1%) e Livorno (-0,8%).
La più femminilizzata, con una quota di imprese rosa che sfiora il 29 per cento, è la provincia di Grosseto, seguita da Livorno (26,4%) e Massa Carrara (25,2%). In linea con il valore regionale, le incidenze femminili delle altre province, dove Firenze (21,2%) occupa l'ultimo posto.
Oltre il 60 per cento delle imprese femminili è costituita da ditte individuali, che diminuiscono però dello 0,2%.

Di contro, aumenta il numero di imprenditrici che decidono di dare una forma più strutturata alle propria aziende, optando per le società di capitali (+10,5%). E quando lo fanno ne restano a capo, associandosi sempre più frequentemente solo con altre donne.
Nel corso del 2006 è stato il settore dell'edilizia a far segnare la più elevata crescita di attività al femminile (+8,7%). In assoluto, nelle costruzioni, le imprese rosa sono aumentate di 259 unità, tuttavia queste imprese rappresentano ancora una piccola parte dell'edilizia (circa il 5%).

Il dato meriterebbe ulteriori approfondimenti, poiché, considerata la diffusa snellezza strutturale delle imprese in questione, per le imprenditrici, sia che assumano un ruolo di titolare di una ditta individuale sia che svolgano un ruolo in un'impresa di tipo societario, è poco plausibile considerare un diretto coinvolgimento nell'attività operativa dell'azienda, come nel caso dei colleghi maschi.
Un più anche nei servizi alle imprese (+4,9%, +551 unità), con picchi nelle attività immobiliari (+7,8%, +430 unità).

Non ci sono spostamenti significativi sul fronte del commercio, anche se continua a raccogliere il maggior consenso da parte delle donne. Il quadro generale mostra un arresto nella caduta del settore moda. Lo determina l'aumento di imprese rosa del comparto confezioni (+4,7%) che compensa solo in parte le perdite nel tessile (-5,9%). Nascono nuove imprese guidate da donne anche nei comparti alimentare, metalli, carta e editoria, meccanica e mezzi di trasporto.Tra i settori più femminilizzati, sensibile l'aumento dei servizi sociali e alla persona (+103 attività imprenditoriali rosa , +1,2%) e la perdita nel comparto agricolo (-1,3%).

Il punto di vista di Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana
"E' ormai consuetudine constatare come l'evoluzione al femminile del nostro sistema imprenditoriale superi quella delle rimanenti imprese - ha commentato Piefrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana - ciò testimonia la valenza assunta da questo segmento imprenditoriale nel contesto regionale, anche attraverso il ricorso sempre più frequente a forme imprenditoriali più complesse e più adeguate a sviluppare il progetto che le ha originate.

Inoltre la significativa crescita del numero di imprenditrici straniere che popolano la comunità imprenditoriale toscana, a fronte di una stagnazione del numero di imprenditrici toscane, ci indica come, da un punto di vista esterno, la nostra regione rappresenti in ambito imprenditoriale, ancora un terreno fertile per chi decide di investire, fattore che deve incoraggiare le nostre imprenditrici a tornare ad intraprendere nella nostra regione con maggior vigore. Sottolineo inoltre l'importanza della collaborazione instaurata con la Regione Toscana nell'ambito del Programma regionale per la promozione dell'Imprenditoria Femminile, che recentemente ha permesso di dare avvio ad una iniziativa di formazione imprenditoriale volta ad arricchire il know-how delle nostre imprenditrici.

Il bando, la cui domanda di iscrizione dovrà pervenire entro il prossimo 30 aprile, è disponibile sul sito web di Unioncamere Toscana".

Dichiarazione di Ambrogio Brenna, Assessore alle Attività Produttive della Regione Toscana
Le imprese rosa crescono e questo è un bene per l'intera economia. Crescono di più di quelle maschili, ma è anche vero che parlano sempre meno toscano - commenta l'assessore alle attività produttive della Regione Toscana, Ambrogio Brenna - Queste imprese crescono infatti grazie allo spirito di iniziativa delle donne immigrate o di donne italiane di altre regioni.

E se questo è di nuovo un dato positivo, segno che la Toscana è capace ancora di attrarre chi ha deciso di investire, dobbiamo proseguire sulla strada degli investimenti nella ricerca tecnologica e innovazione, dell'infrastrutturazione materiale ed immateriale del territorio, rendere più agevole e meno costoso l'accesso al credito perché le piccole e medie imprese, anche di donne toscane, possano crescere ancora di più in futuro". "Per farlo - conclude l'assessore - dobbiamo però sapere dove va e come si organizza il mercato.

Per questo è importante, per chi programma e deve fare delle scelte, uno strumento come l'osservatorio sulle imprese femminili presenti in Toscana, un'iniziativa che fa parte del programma regionale approvato nel 2005. Ci consente di monitorare in modo continuativo l'andamento delle imprese femminili. La sua importanza cresce nel tempo. La collaborazione instaurata con Unioncamere Toscana ha consentito di attivare un monitoraggio preciso e puntuale, che è utile in modo particolare a rendere periodica un'analisi statistica e socio-economica sull'imprenditoria femminile toscana.

Per il futuro, vogliamo proseguire questa collaborazione".

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